Allarmi son grillini, prenderanno Roma non palazzo Chigi

allarmi siam grilliniMarino è andato ed a Roma sono tutti nel panico, la politica vede grillini sbucare in ogni dove e pensa di correre ai ripari con modifiche all’italicum, la legge elettorale appena promulgata che si credeva adatta ai vecchi partiti e si è poi scoperta essere il potenziale apriscatole del governo al movimento cinque stelle che non l’ha nemmeno votata. Si teme per gli elettori di destra che al ballottaggio dimentichi della cancellazione dell’IMU; dell’innalzamento della soglia per il contante; dei tagli all’irap; dei tagli all’ires; del job act; del superbonus assunzioni e memori dei tre miliardi spesi per albergare i clandestini, delle imminenti unioni gay e del prossimo ius soli di riflesso, pur di fare un dispetto al ganassa, votino Grillo. In realtà le statistiche certificano come la parte minoritaria degli elettori di destra che vanno a votare al secondo turno, siano i “moderati”, la destra liberale, quelli che ragionano col portafogli in mano e che non riverserebbero mai i loro consensi sul M5S, perché conoscono bene i rischi d’impazzimento dei mercati internazionali che correrebbero con un Casaleggio al governo ombra di palazzo Chigi. L’esperienza del primo Sipras ha fatto scuola e difficilmente verrà dimenticata da quella che fondamentalmente è la fetta più consapevole di elettorato e che farà la differenza decisiva al ballottaggio PD-M5S nel 2018 votando per Renzi. Dunque la politica dei vecchi marpioni può dormire sonni tranquilli piuttosto a risultare grottesco è il fenomeno tutto italiano del trasformismo che ha portato al Governo gli amici personali di un tizio in nome del rinnovamento e del primato della politica il quale, quando la contingenza lo mette con le spalle al muro, si rivolge ai tecnici ed ai magistrati per risolvere i problemi. I fatti osserva Cacciari, ci dicono che nel PD ad essere rottamato sia stato il solo Dalema e che a livello locale a tenere botta sia restata la vecchia guardia dei Fassino, dei Chiamparino, dei De Luca e finanche del redivivo Bassolino ch’è quanto dire in tema di cambiamento. Si spiega anche così l’enfatizzazione dei “successi” di Exspo 2015 che dovranno preparare il terreno alla Continua a leggere

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Poste, piuttosto che ai gufi meglio vendere a cinesi ed arabi

InsegnaPoste-ItalianeTrecentomila sono i piccoli risparmiatori italiani che hanno fatto richieste di acquisto di titoli azionari nell’offerta pubblica di privatizzazione del 40% di Poste italiane. Più del doppio quindi della quota ritagliata ai privati cittadini (27,3%), dal totale dei titoli messi sul mercato che rammentiamo, per scelta del Tesoro è stata riservata ai cosiddetti investitori istituzionali in misura del 72,7%. La risposta all’offerta dei piccoli risparmiatori si è rivelata dunque eccezionale, quasi ad affermare una volontà precisa degli italiani di riappropriarsi delle loro Poste. Così non sarà invece, martedì 27 ottobre metà di questi volenterosi vedrà andare tradita la fiducia che aveva riposto nell’azienda che più di altre forse, gli italiani identificano con lo Stato anzi, con la nazione. Sarà un sorteggio le cui modalità non sono state rese note infatti, ad assegnare le azioni di Poste italiane. Gli stessi soldi quindi, magari risparmiati dopo una vita di lavoro o messi da parte con la liquidazione, alla riffa del Tesoro saranno stati buoni per metà ad essere premiati dai dividendi assicurati nel 2015 e 2016, mentre l’altra metà evidentemente ritornerà in cassa a disposizione del Governo sotto forma di più convenienti Buoni fruttiferi per il bilancio dello Stato. Alternative dai rendimenti affidabili il mercato non offre, al momento. I risparmiatori dovranno farsene una ragione del grande successo di svendita Italia quello di Poste italiane, a cui per altro s’eravano già abituati, da Telecom in giù l’elenco è lungo. Si potevano fare scelte diverse? Certo che si poteva e probabilmente si sarebbe ricavato molto di più invertendo l’ordine di ripartizione delle quote cioè, cautelativamente riservare il 70% ai privati cittadini italiani ed ai dipendenti di Poste ed il restante lasciarlo al mercato globale. A giudicare dai numeri forniti dallo stesso Tesoro, si poteva e nulla sarebbe comunque restato invenduto. Piuttosto che vendere ai gufi, si è preferito regalare anche una quota importante di Poste ai fondi sovrani d’investimenti cinesi ed arabi (Kuwait), i soliti che già si sono comprati l’Italia migliore e più redditizia, quella delle eccellenze tecnologiche e produttive con la mediazione di sensali molti stimati in Patria ed all’estero. Sostanzialmente, il Governo italiano piuttosto che ricompensare i sacrifici fatti negli ultimi anni di pesante crisi da trecentomila cittadini-contribuenti-risparmiatori  sottoposti a tagli, tasse e rendimenti zero con la cessione onerosa di una quota significativa della stessa azienda che hanno contribuito con il fisco a far nascere e sviluppare nel corso di un secolo e mezzo, ha scelto di premiare con una pioggia di dividendi sicuri per i prossimi due anni pari all’80%, arabi, cinesi e George Soros, non propriamente dei disperati. “Un successo per il paese, un ritrovato interesse per l’Italia”, sfida Continua a leggere

