Banche, la trojka è già in agguato per il 2016

vignetta-sfondo-header-babbo natale e la ue nel saccoSintomo della leggerezza con la quale il Parlamento italiano recepisce le direttive dei burocrati eterodiretti della Commissione Europea, sono le parole di assoluta sorpresa con le quali il Governo ha reagito alle sacrosante proteste dei risparmiatori che non accennano a spegnersi, rimproverando addirittura ai media di travisare la vicenda. Buggerati dalle quattro banche andate fallite: Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara; traditi dagli organi di vigilanza; abbandonati dal Governo, i risparmiatori hanno visto azzerate le loro poche certezze dalla doppia morale europea che dapprima ha permesso il salvataggio delle banche tedesche, spagnole, irlandesi e portoghesi coi soldi anche del debito pubblico italiano messo a disposizione da Monti, infine hanno visto definitivamente svanire l’ultimo appiglio quello del fondo interbancario, con la lettera riservata della Commissione UE al Tesoro che interdice anche ad una istituzione privata, di sostituirsi allo Stato e ristorare i malcapitati. Ebbene, quelle tristi facce da pensionati che abbiamo visto issare cartelli di protesta in piazza ed arrancare per l’artrosi nel salire sui treni e portarsi a Roma sotto le finestre di Banca d’Italia, non sarebbero risparmiatori a giudizio del nostro ministro dell’economia Padoan, ma dei populisti finanziaridegli agitatori di onesti mercati, degli anti europeisti che difendono la loro rendita di posizione e non si curano dell’interesse generale. Il mondo alla rovescia. Padoan, Visco, Vegas, se avessero avuto almeno il pudore di tacere, forse avrebbero evitato alle Istituzioni del paese di screditarsi ancor di più agli occhi dei cittadini comuni perché se c’è una cosa chiara in questa torbida vicenda di banche, è che l’Italia non ha più sovranità reale. I contenuti ed i toni di quest’ultima lettera, come già la precedente recapitata nel 2011 a Tremonti dalla BCE con il decalogo delle riforme da implementare, provano che il potere di decidere il destino del popolo italiano è stato ceduto in favore di una oligarchia sovranazionale che agisce per conto di interessi economico-finanziari in un sistema rigido di controlli, ideato e costruito per costringere nell’orbita gravitazionale i paesi le cui spinte centrifughe potrebbero determinare con maggiori possibilità di riuscita, la traslazione del baricentro di aggregazione. La rigidità di alcuni paesi ci sta costando troppo, ammette Padoan, le ricadute sociali ed economiche di alcune scelte, superano i benefici che il nostro paese trae dall’adesione alla Unione Europea. Immigrazione e politica energetica, si sono sommate ai penalizzanti stress test cui sono state sottoposte le nostre banche, al rinvio della “bad bank” per assorbire i crediti deteriorati, allo stop imposto dalla Commissione all’intervento del fondo interbancario nel salvataggio delle banche, alla sospensione del giudizio di approvazione della nostra Legge di Stabilità. Non vorremmo che la Germania, confida Padoan, pensasse che per azzerare il rischio, prima di completare l’Unione Bancaria con la previsione di una garanzia comune sui depositi, si debba aspettare il fallimento delle banche in affanno ignorando che il pericolo di contagio in simili circostanze coinvolge tutti, come dimostrato dal fallimento di Lehman Brother. La Merkel non vuole discutere sui giornali ed aspetta Renzi a Berlino per un chiarimento. Sulle politiche energetiche, sa di non avere validi argomenti per convincere l’Italia che si oppone, perché cade in contraddizione con la recente decisione di rinnovare le sanzioni alla Russia. Il raddoppio del gasdotto infatti, è un problema di politica interna per i tedeschi. Sono stati i socialdemocratici ad incontrare direttamente Putin e chiudere l’accordo. Non a caso il vecchio Schoeder è consulente del Cremlino per la materia, a proposito di conflitto d’interessi. Sulla Unione Bancaria invece, la Merkel ha più ragioni da calare al tavolo per rintuzzare le accuse di Renzi. L’Italia chiede flessibilità di bilancio e contemporaneamente mutualizzazione del risparmio. A parere tedesco, una condizione dovrebbe escludere l’altra perché è rischioso concedere garanzie sui depositi ad un paese che ha un debito enorme al di sopra del 130% del PIL e che non accenna a calare. Le banche italiane hanno circa 360 miliardi di crediti in sofferenza. Molte piccole banche, dopo i fallimenti delle quattro banche dell’Italia centrale, accusano gravi difficoltà nel piazzare titoli ai risparmiatori evidentemente intimoriti dalle soluzioni che si sono volute applicare ed a Bruxelles,  nelle stanze della Commissione comincia a farsi strada la voce che il sistema bancario italiano ha bisogno di una cura da cavallo sul modello di Continua a leggere

