L’Italia liberale apre le porte ai condannati, le chiude ai lavoratori

Ministri della Repubblica che danno udienza a faccendieri con condanne definitive passate in giudicato ma che invece respingono giovani lavoratori disperati apostrofandoli con offese tipiche di chi non ha argomenti convincenti da opporre o forse si sta occupando d’altro e ritiene una seccatura provare a spendere qualche parola d’incoraggiamento e di speranza. Rubare, subire una condanna, non è più uno scandalo, non colpisce più la reputazione sociale di una persona ma anzi sembra essere diventato un sorta di passpartout per entrare nelle stanze che contano, per ottenere colloqui presso rappresentanti autorevoli del governo od appalti con aziende pubbliche. Come sia possibile che Ministri della Repubblica siedano accanto a pregiudicati e programmino con questi stragie economiche coi soldi dei contribuenti quando invece i concorsi pubblici sono interdetti a coloro che hanno la fedina penale maculata? E perché non devono rispondere almeno politicamente del loro operato dimettendosi? Come sia possibile che membri del governo prestino fede in nome e per conto nostro a simili personaggi e si delega loro fondamentali compiti di natura economica e politica? E’ questo il risultato di un’Italia liberale a tal punto da far sentire tutti liberi di violare ogni regola? E’ questa l’italia liberale che vogliamo libera di darsi il governo dei peggiori a danno dei migliori più poveri perché lavorano e rispettano le leggi?

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