Dedichiamo poca attenzione alla cronaca locale e di ciò dobbiamo fare ammenda perché se c’è una ragione sociale per un blog, questa è sicuramente quella di provare ad accendere la luce sui tanti, troppi, gravi problemi della nostra provincia che marciscono nel disinteresse generale. Situazioni e circostanze spesso al limite dell’inverosimile che non raggiungono le prime pagine dei giornaloni e nemmeno la ribalta dell’informazione televisiva regionale monopolizzata com’è dalla lottizzazione politica che la orienta a suon di contributi pubblici. Non di meno però ci troviamo di fronte a scandali capitali meritevoli di aprire i titoli dei TG in prima serata e che invece cadono nell’oblio oscurati forse per il solo fatto che il disagio non ha procurato ancora la disgrazia o più semplicemente, perché il pericolo incombe su una piccola e povera realtà originariamente contadina, la cui cassa di risonanza in termini di interessi ed ascolti, non garantisce la restituzione remunerativa dell’investimento per avviare una inchiesta giornalistica approfondita. Siamo a Marigliano in provincia di Napoli, una cittadina del vesuviano che contava poco più di trentamila abitanti nel 2013. Il caso ci fu segnalato da una nostra amica e collaboratrice già l’anno passato e si ripete da decenni senza che alcuna autorità amministrativa, regionale o nazionale si attivi per avviare le opere fognarie e di canalizzazione delle acque e porre fine al pericoloso allagamento dell’intero paese ad ogni pioggia. Domenica nove agosto, nostro malgrado ci siamo ritrovati prigionieri in casa di una delle animatrici di Blogaccio, impediti dal mettere piede fuori dallescale perché al primo temporale estivo, siamo stati travolti da una spaventosa marea di acque e liquami fognari fuoriusciti dai tombini. Uno scenario surreale sconcertante quello che ci è stato possibile testimoniare direttamente dall’obiettivo del nostro smartphon e che si ripete sistematicamente da decenni ci riferiscono amici ed abitanti rassegnati. A Marigliano si avvicendano sindaci e commissari prefettizi, ma gli esiti della loro azione amministrativa per quello che abbiamo visto sono nient’altro che una gara tra il disastro e la rovina. Verrebbe da pensare che Marigliano aspira a diventare la piccola Venezia campana se non fosse che l’inerzia, l’inettitudine e l’inadeguatezza di una intera classe dirigente locale, espone la popolazione a gravissimi pericoli e rischia di minare le fondamenta stessa della città sotto l’incessante, penetrante, sistematica azione erosiva delle acque che oltre a trascinare ogni cosa che incontrano sul loro percorso, invadono locali ed esercizi commerciali procurando ingenti danni, al punto che nel corso degli anni hanno quasi del tutto desertificato il paese e costretto al fallimento gli operatori colpiti dapprima dalla crisi economica e poi affogati dalla furia delle acque piovane. Dov’era la Protezione Civile domenica 9 agosto 2015, a Marigliano in provincia di Napoli non l’abbiamo vista. Ed i Vigili del Fuoco? Signor Prefettto, perché non sono arrivati i Vigili del Fuoco ad aiutare la gente a svuotare le loro case dall’acqua? Sindaco di Marigliano appena eletto, ci piacerebbe conoscere l’ordine del giorno con il quale ha convocato la sua nuova Giunta. L’abbiamo cercato in lungo ed in largo per la rete, invano. E non ci sentiamo di risparmiare nemmeno i mariglianesi sicuramente vittime, ma anche artefici del loro disastro. Sarebbe interessante essere informati ad esempio, sui programmi amministrativi che hanno votato nel corso degli anni. Sarebbe importante per la democrazia conoscere da ciascuno il sistema di valori di riferimento quando scelgono in cabina elettorale il loro sindaco. Ancora più interessante sarebbe ascoltare le richieste che portano al loro Sindaco in Comune. C’è o non c’è nel programma della nuova giunta a guida PD un piano di messa in sicurezza del paese dal pericolo incombente delle piogge? E se non c’è, che cosa si aspettano i morti od i crolli per cantierarlo? Parliamo di opere di infrastrutturazione essenziale primaria, i fondi europei sono lì che languono da sette anni. O dobbiamo pensare che a Marigliano lo sviluppo economico ed il decoro sono indotti dal pur meritevole festival del jazz? Silenzio assordante e rassegnazione coprono lo scroscio delle acque nella terra di gomorra dove l’ordinario è straordinario ed il possibile si rende impossibile, dove il da farsi può aspettare perché la precedenza va al favore.
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