Trump, in direzione ostinata e contraria ci lascia soli nelle mani della Merkel

Il povero Francesco tutto misericordia e letizia, d’un tratto s’è ritrovato scuro in volto, ma in buona compagnia. Trump infatti, nel suo primo viaggio da Presidente è riuscito a spegnere i sorrisi anche a Merkel e Macron. Un’impresa non facile dopo gli entusiasmi riaccesi dalle vittorie dei cosiddetti moderati in Austria, Olanda e per l’appunto, Francia. Come aveva promesso in campagna elettorale, alla prima occasione venuta col vertice del G7 di Taormina, Trump ha sbarrato la strada agli astuti paladini dei diritti umani opponendo il diritto degli Stati al controllo dei confini; esigendo scambi commerciali equi e reciproci pena dazi e tariffe doganali più alte. In parole povere, ha messo la parola fine alla sbornia globalista. Quelli che vogliono avere a che fare con l’America di Trump, dovranno apportare correzioni alla globalizzazione. Incurante degli apparati federali e delle organizzazioni lobbistiche internazionali Donald, il populista dei tempi andati, ha promesso e mantenuta la sua direzione ostinata e contraria. Non si è lasciato incantare dal duetto banche e nuovo ordine mondiale nel quale sperano Macron e Merkel. Anzi, li ha letteralmente scioccati. Ha detto chiaro e tondo che se ne frega dei vecchi alleati. Che devono pagare il conto della difesa perché la pace non si mantiene con le loro belle chiacchiere, ma mostrando i muscoli. E questo ha dei costi che gli Stati Uniti non intendono più accollarsi da soli. Ha poi ribadito sia alla Cina, sia alla Germania, che il libero accesso delle loro merci al mercato americano sarà garantito a patto che smettano di fare i furbi! Più che un imbroglione come lo dipinge la stampa di mezzo mondo Trump, a giudicare dai risultati del G7, sembra uno tosto che non la manda a dire, uno difficile da raggirare. Un uomo schietto che ha avuto il merito di aver rotto col tabù devastante dei no bordes. Tutti gli Stati hanno diritto a difendere le loro frontiere dalle invasioni sostitutive quando il sistema diventa saturo e la sopravvivenza stessa dei padroni di casa è messa a rischio. Per anni abbiamo dovuto sorbirci i sermoni di quanti pensavano che la globalizzazione fosse un processo irreversibile ebbene, Trump ci dimostra che ciò era falso. Così come è falso che la potenza degli USA possa essere sostituita da quella cinese sulla scena mondiale. La Cina è un regime autoritario che dalla globalizzazione e dai mercati aperti ha preso solamente i vantaggi, scaricando i costi ambientali ed economici sulle ingenue democrazie occidentali. Trump ed anche la May, sono le uniche personalità che in ultima analisi, hanno saputo mettere in campo una vera e propria reazione alla rivoluzione degli affari  su scala globale. Quelli che in Europa pensano che possa tornare la quiete dopo la tempesta Trump, si illudono. In ultimo, la piccola Italia. Un tempo grande oggi terra di turismo fiera di ospitare il G7 e tener accesi i riflettori mondiali per un giorno senza ricavarne un ragno dal buco. Cordiale a parole, Trump di fatto ci ha consegnati nelle mani della Germania, segnatamente in quelle della Merkel che confessa di non fidarsi più dell’America. Resta da vedere, ora che ci tiene per il bavaro nella sua Europa, se noi italiani però possiamo fidarci della cancelliera. Come vi avevamo anticipato, orfana dell’America, Continua a leggere

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Gratteri, la ‘ndrangheta è leader nell’accoglienza, l’Europa la smetta di fare filosofia