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Mattarella salva Visco perché il somaro rimprovera al cavallo le sue lunghe orecchie

vignetta-header-sfondo-piccoli renzi grande merkelNon basta distribuire fitti foglietti illustrativi con incomprensibili analisi di mercato e piani di investimenti, per tutelare la massa di sprovveduti che si avvicendano fiduciosi agli sportelli bancari portando nel cuore il desiderio comprensibile ed umano di mettere a reddito i risparmi di una vita o la liquidazione dopo quaranta anni di lavoro, bisogna entrare nelle banche ed annusare di persona se c’è puzza di bruciato. Quanti ispettori in incognito ha inviato agli sportelli delle quattro banche fallite la Consob? Si chiedono Alesina e Giavazzi. Dopo i disastri dei pensionati di banca Etruria buggerati da prodotti finanziari altamente rischiosi piazzati nel ventre di un cavallo di Troia commerciabile di nome “obbligazioni”, la fiducia negli organi di vigilanza indiscutibilmente è compromessa agli occhi dei risparmiatori e sarà difficile ricostruirla. Difficili da smentire sono anche le responsabilità di Banca d’Italia che dovrebbe controllare e verificare la correttezza degli organi deliberativi delle banche. Dopo aver commissariato Banche delle Marche ad esempio, è restata inerme ed acquiescente per 27 mesi. Sarebbero bastati quattrocento milioni per ricapitalizzarla. Negli Stati Uniti la Federal Reserve ed il Governo di Washington hanno investito 45 miliardi di dollari per salvare la Citybank che dopo due anni, ritornata in attivo, ha restituito con gli interessi al 27%, tutto il credito ricevuto. In Europa invece, il pastore tedesco fa buona guardia ai suoi interessi nella Commissione: buono e fedele quando si tratta di finanziare Hsh con fondi pubblici tuttora in essere, ringhia di rabbia quando a chiedere l’autorizzazione ad un intervento di salvaguardia dei risparmiatori è la povera Italia, le cui finanze screditate sono messe al bando dai custodi dell’euro. Rassegnate le parole di Padoan, che confida sul caso delle quattro banche salvate coi soldi delle obbligazioni subordinate in mano ai risparmiatori pensionati: non ce la siamo sentita di  sfidare la UE. Le conseguenze sarebbero state gravi spiega, il complotto del 2011 ha fatto scuola evidentemente. Sarebbe stata avviata immediatamente la procedura di infrazione ipotizza Padoan e conseguentemente, sarebbe scattato il blocco ad ogni possibilità di comprare liquidità sui mercati per noi. Comunque conclude: se Salvini è disposto ad affrontare i costi dell’ uscita dall’euro, si accomodi. Insomma, a guardare oltre le spacconate di Renzi, quando poi l’Italia va in Europa mette a nudo tutte le fragilità di una economia dipendente e sotto scacco finanziario. Lo stesso Mattarella  si è dovuto precipitare a frenare il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Viscodeterminato a dare le dimissioni dopo che il quadro delle responsabilità nel dramma dei piccoli risparmiatori delle quattro banche locali dell’Italia Centrale, si è delineato con buona precisione. Mattarella ha confermato la fiducia a Visco per non dare ulteriori alibi alla Germania che nutre scarsa fiducia nel governo Italiano e nella trasparenza delle Istituzioni del nostro paese e rifiuta di mettere la cassa in comune per la costituzione di un fondo di garanzia del risparmio a livello dell’Unione. Certo, Continua a leggere

