Ode a Marina Berlusconi caduta da cavallo

…ecco la dinastia democratica. Ecco la Cavaliera. La Cav. In alto i calici. Gli sarà andato di traverso al comunista convertito. La prima penna liberista che scrive con inchiostro pagato dallo Stato odi quotidiane a Silvio-Marina, caduta da cavallo e trascinata alla sbarra da toghe rosse. L’animo suo era già pronto a servir una madonna; maschio o femmina mai libero non importa, purché un padrone assicuri il piatto in tavola si chiami Leonida, Bettino, Silvio o Marina. Invece NO, non scendo in campo categorica ribadisce col piglio decisionista, forte e volitiva, intraprendente e temeraria come l’han sempre descritta gli organi di comunicazione familiare senza ch’avesse mai regalata una sillaba agli elettori del più loquace padre, affetta com’è nella realtà da timidezza estrema. Non ebbe a studiar s’apprende, nacque blasonata di soli titoli azionari che gli bastarono per vederla giovinetta già ai vertici seguita ed indirizzata da precettori personali che Le insegnarono il mestiere di ricca. Scende nella trincea del lavoro un giorno a settimana par di capire tanto che sono in molti quelli che la conoscono dalle cronache mondane dove anche noi Le auguriamo di restare a lungo per il Suo, ma soprattutto per il nostro bene, non vorremmo infatti che un giorno decidesse di scendere in campo passando dalle cronache giudiziarie.