L’elefantino alle donne

Parte dalla Moratti Ferrara, traccia un lusighiero ritratto di donna Leader, capace in ogni carica pubblica assunta di svolgere un lavoro competente fino a giungere ad illustrarci le doti e le qualità che avrebbero dimostrate tutte le donne scelte dal capo: la Gelmini, la bella Carfagna, la Prestigiacomo. E gli riesce benissimo la riabilitazione dei gusti berlusoniani perché prende a termine di paragone la Iervolino, vecchia e fallimentare navigatrice dei mari della politica che meritava già da dieci anni il pensionamento, scrive. Semplice e troppo facile, chiunque potrebbe rivendicare risultati politici se messa a raffronto con l’anacronistica democristiana. Ferrara si è dato il compito di riabilitare le scelte femminili del PDL o meglio, di rivendicare per il suo capo la capacità di distinguere tra i gusti pacchiani e procaci prediletti a letto e la selezione meritocratica che segnerebbe le scelte politiche. Il comune denominatore è sempre e comunque la bellezza, niente racchie nel PDL e forse un giorno leggeremo anche che tra i meriti di Berlusconi c’è quello di aver portato alla ribalta della politica le donne. Insomma, in un modo od in un altro deve farci sognare. Vuole vederci felici. Meno male che Silvio c’è, perché se così non fosse dovremmo rassegnarci alla realtà.

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