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Nel portafogli degli italiani, ancora 60 miliardi di obbligazioni subordinate

obbligazioni-senior-subordinate-schedaIndipendente, imparziale, onorato, saranno i requisiti dell’organismo arbitrale chiamato a risarcire in parte gli ingenui pensionati obbligazionisti buggerati dalle banche andate fallite e sulle cui creative attività finanziarie né la Consob, né Banca d’Italia, hanno saputo o voluto esercitare pienamente i loro poteri di vigilanza. Saranno poi le inchieste avviate dalle Procure a chiarirlo definitivamente. Al momento di certo sappiano che l’emendamento del Tesoro alla Legge di Stabilità era già scritto e si limitava ad anticipare l’entrata in funzione del nuovo organo previsto dalle norme, ma le vibranti proteste del M5S e delle associazioni di consumatori, hanno determinato nel Governo un ripensamento che di fatto mantiene fuori gli attori che hanno dato una pessima prova nella vicenda. Voci di popolo, voci di Dio, quelle raccolte tra Montecitorio e palazzo Chigi raccontano dell’irritazione dei banchieri che questa volta sono stati chiamati a pagare almeno sul piano deontologico, del loro operato. Nell’anno giubilare però, non si potevano condannare all’inferno banche e banchieri ed allora il Governo misericordioso per non smentirsi, ha pensato bene di concedere all’intero sistema deduzioni per complessivi 230 milioni di euro in cambio dell’elemosina di cento milioni anticipata dal Fondo di garanzia dei depositi a parziale ristoro degli sprovveduti pensionati acquirenti di carta straccia. Il problema però rimane e non riguarda solamente gli obbligazionisti di Banca Etruria. Il portafogli di molti italiani infatti, custodisce ancora 60 miliardi di obbligazioni subordinate. L’allarme quindi non cessa, anche se Renzi sta facendo ogni sforzo per ridimensionare gli effetti politici dell’ennesima crisi finanziaria che si abbatte sui cittadini comuni e su quel mondo del lavoro in particolare che, come denunciato dai clienti di Banca Etruria, aveva affidato a famelici speculatori architetti di finanza derivata, le proprie liquidazioni a garanzia di una serena vecchiaia. Le responsabilità del disastro sono palesi e vanno imputate innanzitutto ai manager delle banche che se la cavano sempre, uscendo da queste dolorose vicende consolati da liquidazioni milionarie; ai CDA che trincerano le reali condizioni economiche degli istituti alla clientela comune; alla Banca d’Italia che non ha vigilato adeguatamente e come avrebbe potuto altrimenti? I suoi proprietari sono le stesse banche sulle quali vigila da quando è stata privatizzata dal Tesoro. Il quadro generale si può intuire, è tutt’altro che incoraggiante per i risparmiatori italiani. Le quattro banche fallite non sono le uniche a navigare in acque torbide ed in parte lo dobbiamo anche alla decisione arrogante presa da Monti che rifiutò gli aiuti europei per cui ci ritroviamo ora ad aver salvato col nostro debito pubblico le banche tedesche e spagnole dai fallimenti e ad avere addebitato ai vecchietti pensionati la responsabilità di pagare il conto del fallimento delle nostre banche osserva Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana i cui cittadini hanno pagato il prezzo più salato. Resta ancora un’altra considerazione di ordine generale ed è quella Continua a leggere

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Siamo una forza militare impressionante, rassicura Renzi

