Blitzkrieg tedesco, la Merkel fa sapere che c’è una pregiudiziale antifascista per la quale bisogna rinviare le elezioni ed impedire la formazione di un Governo Salvini-Meloni. In cambio, per bocca di Wendt, vicepresidente della CDU al Bundestag, lascia balenare l’ipotesi di prossime riforme UE che potrebbero aiutare l’Italia in primo luogo quella del Trattato di Dublino, che ha disegnato la penisola alla stregua di un campo profughi-globali altrimenti indesiderati in Europa. Più di una voce confermerebbe la tessitura di fitte trame alle quali starebbero lavorando Fico e Franceschini al fine di sfilare il controllo del Ministero degli Interni a Matteo Salvini anche se il segretario Zingaretti respinge l’idea di una alleanza col M5S in questa legislatura. Al riguardo, la Casellati avrebbe già offerto al Colle la sua disponibilità a presiedere un Governo istituzionale. E’ stata la Lega nord a volere la crisi della Lega-nazionale ed a trascinare gli italiani in questo pasticcio. Il NO alla TAV dei cinquestelle è stato un pretesto per Salvini che ha dovuto cedere alle pressioni fortissime di Zaia e Fontana frustrati nelle loro aspirazioni autonomiste. Un errore che potrebbe costare caro al capitano perché se è vero che senza il nord non c’è Lega, è altrettanto vero che senza i voti del sud per quanto residuali dovessero essere i numeri che usciranno dalle urne, non c’è governo leghista. Alla Lega/nord non basta il decentramento, vuole l’indipendenza che per la fragile economia del sud significherebbe l’abbandono ad un destino di decrescita e sottosviluppo di proporzioni drammatiche. Private del sostegno Statale ed affidate all’autarchia delle classi dirigenti clientelari locali, le Regioni del sud si desertificherebbero anche più di quanto si registra oggi e diverrebbero campi di lavoro per immigrati mentre ai pochi giovani resterebbe quale prospettiva di vita quella di farsi bagnini o camerieri. Tutto questo è sicuramente chiaro a Salvini, non lo è al vecchio cerchio magico anima propulsiva della Lega che risponde agli interessi dei padroni e padroncini settentrionali, mai paghi di profittevoli abbuffate. Il consenso non è più duraturo come un tempo, mette in guardia la maggiore esperta di sondaggi Alessandra Ghisleri. L’esperienza renziana avrebbe dovuto insegnare anche alla Lega quello che sembra aver dimenticato. Gli italiani si dicono preoccupati e delusi, meditano di punire nelle urne i partiti che non hanno condotto a termine gli accordi politici sottoscritti nel contratto di Governo. Quasi dieci milioni tra impiegati, operai e docenti, temono di perdere gli 80 euro di credito di imposta con un nuovo Governo filoeuropeista ed il restante si dice molto a disagio dalla eventuale entrata in vigore degli aumenti automatici dell’IVA. Intanto molte cose già stanno cambiando nell’umore della gente e non sono di poco conto. I primi accenni di dissenso si sono fatti vedere negli ultimi comizi di Salvini sulle spiagge meridionali mentre a Roma la politica freme e congiura per metterlo fuori gioco. Quello che si prepara alle sue spalle, è un Governo “peace and love”, porti aperti in Italia e braccia tese al M5S in Europa. Tutti felici, tutti vincitori: Mattarella avrà la sua Legge di bilancio in ordine allineata alle regole europee, inoltre avrà scongiurato un Governo con pulsioni nazionali che allontanerebbe l’Italia dagli amati “partners” europei; il M5S avrà il suo taglio dei parlamentari e la conferma del reddito di cittadinanza; il PD in ultimo, vedrà rinviate le elezioni e potrà prendere fiato con lo ius soli ed un “leader” ritrovato…
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