NON illudetevi, nulla cambierà in Europa sulle politiche di accoglienza dei migranti rivelava una fonte riservata che ha avuto modo di leggere il documento sottoscritto a Parigi domenica scorsa, 2 luglio. Infatti, Francia e Spagna hanno serrato i loro porti. L’Austria, è notizia di queste ultime ore, ha inviato mezzi corazzati al Brennero per sigillare il confine con l’Italia. Quello di Ventimiglia è già chiuso da tempo ed efficacemente sorvegliato. L’effetto annuncio di un incontro risolutivo dell’emergenza sbarchi tra i ministri dell’interno europei c’è stato, indubbiamente. Ma è servito a Minniti e Gentiloni per riprendere fiato e spegnere i primi fuochi della insofferenza che comincia a farsi sentire anche nel meridione d’Italia preso d’assalto dal flusso ininterrotto di migranti che a Reggio Calabria come in Irpinia e nel beneventano non si sa più dove e come accogliere ammette lo stesso Presidente della Campania Vincenzo De Luca (PD), il quale con la consueta schiettezza ha lanciato l’allarme all’indirizzo del Governo ed delle organizzazioni umanitarie: si è giunti al punto limite dell’accoglienza superato il quale, si rischia di alimentare tensioni sociali difficilmente contenibili. Il problema va affrontato con realtà, confida De Luca, fuori da ogni ideologismo umanitario. Se anche le popolazioni più ospitali e disponibili come sono quelle che ben conosciamo del sud Italia, cominciano ad accusare il colpo della bomba migratoria, sta a significare che la situazione ha assunto una gravità tale da non poter essere più ignorata. Alla prova dei fatti però, l’Italia continuerà ad essere la meta preferita dalla disperazione nel vecchio continente. Così è stato deciso per noi. Di questo passo il paese del sole s’avvia a diventare irreversibilmente il paese del sole africano. Sono bastate poche ore perché anche i macronisti “de’ noi altri” prendessero atto che Minniti a Parigi dai colloqui coi ministri degli interni di Francia e Germania, non è riuscito a cavare un ragno dalle acque del Mediterraneo. Anzi, le fonti riservate che hanno avuto l’opportunità di leggere i verbali dell’incontro, riferiscono che l’Europa sta preparando un richiamo ufficiale all’Italia per le tante, troppe inefficienze nelle procedure di classificazione e riconoscimenti degli ospiti d’oltremare. Al danno, la beffa. Per giunta, gli europeisti barricati al sicuro dietro le nostre frontiere, precisano che solamente somali ed eritrei potranno aspirare ad essere ricollocati in qualità di rifugiati, la restante varia umanità che le sempre più numerose e generosissime ONG accompagnano fino a domicilio nella nuova terra promessa, resterà di stanza nella penisola che fu la Magna Grecia. Sulla sponda cartaginese, sono già pronti in 300.000 ad assaltare lo stivale, numeri certi, affidabili. Fonte UNHCR. Siamo l’unico paese al mondo a cui tremano i polsi al solo pensiero di una eventuale sospensione dell’efficacia di Convenzioni e Trattati internazionali che sembrano ideati apposta per incastrarci. Ogni ipotesi di soluzione, anche la più blanda e meno repressiva, è vista dai nostri governi campioni di democrazia a detrimento delle genti che rappresentano, come una strategia irresponsabile che violerebbe le norme del diritto internazionale e ci spingerebbe fuori dai consessi delle nazioni democratiche. Niente di più sciocco si potrebbe accampare per giustificare l’assenso ad una strategia concepita per fare dell’Italia il laboratorio di una sperimentazione sociale fallita altrove e che si pensa di poter portare a buon fine nella nostra terra contando sulle peculiarità culturali del popolo italiano sul quale gravano ancora sensi di colpa immotivati che lo rendono particolarmente docile e condizionabile. Non si spiega altrimenti infatti, la circostanza per la quale se altri paesi, vedi Francia, Spagna, Austria, Gran Bretannia pongono in essere misure di difesa nazionale, non si trova una Corte di Giustizia che pronunci una condanna nemmeno a pagarla. Viceversa, se il nostro paese, quelle rare volte che si dà un Governo con a cuore le sorti della nazione, accenna a trovare una soluzione per non sparire dalla cartina dei popoli, viene subito condannato alla stregua di uno Stato canaglia che peraltro prosperano e con i quali si fanno affari d’oro in tutta Europa. Non facciamo i nomi, ma sono ben noti alle cronache del Golfo. Riflettiamo: tra l’Africa e l’Europa, l’Italia è l’approdo più distante. C’è un muro naturale di acque pericolose che si chiamano Canale di Sicilia. Eppure per i migranti trasportati a guisa di pacchi postali, i soli approdi esclusivi sono i porti italiani quando potrebbero sbarcare in Europa dalle coste spagnole che distano appena 9,5 minuti di navigazione sicura. Idem per raggiungere le coste della Grecia dalla Turchia alla quale l’Unione Europea riconosce tre miliardi di euro all’anno senza che alcuno tra i ventisette membri della Unione, abbia fiatato per dire che non si erigono muri. La Spagna addirittura paga di tasca propria incaricando il Marocco di respingere i migranti ed in virtù del servizio commissionato, concede esenzioni doganali alle merci marocchine e fa investimenti per sostenere la monarchia di Rabat. Siamo così tanto screditati che finanche le ONG si prendono gioco di noi e della nostra marina annunciando che alcun Regolamento riuscirà a fermarle, continueranno a salvare vite regalando all’Italia il futuro che altrimenti non avrebbero i suoi pensionati senza più giovani che lavorano. Intanto l’Italia, sola ed unica eroina, sta per finire strangolata pur di tener fede al Regolamento di Amburgo sul salvataggio marittimo ed al Regolamento di Dublino che la obbliga a tenersi i migranti entro le frontiere. Inconsapevole, partecipa al gioco che mette lo sciocco a centro e tutti gli altri paesi in circolo che la prendono a sberle facendosi scudo dei diritti. Qualcosa non torna. Non torna a noi e non torna nemmeno a Giuseppe Esposito, senatore vicepesidente del Copasir, comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, il quale osserva: “alcuni Stati europei congiurano contro l’Italia per salvaguardare i propri interessi. L’Europa sembra favorire il flusso di migranti verso il nostro paese invece che scoraggiarlo, sembra quasi che esista un piano preordinato. E’ già accaduto in occasione dell’intervento per destituire Gheddafi come abbiamo scoperto leggendo la posta elettronica di Hillary Clinton. La Francia ebbe interesse ad eliminare Gheddafi perché l’Italia ne era diventato un partner economico strategico che l’aveva emarginata dal mercato del gas e delle opere pubbliche”. L’Italia però oggi non ha motivi per sentirsi isolata, in suo soccorso è venuto Papa Francesco: L’Europa aiuti i migranti. In Vaticano pare si stia studiando un’operazione per concedere un passaporto diplomatico della Santa Sede a tutti i migranti che sbarcano sulle coste italiane. Una modalità che potrebbe funzionare e favorire il deflusso dei migranti verso gli altri Stati europei. Verrebbe difficile infatti alla Francia respingerli a Ventimiglia piuttosto che all’Austria, bloccarli al Brennero, se avessero un passaporto diplomatico in tasca. Un segno tangibile dell’aiuto di Dio. I costi tutto sommato sarebbero sostenibili dalle casse dello Ior, purché nessuno sia scartato alla fin fine basterebbe qualche stampa ed un pò di carta. La notizia aveva già cominciato a fare il giro del web quando si è scoperto che era una fake news.
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