vignetta-sfondo-header-renzi in marcia con il gelatoCon le bombe noi giochiamo a nascondino. Infatti siamo una “impressionante”  potenza militare in incognito. A confermalo le parole del nostro Presidente del Consiglio: “siamo ovunque. Abbiamo uomini schierati in Libano, in Afghanistan, in Kosovo, in Somalia, in Iraq. Dopo gli americani, gli italiani sono la forza militare più numerosa” che opera fuori dai confini nazionali. Ma la “guerra è una cosa drammaticamente seria”, così seria per Renzi, che evidentemente te la puoi permettere a patto di mantenere la consegna del silenzio: organizzi la fureria, dai le dritte in retrovia e non tiri il grilletto, perché se l’ isis s’incazza sono dolori! Mantenere una forza militare impressionante in una condizione di ridotta attitudine bellica, rende addirittura “fiero ed orgoglioso”  il capo del Governo. Anche perché, ad onere del vero, negli anni passati in Afghanistan tutte le volte che le nostre truppe hanno messo la testa fuori dall’accampamento, hanno subito pesanti perdite. Se qualcuno intendesse confutare i fatti, tiri fuori un titolo di giornale con l’annuncio di uno scontro vittorioso delle forze di pace italiane sui terroristi di al qaeda. Non sarebbe allora più corretto ammettere quello che a tutti nel mondo è già noto? La Costituzione italiana“ripudia la guerra” e come “strumento per risolvere le controversie” ci lascia la diplomazia, che però arriva quando le armi tacciano ed a decidere i destini al tavolo restano i vincitori sul campo. Non occorre convocare una seduta plenaria delle Nazioni Unite, basterebbe riprendere in mano quel libricino sul quale si sono formate le generazioni lungo il secolo scorso, il sussidiario e sfogliarlo, per comprendere che i fatti nella storia procedono secondo rapporti di “forza militare” più che ideale, come si vorrebbe far credere ai giovani che abbiamo unilateralmente demotivati e depotenziati con una azione culturale incessante. Il due di coppe a briscola, è dunque semplicemente la carta costitutiva del mazzo che ci siamo scelta per giocare sullo scacchiere internazionale; se avessimo un filo di “orgoglio”, almeno il capo del governo eviterebbe di spendere tante vuote parole per giustificare i nostri problemi di difesa dalle minacce portate fin sull’uscio della porta di casa. Le nostre mani sono legate, a legarle siamo stati noi stessi per scelta. Difficile dire democratica, se non ammettiamo che l’eutanasia di un popolo possa essere compresa nel novero delle libere scelte. Arrendersi e non dichiararlo, è quindi la battaglia culturale da combattere con tutta la potenza di fuoco disponibile della comunicazione per salvare la faccia. Almeno quella e non si sa ancora fino a quando. Attaccare sul campo sarebbe controproducente, rischiamo di scatenare la loro ira. La vera battaglia, la sola che siamo autorizzati ad ingaggiare è quella culturale condotta a suon di miliardi di euro. Tanto spendiamo per comprarci la loro benevolenza anche a costo di lasciare i nostri anziani con pensioni da fame ed i nostri lavoratori sottopagati quando non disoccupati. Poi  stupiti scopriamo che non tutti gli uomini si lasciano comprare. I fatti di San Bernardino negli Stati Uniti tanto per restare solo all’attualità più recente, stanno lì a dimostrare che l’homo oeconomicus non esiste o per meglio dire: Continua a leggere

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Non si fidano di Alfano, una testa di porco recapita l’avviso al cancello della moschea

