Bagnai, la forza della disperazione; Savona, il debito a gonfie vele; Borghi, notte prima della Lira, si chiudono le banche e si ritorna al futuro; Tridico, più debito per tutti che riparte l’economia. Sono i quattro dell’Ave Maria di Governo. O prenderanno il Nobel, oppure sarà Conte a giocarsi sottobanco l’ultima scartina che gli resta nel mazzo di carte della partita con Bruxelles. Gli economisti più pazzi del mondo hanno fin qui dettato la linea di programmazione del pentaleghismo. Ma se sciaguratamente non dovessero riuscire a vincere il premio Nobel per l’economia con le loro trovate, allora i retroscena raccontano di Conte e di un Tria che si preparano a mettere i conti in ordine per quest’anno e per l’anno prossimo, Dio veda e provveda. Meno spese e più entrate, i risparmi del reddito di cittadinanza e di quota 100 si sommeranno alle maggiori entrate da pace fiscale e così si dovrebbe riuscire a scavallare il 2019 rinviando l’avvio della procedura d’infrazione al 2020 quando sotto il tavolo delle trattative Conte pensa di giocarsi la carta segreta dell’ultima scartina che gli resta nel mazzo di carte della partita con Bruxelles: quella delle nomine. L’appoggio italiano ai favoriti di Merkel e Macron, rispettivamente a capo della nuova Commissione UE e della BCE dopo l’addio di Mario Draghi, potrebbe rivelarsi una carta effettivamente vincente che ci permetterà di farla franca nonostante i conti sballati assecondando ad un tempo, le mire dell’asse portante della Unione Europea: Germania e Francia. Si può solamente sperare a meno che, i quattro prof che hanno preso il Governo d’Italia negli ultimi dodici mesi, siano baciati dalla fortuna dei mercati e riescano a salvare il loro paese entrando nella storia economica mondiale…
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