La ‘ndrangheta è leader nell’accoglienza dei migranti. Su cento milioni di euro spesi per il Cara di Isola Capo Rizzuto, la ‘ndrangheta ne ha incassati 36. Lo abbiamo documentato, sottolinea il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, mancato Ministro della Giustizia per espresso diniego dell’ex Presidente della Repubblica. Ma forse fu solamente un caso. Di sicuro c’è che Gratteri ha modi spicci e risolutivi, per sua stessa ammissione “non si alza mai da un tavolo senza aver preso decisioni” sul da farsi. E’ uno di quelli che fissa l’obiettivo e lo persegue fino a raggiungerlo. Anche per questo motivo è preferibile ascoltarlo in viva voce . Su temi delicati e controversi come quelli dei migranti e dell’accoglienza indiscriminata, a scanso di equivoci è meglio ascoltare con le proprie orecchie la gente che rischia, lavora in silenzio e parla solamente a prove evidenti. In Italia quasi mai gli organi di informazione riportano dichiarazioni sconvenienti, quelle che stridono coi diritti inventati, quelle che impallidiscono i colori dell’arcobaleno e smentiscono la bontà disinteressata delle Istituzioni. Scegliamo apposta di ripassare a distanza di giorni sui casi e sulle notizie sforzandoci di cogliere nelle notizie stesse, gli aspetti che ai maestri correttissimi fossero casualmente sfuggiti. Ci siamo assunti il compito di restituirvi una chiave di lettura documentata che sui grandi giornali di certo non trovate. Riavvolgendo il nastro, se i migranti sono un affare per la ‘ndrangheta in terra ferma, si può dedurre per logica che lo sono anche per le organizzazioni che li recuperano in mare chiede Giovanni Minoli al procuratore Gratteri che risponde: lo so, ma non vorrei fare la fine del procuratore Zuccaro di Catania e trascorrere le prossime settimane tra le varie Commissioni per essere ascoltato. Preferisco lavorare, pensiamo noi che abbia voluto dire il procuratore Gratteri, che poi riprende: il Procuratore Zuccaro è un gentiluomo. Non è da lui andarsi ad inventare di sana pianta cose del genere. Che cosa vuol dire che i sospetti di Zuccaro poi si sono rivelati veri? Insiste Minoli e Gratteri conferma: si, certo, nella sostanza si è scoperto che alcune Ong erano in contatto con gente che stava in Libia. Sicuramente non parlavano delle previsione del tempo. Sicuramente parlavano di punti nave dove incontrarsi e quando sbarcare. Non c’è dubbio su questo. Gli indizi raccolti dai Servizi segreti però, continua Gratteri, non possono essere utilizzati sul piano processuale. Vedo una macchina della Giustizia imballata aggiunge. Bisognerebbe che Servizi e Polizia Giudiziaria lavorassero in sinergia. Perché non si utilizza questo potenziale? Perché finirebbe per rendere pubbliche amare verità, pensiamo noi. Gratteri NON lo dice. Si potrebbe alludere per esempio, a verità come quelle che vogliono i nostri Governi eterodiretti e le volontà politiche non formate in Parlamento, ma nelle centrali decisionali dei moderni poteri globali, apolidi per definizione. Poteri nemmeno tanto segreti, che hanno ridisegnato il futuro delle società come quella italiana, strutturalmente più fragile e disponibile anche per riflessi storici e culturali ad assecondare disegni solo all’apparenza innocui. Altrimenti perché non si mandano in Libia ed in centro Africa uomini dei Servizi ad interrompere il lavoro di coloro i quali organizzano i viaggi verso le coste della Libia? Con 1/3 della spesa che ci costa questo pessimo “servizio taxi”, si potrebbero sostenere molte imprese italiane disposte a trasferirsi in Africa per creare in loco aziende agricole e rimediare all’atavico problema della fame. Benedetto Iddio, riprende Gratteri, Continua a leggere

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confesso, ho un blog e 17 miliardi per il reddito di cittadinanza