testa di maiale infilzata al cancello della moschea di Giugliano (NA)Se anche un campione del liberalismo politicamente corretto, lo storico Paolo Mieli, ammette che si fa fatica a trovare qualcosa da poter definire moderato nelle realtà statuali islamiche seguendo il senso comune che noi occidentali diamo all’aggettivo e riconosce che a partecipare alle manifestazioni “not in my name”, di solidarietà alle vittime della strage di Parigi siano state poche decine di musulmani italiani al punto da citarne l’elenco dettagliato, allora si può comprendere lo stato d’animo reale in cui versa l’opinione pubblica moderata italiana e cioé, quella che per il momento è ancora maggioranza relativa della popolazione residente di origine culturale laica, autoctona cristiana, cristiana non professante, comunque devota: impaurita. La paura la fa da padrone combattutati come siamo tra i principi alti, architrave cui sono ispirate le nostre vite ed i fatti che s’incaricano sciaguratamente di smentirli gettandoci nel baratro delle incertezze dove regna il silenzio e la buona educazione, ultima arma spuntata degli inermi diseducati alla difesa dalla scuola, dalla stessa Chiesa cattolica apostolica romana, dalla politica, dall’intellighènzia e non ultima in ordine d’importanza, dall’economia degli affari che importa manodopera a basso costo e capitali a buon mercato, esporta beni di lusso e tecnologia e rafforza il potere assoluto di emiri, sultani, ayatollah comprando fonti energetiche fossili che ci si ostina a non estrarre in patria per liberarsi definitivamente da questo giogo. La paura inconfessabile è quella di vedere tradita la nostra magnanimità e disponibilità al soccorso ed aiuto indiscriminato come è già accaduto a Parigi e prima ancora a Londra ed a Madrid. Il timore è che si può essere pugnalati alle spalle da chi abbiamo allevato con tanto amore e tolleranza. Le tragedie parigine ci dicono che tutto questo non è stato sufficiente perché si formattasse la matrice d’appartenenza dell’anima profonda, quella che la famiglia e la comunità prossima più estesa incidono indelebile nel cuore e nelle menti come segno di esistenza e di perpetuazione. La paura si aggrava sempre più al nostro interno anche perché l’esperienza ci insegna che non possiamo avere fiducia nelle determinazioni del nostro Governo e tanto meno contare sulle istituzioni deputate alla nostra difesa le quali in più di una occasione hanno dato prova di cedere al nemico, ricordiamo qui gli attentati di Capaci e via D’amelio, ma l’elenco è lungo e dobbiamo parlare d’altro. Se non abbiamo ancora subito attentati in Italia, il merito non è sicuramente di Alfano o dei nostri servizi segreti, che non sono più bravi di quelli francesi e belgi quanto piuttosto, dell’opera e dell’azione protettrice svolta dal Vaticano, ci spiega Cacciari e non solo. A scongiurare attentati in Italia avrebbero contribuito anche le mafie, accorte a non vendere armi alla jihad islamica. Incredibile anche solamente da immaginare, ma la soffiata viene da fonti che quotidianamente si coordinano coi servizi segreti del nostro paese. Come a dire che la mafia ha un cuore e tiene alla sorte delle sue vittime o forse non è così, la mafia e la camorra più semplicemente sanno che con l’avvento di un califfato, sarebbero costrette e sottomesse anche loro e quindi vigilano perché non sia armata la mano dello straniero. Meglio la democrazia anche per loro, non c’è dubbio. In fondo questo è il paese “dò sole”, devono aver pensato gli scugnizzi di Giugliano in Campania, che dell’amicizia e dell’ospitalità fanno una questione d’onore: guai a tradirla! “Balordi”, ipotizzano le forze dell’ordine, si sono resi autori di un gesto dimostrativo contro la moschea di via Marconi che potrebbe però essere interpretato anche come un gesto intimidatorio, d’avvertimento in perfetto stile mafioso: hanno infilzato infatti al cancello della moschea, una testa di maiale insanguinata e scritto al muro d’ingresso: fuck isis“. D’altronde  Continua a leggere

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Rivoluzione culturale alla Sorbona, gli studenti pronti a combattere

vignetta-header-sfondo-hollande napoleone a cavallo di un cacciabombariereLa parola d’ordine deve essere quella di difendere l’insegnamento, la ricerca, che sono la ragion d’essere dell’università. La migliore risposta a tutti coloro che, con le loro azioni, negano la piena libertà di pensiero e di azione su cui facciamo affidamento scrive Barthélémy Jobert, Président de Paris-SorbonneSe non impariamo a difenderci dall’islam stragista, la democrazia deperisce.
Continuare a pensare che la civiltà prevale automaticamente nella storia, si rivela un principio vuoto di fronte ai molti giovani naturalizzati delle periferie europee, disposti a morire per la fede. Sotto le bombe e davanti ai colpi dei kalashnikov, anche gli studenti della Sorbona  finiscono per arrendersi. Comprendono che devono scuotersi dall’inerzia e rivedere la cultura alla quale si sono formati: ripongono i fiori nei vasi e si dicono consci di dover combattere per la libertà. La pace è un lusso che non possiamo più permetterci rassegnata, ammette Valeria 28 anni, dottoranda in storia. Tra gli studenti della Sorbona, l’inazione è divenuta una condizione insopportabile come naturale che sia. Ogni giovane che vive consapevolmente il suo tempo, non è disposto a subire il terrore e lo rifiuta. Se per un verso i giovani della Sorbona ritrovano l’amor di Patria ed il coraggio che serve per difenderLa, dall’altro scoprono di essere soli: l’Europa arretra sul fronte parolaio, e si dilegua sui campi di battaglia e dell’intelligenze, quando invece sarebbe necessaria una chiamata alle armi proprie che solamente scrittori, intellettuali, operatori dei mezzi di comunicazione hanno a disposizione per portare una coraggiosa controffensiva  senza reticenze, ipocrisie e riserve, sul terreno della verità storica che aiuti l’islam a liberarsi dall’ignoranza ed a superare il vittimismo auto assolutorio chiedendo conto dei troppi perché che restano sospesi nelle società dove assume ed agisce con un ruolo egemone fortissimamente identitario. Ci tocca invece assistere ad intellettuali sempre pronti a scattare quando non si approva in tempo una legge che regoli le unioni gay a Roma, ma che poi ammutoliscono e non incalzano l’islam cosiddetto moderato sulle impiccagioni delle adultere a Teheran piuttosto che la lapidazione delle fedigrafe a Riad. Giornalisti e conduttori televisivi sempre pronti e puntuali sui temi dei diritti e delle libertà poi dimentichi, non chiedono all’islam cosiddetto moderato, il perché non Continua a leggere

