Molti al nord hanno imparato dai terroni e NON rinunciano all’assistenzialismo, pensano che lo Stato deve dare ma l’Italia oramai è finita, ha detto Bossi a Ponte di Legno. Lo Stato non deve darti un bel niente, solo la libertà. Noi in Padania con la nostra capacità di lavoro ce la caveremo. Intanto Tremonti ha avuto una grande idea, avrete il TFR in busta paga. Il TFR l’inventò Mussolini per rimediare alla crisi del 1929 diede i soldi risparmiati agli operai delle fabbriche che chiudevano, oggi, secondo questa “bella” idea partorita dal duo padano Bossi-Tremonti, mese per mese gli operari si scialacqueranno quel piccolo gruzzolo che viene accantonato, spenderanno e rilanceranno i consumi pensano, ma quando finiranno per strada, non avranno più di che sostentarsi in attesa di un nuovo lavoro che per i cinquantenni NON arriverà, quasi sicuramente.
Ma come si può dar credito ad un tipo che nella sua vita NON ha mai lavorato? Come si può senza ribattere, sentirlo affermare con tono da esperto analista economico, che l’assistenzialismo non va bene al nord come al sud perché lo Stato deve dare solamente la libertà poi saremo noi a far partire dal basso l’economia. Noi chi? Un vecchio che biascica storielle per gli amici sotto il focolare, è chiamato a decidere della politica italiana senza aver mai studiato e senza aver mai lavorato un solo giorno. Vive, lui e la sua famiglia, sistemati in posti e cariche pubbliche senza un autentico curriculum vitae et studiorum, con stipendi ed indennità statali che tiene stretti per sé ma vuole cancellare a tutti gli altri. Se ci siamo ridotti ad andare per stracci in Europa, lo dobbiamo proprio alla politica che ci ha regalato simili personaggi cui abbiamo affidato i destini collettivi. Merito, onestà, capacità concrete di lavoro dovrebbero essere gli elementi valutativi per selezionare la classe dirigente ci ritroviamo invece, dei perfetti ottentotti col solo merito di riuscire a dar voce agli egoismi che gl’individui elevano a desideri per dare un senso compiuto a misere esistenze prive di aspirazioni ideali che non siano quelle dei bisogni materiali da soddisfare. E ci si azzarda a definire popolo un simile coacervo di pulsioni informe senza mete oltre il proprio cortile? Al confronto le masse rivoluzionarie che hanno fatto la storia ma anche le élite che hanno germogliato il Risorgimento, non avrebbero più nulla da dire alle generazioni future? Siamo usciti dalle aule e dalle biblioteche per finire a cercare la nostra identità ed il nostro futuro nelle bettole e nelle cantine un tempo frequentate dai falliti e dai delusi.
C’è poi chi lo vorrebbe in galera il Ministro Bossi, ora che non ci governa più insieme. Vorrebbe che fosse giudicato per le sue esternazioni antitaliane ma peccato che se ne ricorda fuori tempo massimo quando oramai non c’è foglia in Italia che si muova senza che Bossi e la Lega abbiano dato il loro assenso. State pur tranquilli futuristi neo-risorgimentali, l’Italia non si dividerà perché questa eventualità destabilizzerebbe la UE esattamente per le ragioni contrarie a quanto è accaduto con la Serbia che invece unita, sarebbe stata troppo forte nei Balcani, area alla quale l’Europa ha sempre storicamente guardato come fondamentale porta verso l’oriente, irrinuncibile.
La Lega ha imparato la lezione democristiana, sa bene che cosa fare per restare al potere e per padanizzare tutti i gangli dell’amministrazione. In fondo se ci riflettete, anche i Lumbard sono italiani, che cosa volete che stessero lì a fare le cose come andrebbero fatte? Una fatica immane che gli italiani ‘ops, pardon, i padani non avrebbero capito e dunque sentita l’aria che tira dalle Alpi hanno cominciato a dispensare favori, formalmente corretti ma guarda caso, per risultare i migliori, bisogna avere le giuste frequentazioni, proprio come quelle del tempo democristiano. Padania libera, come “Santa Romana Chiesa” ha insegnato. Auguri ai fratelli d’Italia ‘ops, fratelli padani…
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