L’Italia non è una clinica ma la culla della civiltà

Il multiculturalismo si è rivelato un misero fallimento, lo ius soli contraddice la Costituzione, l’Islam dottrinale è incompatibile con l’assunzione della cittadinanza italiana. Sono parole sagge che non sono uscite dalle labbra di un Calderoli, di un La Russa, di uno Storace ma sono state pronunciate da un abile e navigato esperto di riposizionamenti politici: Francesco Rutelli. Sembrano voler anticipare la nascita del Polo della Nazione. Rutelli è stato Verde, poi radicale, poi ha fondato la Margherita, poi ha aderito al PD, poi ha fondato l’API ed ora, per riaversi dagli scandali che Lusi gli ha tirato a sua insaputa sotto il naso, s’è buttato sulla nazione anima e corpo ed è diventata l’unica voce dissenziente sul diritto di cittadinanza automatica che sta contagiando l’intero arco montiano. Pertinenti sono le osservazioni sull’improponibile integrazione multiculturale che ci si ostina a riproporre ad una nazione ch’è stata culla della civiltà greco-latina e che con faciloneria si vorrebbe mortificare per far posto alla barbarie orientalista. Chi vorrà essere italiano dovrà dimostrare di aver acquisito e fatto proprio il nostro incommensurabile, millenario patrimonio culturale, solo così potrà guadagnarsi la nostra stima e fiducia. Poco interessa se il trasformismo di Rutelli sia sincero od ispirato da opportunismo, al momento è l’unico tram cui possiamo aggrapparci per tornare a casa sani e salvi.

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