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Ida Magli, Papa gesuita e politici ignoranti porteranno gli europei all’estinzione

Ida Magli-stop immigrazioneDopo la Fallaci ci resta un’altra vecchia, Ida Magli. Antropologa e scrittrice, coi suoi novanta anni è quasi l’ultima tra le voci capaci di regalarci visioni profetiche dei mutamenti sociali. La sua copiosa produzione è tradotta ed apprezzata all’estero. Una nota stonata, un’anticonformista che fa inorridire il ceto politico-intellettuale vecchio e nuovo per la forza e la veemenza schietta del suo portato di analitica denuncia. Chi altri oggi in Italia ed in Europa ha il coraggio infatti, di affermare che se i popoli africani non sono stati buoni a far nulla nelle loro pur ricchissime terre dove si trovano giacimenti di petrolio e gas, di metalli preziosi, diamanti ed oro, dove si hanno a disposizione vaste foreste e variegata fauna, perché dovremmo aspettarci che siano capaci di costruire qualcosa di buono qui in Europa? In realtà, prosegue, l’immigrazione sregolata è un’arma utilizzata per uccidere gli europei. Una volta estinti però nessuno sarà in grado di sostituire il loro genio e non resterà più nulla. I motivi di tanta arretratezza culturale e tecnologica dei migranti, Ida Magli li vede esattamente nell’islam che pretende di organizzare l’intera giornata del musulmano fino a strutturarne la psicologia e renderlo incapace di pensare autonomamente. La civiltà europea sarà fatta fuori da quella musulmana, molto presto, chiosaMa allora perché non reagire? I cattolici puntualizza la Maglie, qualche resistenza sarebbero anche disposti ad opporre e sarebbe compito dei Preti indirizzarli, però non lo fanno. L’ultimo grave errore commesso, è stato quello di fare un Papa gesuita e per giunta argentino che di Europa non sa nulla. I gesuiti hanno a fondamenta della loro Regola quella di andare incontro alle persone che la pensano in modo diverso, pur di non creare attrito, ma oggi la Chiesa non la salvi con la misericordia, la salvi con la severità. Quella della Chiesa per la Magli, non è una crisi dell’istituzione, la Chiesa è in crisi teologica perché non riesce a reggere il mondo moderno ed ecco allora che essa viene a più miti pensieri, accomoda la sua dottrina esattamente come fa Bergoglio. La crisi della Chiesa dovrebbe indurre almeno la politica ad intervenire in difesa della civiltà europea, anche in questo campo però registriamo un’assenza grave. Ida Magli cita ad esempio i grillini che di recente l’hanno delusa votando lo ius soli. E’ una pratica che si usava tremila anni fa dice, quando un uomo capitava per caso in una nuova terra. Non è pensabile adottarla oggi, quando a spostarsi sono milioni di uomini. Poverini i grillini, anche loro sono figli della scuola femminile, non hanno imparato a pensare. Dall’asilo alla università, la scuola osserva la Magli, è in mano alle donne e agli allievi maschi sono venute a mancare le persone di riferimento. Crescono con una presenza eccessiva delle donne nella loro vita questo spiegherebbe anche l’incremento dell’orientamento omosessuale perché l’unione fra maschi aiuta a sentire maggiormente la complicità mancata nella fase dello sviluppo evolutivo. Non è finita cari amici, “l’orrore” del politicamente scorretto prosegue e vi sconvolgerà: Continua a leggere

