Furono i comunisti titini aiutati dai comunisti italiani a perpretare il massacro etnico delle foibe nel nome dell’internazionale operaia ammazzarono lanciando nelle crepe carsiche e rinchiudendo nei gulag sovietici. Non lo dicono, non pronunciano mai quell’aggettivo: comunisti. Né il Presidente, né il Sindaco di Milano Pisapia. Non pronunciano quella parola perché non riescono a pentirsi del loro peccato originale: quella fede abbracciata in gioventù e coltivata per una vita in maturità. L’hanno solamente archiviata mai ripudiata. Giocare con le parole, rimuovere, silenziare sono pratiche tipicamente leniniste che ostinantamente vogliamo rinfacciare a chi cerca di liquidare frettolosamente il dolore come ha fatto Pisapia ma anche e soprattutto a quanti argomentano per redimersi senza riuscirci, dal proprio peccato originale evitando accuramente di pagare con giusta penitenza le folgorazioni di una giovinezza spesa nell’errore.
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