Venti anni di retorica federalista propugnata da una minoranza c’hanno regalato una partitocrazia locale più famelica di quella nazionale che ha retto così a lungo per complicità trasversali. La moltiplicazione dei centri di spesa e soprattutto delle assemblee deliberative hanno portato la politica non in prossimità dei cittadini ma delle clientele innescando un processo normativo moltiplicatore dei guasti e generato una classe dirigente che sopravvive trincerata nel diritto parossistico all’autoreferenza inconciliabile oltre che con la morale, con i costi insostenibili. Il denaro irrompe cancellando ogni valore ed ideale al punto da dissolvere nel suo acido corrosivo la credibilità di quelle coscienze che pur si erano distinte per rigore e costumi che furono a lungo bandiera e che l’abbraccio con Berlusconi ha finito per ammainare.
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