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L’odio della Fallaci, per l’amore di Belpietro

Fallaci-bastardi-islamici…è un nemico che trattiamo da amico, che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Tale intensità che verrebbe spontaneo gridargli: se siamo così brutti, così cattivi, così peccaminosi, perché non te ne torni a casa tua? Perché stai qui? Per tagliarci la gola o farci saltare in aria? Un nemico, inoltre, che in nome dell’umanitarismo e dell’asilo politico (ma quale asilo politico, quali motivi politici?), accogliamo a migliaia per volta anche se i centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della “necessità” (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?), invitiamo anche attraverso l’Olimpo Costituzionale. “Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi. 

…Può l’odio essere proibito per legge? L’odio è un sentimento. E’ una emozione, una reazione, uno stato d’animo. Non un crimine giuridico. Come l’amore, l’odio appartiene alla natura umana. Anzi alla vita. E’ l’opposto dell’amore e quindi, come l’amore, non può essere proibito da un articolo del Codice penale. Può essere giudicato, sì. Può essere contestato, osteggiato, condannato, sì. Ma soltanto in senso morale. Ad esempio, nel giudizio delle religioni che come la religione cristiana predicano l’amore. Non nel giudizio d’un tribunale che mi garantisce il diritto di amare chi voglio.

…se ho il diritto di amare chi voglio, Continua a leggere

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Nous sommes Chrétiens, ma i codardi hanno ancora voce

vignetta-header-sfondo-islam, renzi incrocia le ditaParigi. Sei diversi attacchi di terrificante ed inconfondibile matrice islamista. Il bilancio finale è di 129 morti, oltre 352 persone ferite di cui 99 in condizioni disperate : ci sparavano come fossimo uccelli”, racconta un testimone spettatore della carneficina al teatro Bataclan. Nous sommes Chrétiens, santifichiamo i nostri Martiri innocenti. Stavolta non ci sono appigli e scusanti che tengono, non possiamo far finta che la cosa non ci riguarda, stavolta non dobbiamo rimuovere il dolore e rifugiarci nella codardia come comoda forma di autodifesa. Stavolta dobbiamo impedire alla paura di assalirci perché il terrore non diventi padrone assoluto delle strade di tutta Europa. E’ venuto il tempo di rompere gli indugi e muoversi per la guerraanche in ordine sparo se non si trovano le condizioni per mettere insieme un esercito europeo, perché lo Stato Islamico non lo combatti in altro modo e perché la Siria e la
Libia sono e saranno sempre più dei campus di formazione di aspiranti commando. Se non fossero bastati gli assalti a Charlie Hebdo, allora gli accadimenti del 13 novembre 2015 hanno chiarito definitivamente lo scenario che ci coglie ancora smarriti e confusi: all’interno stesso del vecchio continente, agisce un nemico che noi stessi abbiamo ingenui ed insipienti, agevolato in ogni modo e che si compone di individui nati o naturalizzati ai quali con troppa fretta abbiamo concesso generosamente fiducia. E’ un nemico subdolo ed infame questo che ci attacca, non nutre alcuna riconoscenza ed anzi si giova delle nostre libertà per dare sfogo al suo odio perché incapace, non avverte di essere rimasto indietro nella storia. Dopo il sangue versato nella II guerra mondiale abbiamo scoperto di avere noi europei, in comune più cose di quanto ci dividessero e ci siamo così abituati alla pace da pensare che questa fosse patrimonio universale. Scioccamente, abbiamo abbassato la guardia e ci siamo convinti che spartire le nostre ricchezze morali, civili e materiali, potesse essere la maniera giusta per aiutare quanti sono rimasti indietro. Abbiamo immaginato una enclave fantastica, dove tutti potessero essere accolti appassionatamente e vivere felici insieme. Abbiamo voluto crederci e stanchi abbiamo affidato i nostri destini alle mani di filosofi, sociologi e sognatori che ci hanno portato a sbattere nel muro delle aspirazioni più profonde ed autentiche dei popoli, quelle che trascendono l’uomo sin dalla notte dei tempi. Ora ci troviamo a fare i conti con la triste realtà di una guerra civile portata in casa nostra da un nemico indefinito cui abbiamo spalancato le porte ingannati dai suoi bisogni che pensavamo di poter soddisfare. A riprova uno dei commandos assalitori di Parigi identificato attraverso le impronte digitali si è accertato essere un uomo di cittadinanza francese. Era già noto ai servizi di sicurezza e schedato per la sua vicinanza con gli ambienti islamici più radicali e ritenuti a rischio. Era nato nella banlieue parigina, a Courcouronnes. Altre tre persone, che potrebbero essere complici degli attentatori di Parigi, sono state arrestate in Belgio. Provengono da Molenbeek, il quartiere di Bruxelles considerato la culla dell’islam radicale belga, abitato da una popolazione prevalentemente musulmana dove molti si sono radicalizzati. Gli inquirenti sono arrivati alla cellula belga grazie a due auto ritrovate in Francia nei pressi degli attentati. In una di esse c’era un biglietto per il parcheggio del quartiere di Moleenbek. Eppure Continua a leggere

