La crisi del debito greco e le politiche del rigore imposte dalla Germania alla UE, hanno fatto ritrovare il vecchio leader comunista tra le fila delle giovani leve movimentiste grilline. A mettere d’accordo Di Maio e Di Battista con l’analisi di Bertinotti, è stato l’azzardo di Varoufakis, il professore milionario con doppio passaporto che ha condotto il negoziato per la Grecia ai tavoli di Bruxelles in qualità di ministro delle Finanze fino all’esito del referendum, quando è stato costretto dagli eventi a cedere il passo per dare spazio al salvataggio di uno Stato in bancarotta e senza prospettive concrete di ripresa. Varoufakis era pronto a dar corso al NO venuto fuori dalle urne referendarie e ad uscire dall’euro, Tsipras invece ha preferito evitare di lanciare il suo paese nell’incognita di una condizione che sapeva ingestibile ed ha finito per accettare tutte le proposte dell’eurogruppo pur di evitare il tracollo e l’isolamento finanziario della Grecia. Bertinotti riconosce sul piano politico i meriti di Varoufakis ed ammette che gli accordi firmati da Tsipras sono una disfatta per l’intera sinistra europea a conferma che questa Europa a trazione tedesca non è riformabile. Troppo facile sarebbe però giudicare a pancia piena l’operato di Tsipras, aggiunge il vecchio leader di Rifondazione Comunista, se non si tiene conto che le scelte opportune vanno fatte da chi vive i drammi di una condizione disperata che non offre soluzioni di uscita alternative. Credo conclude Bertinotti, che in Europa siamo alle soglie di un conflitto non più tra destra e sinistra se consideriamo che la socialdemocrazia tedesca al Governo ha scavalcato le posizioni della stessa Merkel, ma tra popoli: “per cambiare davvero è necessario che rinasca un protagonismo conflittuale dei popoli, quello che Machiavelli chiamava rivolta”. Ricorda un pò da vicino la “grande proletaria” di pascoliana memoria questo nuovo conflitto di popoli vagheggiato da Bertinotti per cambiare il corso degli eventi sociali e politici d’Europa, quello stesso conflitto che più avanti, alla vigilia della grande guerra, si sostituì alla lotta di classe per divenire lotta delle nazioni povere contro le plutocrazie reazionarie degli imperi centrali. Pensavo che volesse prendere tempo e poi concordare l’uscita dall’euro ed invece si è rivelato un dilettante Tsipras, che non aveva un piano alternativo alla firma degli accordi con l’eurogruppo per vedere rinnovati i prestiti alla Grecia è il pensiero di Diba, il terzomondista volontario in Kosovo e poi in Guatemala e stagista in Congo. Per l’Italia confessa, noi Continua a leggere
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