…”Penso che sia più che lecito riposizionare la verità in questo caos controllato a tavolino. Ma che cosa vuole che le dica? Ok: è colpa mia che ho un blog“. Ecco come alla bisogna un NON blog può ritornare in sé stesso, assumere i titoli di un blog, informare i cittadini che presto avranno un reddito garantito finanziato con 17 miliardi di euro piovuti dal Cielo evidentemente per intercessione diretta del Poverello di Assisi suo malgrado coinvolto nel programma di governo stellare, subito dopo aver depositato una memoria difensiva nella quale si disconosce la paternità e la maternità di quell’unico blog nel frattempo riposizionato in rete allo stesso URL delle stelle, che sono tante, milioni di milioni, tutte a dire verità. Ritorniamo seri per un attimo che abbiamo già riso abbastanza. Alla marcia di Assisi parteciperanno anche i frati Cappuccini e non c’è da stupirsi. Occorrono esperti moltiplicatori autentici di pani e pesci per trovare le coperture ad un reddito universale garantito. Poi, una volta arrivati al Governo faranno quello che in Francia Macron ha solamente promesso per vincere le elezioni: “revisione dei Trattati europei, abolizione del fiscal compact, emissione degli eurobond, alleanza tra i paesi mediterranei” e non ultimo, “referendum sull’euro”. Che non si sappia troppo in giro, Continua a leggere

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Emiliano Brancaccio, uscita forzosa dall’euro a seguito di brutali crisi bancarie

Non hanno evidenza scientifica le tesi sostenute da Mario Draghi ed anche da noti economisti del calibro di Krugman, Giavazzi, Amighini, secondo le quali abbandonare l’euro, sistema monetario a cambi fissi, causerebbe svalutazioni ed iperinflazione con ripercussioni catastrofiche sui percettori di reddito da lavoro dipendente. A sostenerlo il giovane economista Emiliano Brancaccio, docente dell’Uni Sannio per il quale, in regime deflattivo indotto come quello attuale, i lavoratori già pagano a caro prezzo la crisi della moneta unica in termini di compressione dei salari e conseguente ridotto potere d’acquisto. Formulare delle previsioni quindi, sugli eventuali vantaggi della permanenza nell’area euro o svantaggi che ne verrebbero da una uscita dalla moneta unica, non può non tener conto delle evidenze di cronaca passata. I rilievi dell’ultimo trentennio sostiene Brancaccio, stanno a dimostrare che nei paesi avanzati tra cui possiamo iscrivere l’Italia, la svalutazione che segue l’abbandono di un sistema monetario a cambi fissi, ha fatto registrare un impatto modesto e temporaneo sull’inflazione del tutto compatibile con le aspettative positive di ripresa economica ed occupazionale. Tuttavia prosegue Brancaccio, queste evidenze di tipo empirico potrebbero non essere sufficienti a determinare i motivi per uscire dall’euro. Una uscita ineludibile invece, è ipotizzabile qualora si verificassero circostanze tali come il succedersi di ripetute e brutali crisi bancarie che costringerebbero alcuni Stati dell’Unione, tra cui l’Italia, a ripristinare il controllo nazionale sulla moneta. A dare conferma dell’eventualità, fu lo stesso Fondo Monetario Internazionale  monito poi rivolto dal Financial Times agli economisti euro entusiasti  nel 2013, rammenta Brancaccio. Mettere in conto un piano alternativo di salvataggio è dunque una opzione che anche gli euro tifosi non possono eludere. E’ tempo di cominciare a ragionare sulle modalità di recupero dei controlli Continua a leggere

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Dieci vescovi schierati con Le Pen, Merkel preoccupata prepara il Governo UE con Macron