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Salvini, la mummia ed il funerale dei moderati in piazza

vignetta-salvini con berlusconi sotto braccioDue settimane fa a Madrid sotto braccio con la Merkel, oggi a Bologna con Salvini, una schizzofrenia politica quella di Berlusconi che porterà al suicidio dei moderati in piazza. Sembrerebbe non fare una grinza dal suo punto di vista, il ragionamento dell’eretico Fitto che prosegue: Salvini sa fare il suo mestiere, siamo noi conservatori, liberali ed occidentali che non possiamo costruire l’alternativa a Renzi coi vaffa. Dobbiamo avere una proposta che incontri il favore delle decine di milioni di italiani che si rifugiano nell’astensione o danno i loro voti ai partiti di protesta. Consegnarsi alla Lega sarà l’ultimo atto di Forza Italia, l’ennesimo errore di Berlusconi. In effetti, dalle stesse parole di Salvini, si potrebbe ricavare l’intenzione malcelata di cannibalizzare Forza Italia: non siamo più quelli del passato come a dire, quelli che coprivano l’ala estrema dell’autonomismo settentrionale e lasciavano la ribalta nazionale a Berlusconi. Oggi la mummia rappresenta poco più che le sue aziende ed il consenso residuale che ancora mantiene, ci serve per sfrattare Renzi a Roma ed il sindaco Merola da Bologna, totalmente incapace ed inadatto al ruolo come Marino. Immigrazione, sicurezza e legittima difesa, ma soprattutto impresa, tasse e lavoro i temi sui quali la Lega ha invaso il campo di Forza Italia fino a disporsi per il gioco al buio sulle pensioni dove si dice pronta a votare la proposta Damiano del PD pur di superare la riforma Fornero e liberare immediatamente un milione di posti di lavoro da occupare coi giovani della staffetta generazionale. Dargli dell’estremista sprovveduto a Salvini, sembra quanto meno incauto. Dall’opposizione al Governo Monti, passando per l’opposizione al Governo Letta fino a questa ultima opposizione intransigente di piazza al Governo Renzi, il lavoro di Salvini è stato di ottima qualità politica paragonato al tira e molla della mummia imbrigliata nella sua rete ondivaga di interessi e contingenze giudiziarie. Il riposizionamento della Lega a quanti sanno osservare con sguardo libero da pregiudizi, potrebbe disvelarsi come un inaspettato buco nero, misteriosa forza d’energia attrattiva per l’intero campo della destra italiana dove ogni cosa che vi si avvicina, scompare. Molto di più di quanto ha fatto la Marine Le Pen in Francia, che non è riuscita a saltare l’UMP di Sarkò. In Italia Salvini ha dalla sua un esercito in attesa di un giovane capitano coraggioso, libero, fiero ed immacolato. E’ lo stesso fido consigliere Toti a firmare la resa Continua a leggere

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