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Imola, Di Maio annuncia l’addio alla politica

DiMaio&DiBattistaPovertà, onestà ed obbedienza a Grillo e Casaleggio, anche ad Imola #Italia5Stelle conferma la regola. Governiamo noi e sarà un’Italia senza mazzette, una politica senza soldi, con giornalisti liberi e politici sotto controllo. Sarà un’Italia bella e giusta quella che fiorirà dal seme dell’onestà. Non è Giovanni il Battista a parlare dal palco dell’autodromo di Imola in questi termini bensì il profeta portavoce a 5 Stelle Alfonso Bonafede, il più ispirato del Movimento che si appresta a conquistare le città metropolitane prima di arrivare al Governo da Palazzo Chigi. Non vuole invece sentir parlare di conquiste Luigi Di Maio: non conquisteremo le città, noi vogliamo restituirle ai cittadini, ribadisce il vicepresidente della Camera che giunto allo zenit di popolarità, inebriato dai fans, anticipa senza sorprese il prossimo addio alla politica, per far posto a quelli che sono venuti qui, al parco delle acque minerali di Imola. Nel 2010 ricorda, anch’io ero un attivista come tutti e valevo uno come gli altri sottintende. Ora che però vale pressappoco un milioncino di voti, si ritirerà a vita politica monacale e si sottoporrà alla regola della rete che in breve tempo dovrà scovare un altro talento con l’intervento dello spirito di community nel conclave dei clic .  Il nostro leader si chiama chiunque e verrà fuori dal mistero gaudioso della rete con la sola eccezione per i candidati sindaci che saranno selezionati dai soviet territoriali, ‘ops, pardon. Dalle grandi assemblee degli attivisti locali. Perentorio dall’area meetup si fa sentire Roberto, il Fico della Vigilanza Rai: abbiamo timore di bruciarci, ma non ci tiriamo indietro per le comunali. Gratta, gratta, se capiscono che gli conviene va a finire che candidano Di Maio a Presidente del Consiglio, non sarebbe la prima ricorda Enrico Mentana: è già accaduto con la partecipazione alle trasmissioni TV, l’anno scorso Grillo teorizzava l’oscuramento punitivo della stampa, poi si sono ricreduti dopo le picchiate nei sondaggi ed oggi il direttorio imperversa nei teleschermi degli italiani. I problemi nelle relazioni con la stampa, nascono dal fatto che spesso i grillini sono indisponenti, ma Continua a leggere

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Di Maio vince, batte anche la Carfagna nella corsa a Sindaco