La pregiudiziale antifascista, sembra essere caduta in Francia. Nonostante Francesco verrebbe da pensare, dieci Vescovi sfrontati, hanno pubblicamente invitato a votare per Marine Le Pen. A spaventare i cattolici osservanti, il modernismo di Macron sulla famiglia artificiale. In Francia i cattolici praticanti sono una minoranza esigua, circa il 15% dell’elettorato complessivo. Alle ultime regionali del 2015, di questa minoranza il 25% votò per il Front National. Delusi dai repubblicains, la tendenza registrata nelle urne lascia credere in un possibile travaso di voti cattolici dal tradizionale raggruppamento conservatore verso l’avanguardia lepenista. Intanto l’avanzata popolare anti euro pare abbia convinto la Merkel ad abbandonare il consueto apparente ruolo da osservatore distaccato. Fonti autorevoli della CDU, il partito cristiano sociale della Cancelliera, hanno lasciato trapelare il progetto di primo Governo embrionale della UE cui starebbe lavorando in tandem con Macron, dato sicuro vincente al secondo turno delle Presidenziali. Ben assortita, la nuova coppia reggente europea formata dal giovane banchiere francese e dalla vecchia volpe tedesca, intende istituire un vero e proprio gabinetto di governo continentale per avocare le politiche della sicurezza, della difesa e dell’economia. Dove non arrivò Tremonti che col suo piglio professorale tentava in seno al Consiglio europeo di accreditare tesi protezioniste e di sviluppo a calmierare la globalizzazione selvaggia, pare sia arrivata la paura della rivoluzione alle porte già vittoriosa nelle urne della Brexit, delle Presidenziali americane ed al primo turno di quelle francesi. Costretta dagli eventi, in campo economico infatti, la cancelleria europea si sarebbe riconvertita al peccato progettando “Bond UE” da immettere sul mercato con garanzia della BCE. I capitali così raccolti, sarebbero investiti in opere infrastrutturali innovative e sensate con l’obiettivo di rilanciare l’occupazione e stemperare le tensioni sociali crescenti e l’avversione verso le oligarchie di Bruxelles. Quelle francesi, sono una finzione di elezioni. Piuttosto che eleggere un Presidente, eleggono un vice cancelliere, osserva Emmanuel Todd, storico, demografo, scrittore che sottolinea come Macron per la Francia rappresenti la Continua a leggere

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Contro Macron, la possibile alleanza anticapitalista nelle urne Le Pen-Melenchon

Questa sera a festeggiare sono gli oligarchi ha dichiarato Jean Luc Melenchon, il candidato della sinistra indomita che ha conseguito un risultato ragguardevole alle Presidenziali francesi arrivando ad una incollatura dal terzo classificato Fillon, il promesso Presidente della destra liberale che in pubblico si spende per i meriti ed in privato si prodiga per i favori. Quasi a voler smentire i buoni propositi, i sondaggi accreditano a favore del banchiere Macron il 52% dei voti di Melenchon al secondo turno. Giovane, brillante, post ideologico, il finanziere organico al mondialismo Emmanuel Macron ha verosimilmente poco da temere dal balloggio con la Le Pen, secondo gli analisti. Il difficile sarà per lui, senza un partito alle spalle, conquistare una maggioranza all’Assemblea nelle legislative di giugno dove Marine Le Pen può contare sulla Francia profonda che antipatizza i banchieri e gli studenti delle scuole elitarie dal quale proviene. Inoltre Macron ha l’handicap di non vedere nella immigrazione islamica un pericolo reale che miete vittime tra la popolazione comune ed è avvertita come una minaccia incombente dalla maggioranza dei francesi. Sul piano più strettamente politico, il successo di Macron al primo turno e’ stato determinare dal fatto che Macron non coglie le differenze tra destra e sinistra conferma l’economista e saggista Jacques Attali, nel suo programma ad esempio, si propone di contrastare la povertà finanziando un reddito di cittadinanza ed al contempo, di reclutare un esercito europeo. La Francia interconnessa di oggi, ha dimenticato il mondo antico della Le Pen e non tornerà indietro. Attali ne è convinto. Che cosa resta alla coraggiosa Marine allora per giocarsi le sue chances di vittoria finale se non puntare ad un’alleanza anticapitalista nelle urne? Inedita quanto si vuole, ma non meno improponibile di quella tra socialisti e conservatori che si ritrovano coalizzati contro di lei al ballottaggio. Almeno dal punto di vista della coerenza, il modello economico dei sovranisti si concilia con quello della sinistra sulle istanze del lavoro e del mercato libero globale, padrone indiscriminato dei destini di milioni di uomini gettati nella povertà dalla concorrenza sleale di merci e lavoro a basso costo. Le chiavi dell’Eliseo si ricevono dopo aver consegnato alle urne quattordici milioni di voti. Pur fedeli nei secoli, i consensi del Front non superano gli otto milioni. Risucchiare voti alla destra dei ricconi soprattutto dopo l’appoggio esplicito a Macron dato da Fillon a qualche minuto dall’esito delle prime proiezioni, risulta obiettivamente arduo da parte di chi vuole chiudere le frontiere e mettere dazi. Puntare le Continua a leggere

