Meno allo Stato più alla politica

Ai tagli dolorosi allo stato sociale giustificati con la necessità di far fronte alla speculazione finanziaria dei mercati ed agli obblighi di rigore chiesti dalla UE, fanno da riscontro poi scandalosi incrementi dei costi della politica ben oltre l’indice della decenza: 1.110% in dieci anni nonostante che un referendum abbia abrogato il finanziamento pubblico questo divieto fu aggirato con un espediente lessicale da una nuova Legge che la casta approvò per soddisfare la sua bulimica fame di privilegi, definendo rimborso quello che in realtà è un finanziamento dei partiti a carico dell’erario. Costi della politca lievitati in maniera abnorme per mantenere gruppi consiliari con un solo iscritto, per pagare voli di Stato utilizzati a mò di gita turistica, costi per staff alla Presidenza del Consiglio con incrementi di 27 milioni ed a tutta questa opulenza ed agiatezza fa riscontro una feroce politica dei tagli allo stato sociale che poi significa aumento dei ticket sulle medicine e sulle prestazioni, tagli alle scuole, prolungamento dell’età lavorativa insomma quelle misure che gl’italiani hanno imparato a conoscere dagli anni 90′.

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