LuigiDiMaiomara-carfagna-beve dalla cannucciaMancano otto mesi alle consultazioni amministrative nelle principali città capoluogo e per i sondaggisti c’è una sola certezza: il primo partito o meglio, la prima lista vincente è il Movimento 5 Stelle dato da IPR Marketing al 32%.  La condizione per vincere però è il candidato: deve essere Luigi Di Maio il cui valore aggiunto nei sondaggi, si calcola intorno ai 10 punti. Giovane, elegante, una immagine certificata dal ruolo istituzionale che ha saputo interpretare con piglio e determinazione mai scomposte,   dovessero per una volta i grillini abbandonare la bibbia della rete e candidare a Sindaco di Napoli il vicepresidente della Camera, batterebbe tutti, anche la Carfagna sulla quale Berlusconi insiste perché la ritiene la sola in grado di competere per il centro destra con le forze giovanili e fresche che interpretano il rinnovamento:
DiMaio-Primo Dovesse invece fossilizzarsi nella ricerca di un candidato sempre anonimo che vale uno come gli altri interpellando la rete degli iscritti, il M5S pur confermando il buon risultato delle regionali, al secondo turno cederebbe il posto a De Magistris per il ballottaggio. La costante dopo cinque anni è il Continua a leggere

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La sessualità, la tonaca e la tirannia della libertà

Pietrangelo-Buttafuoco-1No, non è figlio dei suoi tempi monsignore ma non troppo, Krzysztof Charamsa come scrive Pietrangelo Buttafuoco. E’ piuttosto figlio generato non creato da quella stessa sostanza di Chiesa che siamo andati a prendere alla fine del mondo con l’ansia malcelata di riprenderci le pecorelle smarrite per poi scoprire nostro malgrado che smarrite non sono, semplicemente mai ci sono appartenute. E’ lui stesso d’altronde a dirsi entusiasta della nuova Chiesa promettendo di scrivergli una lettera in privato prima di pubblicare il libro sul fantastico mondo che gira intorno alle famiglie vaticane con la segreta speranza di una prefazione chissà, forse, non azzarda la richiesta. Malignamente siamo noi ad ipotizzarla dopo aver imparato a conoscerli. Non siamo di fronte ad un vizio di genere infatti, quello di monsignore ma non troppo Charamsa, è un tipico vizio di dottrina che ha reso terrena, troppo terrena, la Fede millenaria nella Vita Ultraterrena consolatrice di dolori, che ripara le ferite e perdona i peccati dopo averli espiati. Quanta fatica vivere l’inevitabile solitudine di ciascuno. Oggi il mondo gira veloce, tutti scappano ed allora nella brama di afferrarli ci siamo spinti fino alla fine del mondo dove sollevati, finalmente c’han promesso il Paradiso a gratis. Abrogato è l’inferno. Ci sono i peccati da quelli veniali a quelli capitali, tutti da una parte e dall’altra ci sono i peccatori che possono scegliere direttamente dal banco come al mercato, secondo i propri gusti e le proprie finanze morali. Quanto più se la sente, tanto più il peccatore può peccare. Non costa nulla, è tutto gratis. Chi sono io per giudicare? Nessuno ci può giudicare solamente Dio che fatto misericordioso a nostra immagine e somiglianza, sicuramente c’accoglie e ci perdona. Alla fiera dell’occidente c’è il fuori tutto: Continua a leggere

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Silvio, la culona fu più furba di te

