Parigi. Sei diversi attacchi di terrificante ed inconfondibile matrice islamista. Il bilancio finale è di 129 morti, oltre 352 persone ferite di cui 99 in condizioni disperate : “ci sparavano come fossimo uccelli”, racconta un testimone spettatore della carneficina al teatro Bataclan. Nous sommes Chrétiens, santifichiamo i nostri Martiri innocenti. Stavolta non ci sono appigli e scusanti che tengono, non possiamo far finta che la cosa non ci riguarda, stavolta non dobbiamo rimuovere il dolore e rifugiarci nella codardia come comoda forma di autodifesa. Stavolta dobbiamo impedire alla paura di assalirci perché il terrore non diventi padrone assoluto delle strade di tutta Europa. E’ venuto il tempo di rompere gli indugi e muoversi per la guerra, anche in ordine sparo se non si trovano le condizioni per mettere insieme un esercito europeo, perché lo Stato Islamico non lo combatti in altro modo e perché la Siria e la
Libia sono e saranno sempre più dei campus di formazione di aspiranti commando. Se non fossero bastati gli assalti a Charlie Hebdo, allora gli accadimenti del 13 novembre 2015 hanno chiarito definitivamente lo scenario che ci coglie ancora smarriti e confusi: all’interno stesso del vecchio continente, agisce un nemico che noi stessi abbiamo ingenui ed insipienti, agevolato in ogni modo e che si compone di individui nati o naturalizzati ai quali con troppa fretta abbiamo concesso generosamente fiducia. E’ un nemico subdolo ed infame questo che ci attacca, non nutre alcuna riconoscenza ed anzi si giova delle nostre libertà per dare sfogo al suo odio perché incapace, non avverte di essere rimasto indietro nella storia. Dopo il sangue versato nella II guerra mondiale abbiamo scoperto di avere noi europei, in comune più cose di quanto ci dividessero e ci siamo così abituati alla pace da pensare che questa fosse patrimonio universale. Scioccamente, abbiamo abbassato la guardia e ci siamo convinti che spartire le nostre ricchezze morali, civili e materiali, potesse essere la maniera giusta per aiutare quanti sono rimasti indietro. Abbiamo immaginato una enclave fantastica, dove tutti potessero essere accolti appassionatamente e vivere felici insieme. Abbiamo voluto crederci e stanchi abbiamo affidato i nostri destini alle mani di filosofi, sociologi e sognatori che ci hanno portato a sbattere nel muro delle aspirazioni più profonde ed autentiche dei popoli, quelle che trascendono l’uomo sin dalla notte dei tempi. Ora ci troviamo a fare i conti con la triste realtà di una guerra civile portata in casa nostra da un nemico indefinito cui abbiamo spalancato le porte ingannati dai suoi bisogni che pensavamo di poter soddisfare. A riprova uno dei commandos assalitori di Parigi identificato attraverso le impronte digitali si è accertato essere un uomo di cittadinanza francese. Era già noto ai servizi di sicurezza e schedato per la sua vicinanza con gli ambienti islamici più radicali e ritenuti a rischio. Era nato nella banlieue parigina, a Courcouronnes. Altre tre persone, che potrebbero essere complici degli attentatori di Parigi, sono state arrestate in Belgio. Provengono da Molenbeek, il quartiere di Bruxelles considerato la culla dell’islam radicale belga, abitato da una popolazione prevalentemente musulmana dove molti si sono radicalizzati. Gli inquirenti sono arrivati alla cellula belga grazie a due auto ritrovate in Francia nei pressi degli attentati. In una di esse c’era un biglietto per il parcheggio del quartiere di Moleenbek. Eppure c’è chi ancora ha voce per sostenere che l’ azione militare “non ha senso”. Codardi. dobbiamo farci ammazzare in casa nostra fino all’ultimo uomo senza fiatare, perché si possa parlare di legittima difesa?
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