Commissione, Consiglio, Eurogruppo permanente, SI/NO, on, off prima e dopo il referendum, lanci e poi ancora rilanci, Atene, Bruxelles, Francoforte per non dire di Roma e Londra, l’Unione Europea in queste ore concitate di fallimenti e prestiti negati, di riforme e debiti insostenibili, ricorda da vicino l’antica Babilonia. Diplomazie estenuanti, Istituzioni senza volto, Borse che calano a picco poi risalgono al primo capolino di un possibile accordo, quando il mercato ritorna cinico e baro e l’utopia va al potere. Però l’avvenire non vede un sole all’orizzonte anzi, è proprio un futuro da immaginare quello che manca alla Grecia. Stai attento Alexis, fratello stavolta finisce male. Non stare sereno, ti sbattono fuori, avverte al telefono. La faccenda si deve essere fatta tremendamente seria s’è proprio Renzi a sentire il bisogno di avvertire il meno furbo dei greci, Tsipras, quello che pensa basti la garanzia di un referendum per prendere un mutuo. No, non posso tradire il mio popolo, votate NO, di sicuro non usciamo dall’euro, ci serve per avere migliori condizioni l’ultimo appello di Tsipras ai greci. Sa già che uscirà di scena umiliato dai tedeschi in caso di vittoria del SI, condizioni più favorevoli saranno applicate alla Grecia, ma non al suo Governo. Dovesse invece prevalere il NO, a strofinarsi le mani sarà Renzi che ritroverebbe un nuovo insperato protagonismo sulla scena europea, ha infatti già chiarito alla Merkel: le regole varranno per tutti, anche per la Grecia, ma si ritorna al futuro, si ritorna ad investire. USA e Germania hanno fatto troppi pasticci osserva Giulio Sapelli, Merkel potrebbe presto pentirsi di aver legato la sopravvivenza dell’Unione alla Grecia rinunciando al primato della politica in favore della finanza. Bisognerebbe ricordare che prima dell’Euro c’era la CEE. Un Governo improvvisato quello greco per Alberto Quadrio Curzio, non ha ben ponderato gli effetti delle sue decisioni come quella di aver mandato in bolletta il bancomat dei pensionati a cui bisogna riconoscere il merito di vivere un difficilissimo momento con grande compostezza. La trattativa riprenderà prevede il professore Quadrio Curzio, perché la maggioranza dei greci è per il SI e ripartirà dalla economia reale. La Grecia ha uno squilibrio commerciale del 18% vale a dire che importa più di quanto esporta. Quella che va sostenuta è appunto la sua economia reale. Vanno realizzate principalmente opere infrastrutturali, se necessario sotto il controllo diretto di tecnici nominati dalla Commissione UE perché ci si accerti della sicura, corretta messa in opera in modo tale che l’economia ora in ginocchio del paese, possa trarne profitto.
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