Vignetta-sfondo-Berlusconi e ray way11 milioni di Volkswagen truccate in giro per il mondo vendute come “das auto”, l’auto per antonomasia ed alla Cancelleria di Berlino erano perfetta-mente informati. A provarlo, la risposta all’ interrogazione presentata dai grünenresa davanti al Bundestag dal ministro dei trasporti. E’ molto di più di un raggiro, è il tradimento di una filosofia che ha preteso di ispirare, ancora una volta, la costruzione dell’Europa su un modello inappuntabile di disciplina tedesca. Germania über alles, Germania dai conti in ordine, Germania dal surplus di bilancio, Germania della piena occupazione, Germania della competitività per non dire del debito, grave colpa di Grecia ed Italia da espiare. Rigore, flessibilità, produttività, affidabilità, le qualità necessarie a diventare competitivi sui mercati globali. Una testa così, a riempircela di sciocchezze. Anni ha speso il diversamente abile più forte d’Europa incaponito ad affliggerci con le sue regole di correzione del bilancio per raggiungere la famigerata competitività tedesca ed il benessere sicuro e garantito. Un colpo al cuore scoprire ch’era tutta una balla, un vero e proprio paccotto rifilato al mondo intero ed alla vecchia Europa particolarmente bisognosa di una guida solida e certa. Sarà difficile d’ora in avanti trovare qualcuno in cui credere, qualcosa di cui scrivere. Il bunker di Berlino è sommerso dalle macerie. Die Schuld, la colpa è grave ed imperdonabile. Riconquistare la fiducia di un continente impossibile se i tedeschi non si spogliano una buona volta e per tutte della loro pretestuosa superiorità e si mettono in fila dietro, all’ultimo banco, testa bassa a studiarsi la lezione della competitività da raggiungere a pari condizioni con fatica, ingegno, lavoro, un pizzico di fantasia e l’aggiunta del gusto per il bello. Si chiama made in Italy fottutissimi crucchi, non c’è trucco e non c’è inganno. La qualità si paga, meno di tanto non può costare. Bisogna esportare il giusto, quello che il mercato richiede. Non è possibile conquistarlo fraudolentemente spacciando a basso costo qualità che non trovano riscontro. Alla luce dei fatti, dobbiamo ammettere che quel lontano 2011 quando con un sorrisino sardonico l’Italia tutta fu fatta bersaglio di un fuoco che allora pensavamo amico mentre oggi amaramente scopriamo in ritardo prove alla mano anzi, prove al tubo di scarico, altro non essere che un vero e proprio complotto di furbacchioni matricolati che celavano interessi economici e di mercato enormi. Col senno di poi, dalle labbra di quel sorrisino sembra venir fuori un’altra lettura: caro Silvio ti ho fregato, mentre ti accalori in spericolate cene eleganti ed improbabili bunga bunga, io ti porto via dal piatto la polpetta della crescita competitiva sfilando da sotto il tuo stesso naso, la leva fiscale che avrebbe sottratte le imprese italiane a feroci ristrutturazioni e fallimenti: Continua a leggere

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Dalla Corte Costituzionale, nulla osta la guerra all’Isis

Drappo nazIsisTeniamo a chiarire che non nutriamo simpatie per i dinosauri della cosiddetta Prima Repubblica, quelli che ancora ricoprono ruoli preminenti ed intascano pensioni e stipendi per aver saputo navigare con arguzia i mari del partitismo. Una premessa doverosa questa, perché dalla lettura delle righe che seguono i nostri amici non siano indotti a pensare che siamo caduti in contraddizione con tutto quanto fin qui abbiamo scritto. Che cosa allora ci interessa evidenziare? Soprattutto un concetto: si può ripudiare la guerra e prendere le armi per difendersi da minacce anche in via preventiva se l’analisi delle strategie poste in essere sul campo da Stati e/o organizzazioni terroristiche, rivelano un reale, preciso ed addirittura dichiarato disegno di conquista. E’ il caso dell’Isis, sedicente Stato Islamico, lasciato avanzare indisturbato in medio oriente ed in Africa nonostante continui a perpetrare efferati delitti, sistematiche pulizie etniche, assurde distruzioni della memoria storica, riduzioni in schiavitù e violenze di ogni genere sulle libertà femminili. Aspettiamo che arrivi in pianura Padana prima di organizzare una risposta adeguata? Nulla osta la guerra all’Isis, è una guerra difensiva che rientra perfettamente nel perimetro del dettato Costituzionale riflette Giuliano AmatoGiudice Costituzionale scelto per opportunità politiche forse, sicuramente però con competenze innegabili riconosciute in ordine al diritto. Il male dev’essere fermato, prosegue, l’astrazione del pacifismo arrendevole non comprende che “la storia umana è sovente più crudele di quello che vorremmo e che la risorsa militare purtroppo in certi casi è ancora necessaria”. I valori dell’occidente nei quali tutti a parole diciamo di credere, se non vengono promossi attivamente finiscono in secondo piano rimossi, quando non negati del tutto, da una presunta tolleranza ideale che immagina il campo sociale come un terreno neutrale, una terra di nessuno dove le differenze si guardano, ma non si toccano, quasi che in natura possano esistere pollai senza galli. “Noi e loro. Abbiamo disimparato a chiamare le cose con il loro nome e ci siamo abituati a consolare le nostre coscienze utilizzando terminologie vaghe, vellutate, soffici, che non tengono conto di quello che sta succedendo”, osserva Amato. Come nell’approccio all’immigrazione, ci ostiniamo a non vedere che il processo di apertura dei nostri cuori non può essere applicato con la medesima leggerezza ai confini territoriali perché ciò può realisticamente esporci a pressioni di culture intransigenti e magari trascorsi cent’anni, l’Europa potrebbe scoprire in Orban il suo primo patriota. La pretesa multiculturale di Continua a leggere

