Legittimo impedimento alle riforme

NON è stato il funerale del PDL ma una sirena che rompe i timpani la sconfitta alle amministrative. Berlusconi faccia la riforma della Giustizia ma NON parli più di Giustizia poi dovrà dedicarsi ai problemi veri che interessano gli elettori scrive Belpietro tra uno sforzo di sincerità ed uno di speranza di recupero. Ma Berlusconi NON può più farla la riforma dell’ingiustizia. NON ha più il consenso che sempre ha rivendicato come movente della “sua giustizia”. NON ha più legittimità politica per fare riforme. Se vuole restare aggrappato alla poltrona per NON andare in pensione, può fare di tutto tranne che modificare la Costituzione: NON ha più legittimità, NON può più permetterselo. Glielo spiegheremo ancora meglio abrogando “l’illegittimo impedimento”.

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Una risposta a Legittimo impedimento alle riforme

  1. S’io fossi Berlusconi per un giorno

    Cosa farei se avessi il potere del premier Berlusconi per un solo giorno?

    1 – imposizione del salario minimo garantito per legge per tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, visto che è sempre per legge che si attuano i contratti collettivi nazionali di lavoro;

    2 – regionalizzazione della contrattazione del lavoro dipendente in base a criteri di corrispondenza con il costo della vita, suddividendo il paese in macro regioni con caratteristiche omogenee;

    3 – defiscalizzazione totale del lavoro straordinario, eccetto ovviamente il prelievo Irpef;

    4 – defiscalizzazione totale degli investimenti per anni 5 in tutto il territorio italiano con il corrispettivo simbolico di una tassa una tantum annuale, correlata alla misura dell’investimento ed inversamente proporzionale alla forza lavoro assorbita: più assumono dipendenti, meno pagano di tassa una tantum;

    5 – abbattimento della spesa pubblica attraverso la imposizione di un rapporto fra il numero di cittadini che risiedono in ogni regione ed il numero dei dipendenti pubblici, para-pubblici, regionali e degli enti locali compreso tutto l’arcipelago delle aziende pubblico-private che offrono servizi locali: la parte eventualmente eccedente tale rapporto, va eliminata attraverso il ricollocamento nei servizi pubblici carenti di personale, anche localizzati in zone differenti da quella in cui si presta opera e servizio;

    6 – abolizione di tutti gli atenei universitari eccedenti il numero di 1 per ogni regione, eccetto le università private o quelle di maggior rilievo, funzionalità e produttività nella ricerca universitaria;

    7 – riorganizzazione della offerta dei servizi sanitari:
    a) scelta dei medici in opzione obbligatoria fra esercizio della professione nel settore pubblico o nel settore privato;
    b) collegamento diretto fra i servizi sanitari offerti sul territorio con le farmacie e gli ambulatori dei medici curanti, per la prenotazione di tutte le prestazioni sanitarie in sede ambulatoriale o farmaceutica;
    c) pagamento diretto delle prestazioni sanitarie così prenotate via internet o tramite casse ticket e sportelli automatici;
    d) eliminazione di ogni decretazione cartacea con pubblicazione ed archiviazione obbligatoria sui siti istituzionali sanitari;
    e) eliminazione delle duplicazioni di reparti ospedalieri e di clinica universitaria all’interno di strutture miste ospedaliero-universitarie;
    f) gestione degli appalti e delle prestazioni sanitarie in convenzione, attraverso commissioni pubbliche visibili in diretta web;

    8 – obbligatorietà della protocolazione automatica in ogni struttura, ente o amministrazione locale e regionale, pubblica, o pubblico-privata, con possibilità di accesso alla visualizzazione del protocollo per chiunque in tempo reale via web;

    9 – uso della forza pubblica e della coercizione statale su tutta la pubblica amministrazione nella erogazione dei servizi in tempi certi e predeterminati, nella loro effettiva erogazione, nella loro efficacia;

    10 – delega ai sindaci per la sicurezza urbana, con affidamento della gestione dell’ordine pubblico nei casi derivanti da disagio sociale (accattonaggio, stato di ubriachezza molesta, comportamenti asociali o dannosi per la collettività) alla polizia locale;

    11 – affidamento del potere di controllo e di ispezione nella erogazione di tutti i servizi offerti ai cittadini dagli enti regione e provincia ai sindaci.

    12 – affidamento del potere di controllo e di ispezione nella erogazione dei servizi ai cittadini dalle amministrazioni comunali ai governatori regionali;

    Per il momento, possiamo fermarci qui.

    C’è materia sufficiente per far saltare molte persone dalle poltrone di certi poteri pubblici troppo inclini ad asservire interessi affatto pubblici.

    Ovviamente, via libera ad ogni riforma che riposa nei cassetti ministeriali e, soprattutto, ad una riforma della giustizia che risolva definitivamente la lentezza cronica della giustizia italiana ed alla decretazione anti-corruzione, che, se ben regolamentata ed applicata, impedirebbe l’arricchimento dei amministratori e burocrati infedeli e l’evasione fiscale sulla montagna di ricchezza prodotta dalla corruzione in cui naviga il nostro paese.

    In ultimo, applicazione della Class Action nei confronti della Pubblica Amministrazione.

    Niente male per uno che si crede un Berlusconi per un giorno.

    Gustavo Gesualdo
    alias
    Il Cittadino X

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