Rimpiangere il fascismo è perfettamente in linea con la Costituzione che, precisa Michele Ainis, non precetta divieti, ma delinea libertà formulando due sole eccezioni: è vietato restaurare la Monarchia Sabauda; è vietato ricostituire il Partito Nazionale Fascista. Secondo le pronunce fin qui rese sia dalla Consulta, sia dalla Corte di Cassazione prosegue Ainis, le interpretazione dei divieti non vanno mai estese oltre il perimetro circoscritto dell’incitamento alla violenza e della messa in opera con finalità eversive, di un nuovo PNF. Le libertà di parola e di pensiero sono dunque inviolabili, giusto per rimanere in tema di Costituzione della Repubblica Italiana. Non è un caso infatti, se movimenti che si richiamano apertamente all’esperienza del ventennio fascista, si siano battuti apertamente per mantenere inalterata la Carta fondamentale del 1948, nell’ultimo referendum Costituzionale promosso dal Governo Renzi. Segno di maturazione inconfondibile quello di riconoscere e rivendicare il valore del dissenso fuori dal coro delle maggioranze costituite. In questo quadro di garanzie secondo Ainis, anche il saluto romano viene ad essere una espressione lecita delle libertà di parola e di pensiero. L’ostentazione antifascista con strumenti repressivi, altro non è che la camera di rianimazione della sinistra quando si ritrova smarrita e non sa a quale orizzonte votarsi, sottolinea quasi indignato Marcello Veneziani, secondo il quale invece, bisognerebbe riflettere piuttosto sul perché a distanza di settantadue anni dalla caduta del regime, c’è ancora tanta gente che del fascismo conserva un giudizio positivo. Il fascismo non fu violenza indiscriminata. Il fascismo, sottolinea Veneziani, fu una rivoluzione conservatrice che provò a far splendere il “sole dell’avvenire” nella tradizione. Il fascismo modernizzò l’Italia e realizzò il miracolo di far vivere agli italiani un forte attaccamento allo Stato come mai accaduto nella storia moderna del nostro popolo. Altrettanto non si può dire del comunismo e dei suoi orrori che è fallito in tutti i paesi dove è stato sperimentato ed è risultato fallimentare in ogni epoca quando le contingenze storiche ed economiche ne hanno generato le illusioni. Basti per tutti, il recente esempio del Venezuela di Maduro, caduto rovinosamente in carestia nonostante le ingenti risorse energetiche di cui dispone. Rammentiamo che il Venezuela è il terzo paese produttore di petrolio al mondo dopo Stati Uniti ed Arabia Saudita.
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