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Criminalità, i prof trasferiti dal nord possono aiutare il sud a cambiare mentalità

prof.Sara GirardelloSara, Simone, siamo felici di accogliervi. Il tiro mancino che il software del Miur ha voluto menarvi assegnando a voi professori nati e formati nelle regioni settentrionali una cattedra al sud, non è solamente un’opportunità professionale, ma potrebbe rivelarsi nei prossimi anni un’esperienza di vita significativa per ritrovare quel ruolo sociale di fondamentale importanza che gli insegnanti negli ultimi decenni hanno un pò perso e che restando nelle vostre terre di origine magari non sarebbe pienamente apprezzato. Il sud ha infatti urgente bisogno di pedagoghi culturalmente distanti dal sociologismo approssimativo, dal facile pietismo, dalla mozione dei sentimenti strumentalmente agitati per aggirare gli ostacoli, abbreviare i percorsi e non risolvere mai i problemi incancrenendo la condizione di sottosviluppo di una larga fetta di popolazione che vive ai margini e perpetua in nome della tradizione una serie di comportamenti collettivi che l’hanno caratterizzata nel corso dei secoli e continuano a segnarla negativamente e che non possono essere fatti passare sotto silenzio come giustamente osserva il prof. Paolo Macry. Il sud ha bisogno di una ventata nuova; dopo tante sperimentazioni si è ben compreso non poter mai riuscire autonomamente a generare un cambiamento dalle sue stesse viscere troppo a lungo compromesse e dunque, dei trasferimenti della “buona scuola” diamo una lettura positiva. Benvenuti professori, al sud potrete ritrovare l’autentica missione di educatore delle nuove generazioni ed aiutarci a cambiare mentalità.  Sarà un lavoro duro che dovrà scendere nel profondo e contrariamente al senso comune, Continua a leggere

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Con un motu proprio, il Giubileo fiscale

La chiesa non paga tasseSia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato rispondono gli agenti del fisco che restano a mani vuote quando bussano alla porta di alberghi, ristoranti, musei, scuole gestiti da ordini religiosi, confraternite, congregazioni. Molte di queste attività d’impresa sono totalmente sconosciute al fisco, non hanno né codice fiscale, né partita iva, ma si promuovono sugli organi di stampa e di fatto finiscono per fare concorrenza ai privati praticando tariffe di mercato ed omettendo però di pagarne gli oneri. L’evasione di Ici, Imu, Tasi,Tari, iva, Cosap si calcola raggiunga in alcuni casi eclatanti anche milioni di euro nonostante ciò, quando arriva alle porte del Vaticano il fisco per timidezza della politica, si ritira in buon ordine. Di dare a Cesare quel che è di Cesare anche la Chiesa di Bergoglio pare non ne voglia sentire parlare. Pizzicate spesso, alcune di queste imprese commerciali cominciano anche a pagare le prime rate poi siceramente pentite, interrompono i versamenti e si affidano ad esperti avvocati che potendo contare su di una legislazione volutamente ambigua permette ai reverendissimi clienti di svicolare e farla franca. Eppure basterebbe poco per risolvere il problema se pensiamo che Papa Francesco di recente con un motu proprio ha modificato il diritto canonico su questioni al centro della Dottrina della Chiesa come l’indissolubilità del matrimonio ora reso nullo in quattro e quattrotto per giunta a gratis; ha cancellato la pena dell’ergastolo; ha addirittura condonato l’aborto; ripulito lo Ior e condannato il capitale; richiamato a sé i peccatori più incalliti convocando il Giubileo della misericordia, ma sulle tasse ancora niente. Non ci resta che pregare lo Spirito Santo perché Continua a leggere

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