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La grande ammucchiata potrebbe non bastare, Le Pen spopola tra i giovani

Marine Le Pen ha spopolato nelle campagne, non è questa però la vera sorpresa venuta fuori al primo turno delle Presidenziali. L’analisi dei flussi infatti, ha rivelato come in larga misura il voto al Front National sia venuto dalle fasce giovanilisegmento della popolazione in maggioranza solitamente orientato a sinistra. La grande ammucchiata quindi che si profila al secondo turno, non  necessariamente potrebbe essere sufficiente a far vincere Macron. L’arco repubblicano ha prevalso nelle grandi città e tra i ceti abbienti interessati a mantenere inalterate le condizioni economiche e ad essere rassicurati dalle forze moderate. Oltre un quarto dei francesi però, ben otto milioni di elettori, resiste contro tutti. Magari sarà vero che la Francia non è ancora pronta a sperimentare un Governo Nazionale, ma è anche vero che il grande lavoro di allargamento prima e consolidamento poi della base elettorale portato avanti da Marine Le Pen da quando ha preso il testimone dal padre Jean Marie alla guida del Front, ha gettato le premesse perché dopo un altro ciclo di maturazione, ci ritroveremo uno schieramento lepenista fortissimo nella società, osserva lo scrittore Marek Halter. Bisognerà che ne passi ancora di acqua sotto i ponti della Senna, poi tra cinque anni quando anche l’immagine di Macron come quella dei suoi predecessori, sarà sbiadita e svilita dalle mine identitarie delle banlieue e dalle prevedibili crisi delle Istituzioni Europee Continua a leggere

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Pace, amore e querele, a marechiaro ci sta un tribunale

Oramai quando spunta la luna a marechiaro, nemmeno i pesci fanno più l’amore, le onde del mare si rivoltano e cambiano colore per troppa noia; anche la verità di pudore scolorita, si fa arancione in volto dal rosso che fu, nera giammai. A marechiaro ci sta una finestra dove la pace nostra bussa, passa l’acqua sotto e mormora: tutti mi pagano. Poi raccolti i sussurri, si rifugia in tribunale. Pace, amore e querele, a marechiaro le fake news non hanno scampo, una contro narrazione a prova di smentita giudiziaria s’incarica di ristabilire la realtà dei fatti: le fogne sono sturate; le strade sono rifatte, sgombre, asciutte e pulite; gli autobus sono tirati a lucido e puntualissimi come sempre; le scuole sono sicure, sono state rimesse tutte a norma; le case popolari assegnate ai bisognosi dalla fedina immacolata, fanno registrare indici di raccolta differenziata del 100%; gli affitti sono riscossi fino all’ultimo euro, nulla sfugge; la piaga del commercio contraffatto è stroncata come da Regolamento; le aggressioni dei parcheggiatori abusivi sono severamente punite: multe salate vengono elevate agli automobilisti malcapitati; il bilancio è in ordine e le tasse locali sono scese al minimo storico. A merechiaro se solo vi azzardate a pensare che non sia vero, segnalatelo al #controsportello. Noi ve le diamo per buone, mettetevelo nella  Continua a leggere

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In gran parte tedesche le Ong che dirottano i migranti in Italia

Risale a settembre 2016 l’improvviso incremento di naviglio che opera nel Mediterraneo in soccorso dei migranti a ridosso delle acque territoriali ed a volte anche all’interno delle stesse acque libiche. Ad oggi si registra la presenza complessiva di tredici navi appartenenti alle Organizzazioni NON Governative; ben cinque di queste ONG sono tedesche. Delle navi umanitarie, due battono rispettivamente bandiera del Belize e delle Isole Marshall, paesi che non si può dire si distinguano per spirito collaborativo con le Autorità Giudiziarie; le altre navi soccorso battono bandiera di Gibilterra, Nuova Zelanda, Olanda e della stessa Germania. Nei primi mesi del 2017 gli sbarchi in Italia hanno fatto registrare un’impennata straordinaria, il 50% della quale è stata portata a termine dall’intervento delle navi delle ONG di marca europea. Parallelamente però, il numero delle morti in mare non accenna a diminuire. Il rilievo induce a pensare che l’attività delle organizzazioni umanitarie non abbia avuto l’esito prefisso di attenuare il numero delle tragedie anzi, la loro opera ha interferito col lavoro di contrasto ai trafficanti che ora non si riesce ad arrestare perché non avendo più l’esigenza di dover pilotare i barconi fino all’approdo, si limitano ad affidare il timone agli stessi migranti scelti a caso. Spesso giovanissimi quando non minorenni, con bussola e satellitare i migranti ricevono indicazioni precise per raggiungere i soccorsi in attesa al largo. Gli obiettivi delle indagini condotte dalla Procura di Catania mirano essenzialmente a ricostruire quindi i canali di finanziamenti che arrivano alle OGN e la natura dei rapporti eventuali di collaborazione diretta delle Organizzazioni umanitarie di soccorso con le centrali criminali di gestione dei flussi migratori, al fine di verificare ipotesi di reati. Dai primi accertamenti si è potuto rilevare che i costi di armamento e gestione del naviglio di soccorso sono estremamente elevati, si va dagli 11.000 euro al giorno che gravano sulla nave Acquarius di SOS Mediterranée, ai 400.000 euro mensili che occorrono se alle spese di mantenimento della nave si sommano quelle per il noleggio di sofisticati sistemi di localizzazione con droni in territorio libico, tecnologie di fabbricazione austriache. Dobbiamo dunque innanzitutto capire da dove proviene il denaro che finanzia la flotta delle ONG e poi verificare la disponibilità di queste a rendere informazioni convincenti circa i motivi delle violazioni delle Convenzioni internazionali sul diritto del mare che vorrebbero come porto di approdo per i salvataggi quelli più vicini della Tunisia mentre invece, si salta addirittura Malta e si trasportano direttamente in Italia gli uomini raccolti al largo delle coste libiche. Inoltre, se per un verso è comprensibile che le navi delle ONG siano quasi sempre quelle più prossime alle imbarcazioni che lanciano gli allarmi alla centrale operativa di soccorso perché a differenza di altri soccorritori vanno a cercarli, “io sono convinto che non sempre sia stata la centrale di smistamento di stanza nel Lazio la prima a contattarle, i recapiti delle ONG infatti, sono pubblicati in internet. Non si può quindi escludere che le navi siano state chiamate direttamente dalle organizzazioni di trafficati a terra”, puntualizza il Procuratore capo di Catania ascoltato dal Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, presso l’aula al IV piano di Palazzo San Macuto in Roma. Il Procuratore Zuccaro e noi con lui, si domanda infine se sia legittimo consentire ad organizzazioni private di sostituirsi alla volontà delle nazioni ed alle scelte della politica al fine di porre in essere corridoi di accesso al nostro Paese in misura anomala violando le Convenzioni internazionali. Accessi che altrimenti avrebbero avuto proporzioni circoscritte. Senza indulgere all’ottimismo, cogliamo però come una nota positiva l’audizione del Procuratore Zuccaro. Fin qui infatti, si sono sprecati gli interventi di giuristi a giustificare i motivi di diritto ineludibili connessi ai flussi anomali di migranti registrati in Italia negli ultimi anni. Dal 22 marzo 2017 sappiamo invece che questi motivi sono generati in violazione di Convenzioni internazionali sia pure non perseguibili penalmente dalla giurisdizione italiana. E’ comunque un primo timido passo compiuto nell’interesse della opinione pubblica italiana perché ritrovi gli strumenti necessari a rompere le catene dei diritti inventati in tempo utile per non sparire: Continua a leggere

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