2015, riforme o morte del governo e del PD

PD Punto interrogativoEttore Rosato, capogruppo alla Camera parla del destino prossimo del Governo. Il ministro Martina si esprime sui destini a breve del PD. Entrambi concordano su di un punto: se tutte le riforme ancora in itinere non si avvieranno all’approvazione definitiva entro il 2015, allora sarà la fine per il Governo ed anche la fine complessiva del progetto politico Partito Democratico. “Questo Governo è nato per fare le riforme istituzionali, della Giustizia, della Pubblica Amministrazione, del lavoro, della scuola ” spiega Rosato ed alle “riforme non ci sono alternative, servono al paese non al PD. Dovesse interrompersi il percorso”  in Senato, “verrebbe meno il patto con gli elettori e non avrebbe senso continuare”, conclude. Non sarà solamente il Governo però a giocarsi il tutto per tutto sulle riforme, ancora più drastico è il titolare del dicastero all’agricoltura Martina che si è fatto promotore di “sinistra è cambiamento”, la nuova corrente scissionista dalla minoranza interna PD che pur restando minoranza, vuole dare una mano a Renzi con idee proprie: se fallisce il Governo non fallisce questo o quel leader, ma fallisce il PD tutto“.  Le riforme però, dovranno passare le forche caudine del Senato. Consapevole, Renzi  sembra rassegnato a prenderne atto. Lo si intuisce leggendo la “eNews“, il bollettino con il quale tiene aggiornati  i renziani tutti, dalla prima e all’ultima ora: il Senato non elettivo è sparito. Il tono e le espressioni utilizzate non a caso a proposito della riforma costituzionale, lasciano pensare alla formula caldeggiata dalla minoranza PD: senatori eletti in un listino ad hoc insieme ai consiglieri regionali oppure scelti tra i più votati di questi ultimi dagli elettori, non dalla caste territoriali con accordi sottobanco come prevede il testo già passato in prima lettura alle Camere. Al momento però non si ha notizia di una ipotesi di soluzione del rilievo prospettato da alcuni all’interno del giglio magico: un Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , | 1 commento

Governo comunista che vive a scrocco quello greco, i tedeschi non pagheranno

vignetta-header-sfondo-Merkel beve per dimenticare uscita GreciaE’ trapelato che  Schaueble il disabile più potente d’Europa, ministro delle finanze tedesco che governa di fatto l’intera zona euro, abbia già dato  mandato ad un gruppo di esperti di studiare un meccanismo di tutela degli altri paesi UE dal default greco. Sono andati falliti infatti, anche i negoziati di quest’ultimo fine settimana tra i creditori istituzionali ed il Governo di Alexis Tsipras, ora resta una sola ultima possibilità per trovare un accordo che riapra le linee di credito alla Grecia: l’euro gruppo del 18 giugno. Abbiamo finito la pazienza, ha detto il vice cancelliere socialdemocratico  Sigmar Gabriel, non vogliamo più essere presi per il naso, le famiglie tedesche non pagheranno per le promesse elettorali del governo comunista greco. Le “tesi di aprile” di Syrisa non contemplano la riforma delle pensioni, l’innalzamento dell’IVA, un ritocco all’avanzo primario del 1% come invece chiedono i governi dell’eurozona per sbloccare i prestiti. Forse è il caso di ricordare che il fallimento della Grecia porterebbe via quaranta miliardi prestati dall’Italia per la costituzione del fondo salva stati. All’inizio della scorsa settimana, ben prima dunque del vicecancelliere tedesco, era stato Yoram Gutgeld il consigliere economico di fiducia di palazzo Chigi a perdere la pazienza. La Grecia vive a scrocco coi nostri soldi, aveva detto in buona sostanza quello che oggi è anche commissario alla revisione della spesa: “vorrei ricordare se qualcuno l’avesse dimenticato, che la Grecia vive coi soldi prestati dai contribuenti italiani ed europei. Che quei soldi non vengono dalle banche, ma sono i nostri soldi. Che ancora per qualche anno la restituzione è congelata. E vorrei ancora ricordare che Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in economia, esteri | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Barca: il PD è un partito pulito e di sinistra, la corrotta è Roma

Barca punta il ditoLa corruzione per Fabrizio Barca, è un difetto congenito della capitale. La vicinanza ai centri decisionali infatti, ha da sempre favorito le reti di poteri parallele conniventi la politica ed alimentato un ceto medio parassitario. A suo avviso, il PD sarebbe un partito pulito mentre ad essere corrotta è Roma nel cui brodo di cultura dove il favore è assunto a comportamento generalizzato, il PD romano non nega c’abbia messo del suo. In estrema sintesi sono questi gli esiti di una inchiesta interna al partito affidata all’ex ministro del Governo Monti. In giro per il PD d’Italia, Barca ha trovato nove circoli esemplari e quattro proposte per sanare il partito: la creazione di un’officina di sperimentazione permanente, la cancellazione dallo Statuto del segretario che diventa automaticamente Presidente in caso di vittoria alle elezioni, l’attuazione delle regole statutarie che investono gli iscritti e gli eletti, la direzione nazionale a guisa di consiglio di amministrazione composta di trenta membri anziché duecento. L’ultima nota di rilievo segnalata a Barca dai militanti, sarebbe quella che Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , , , | Lascia un commento

De Magistris ritorna da New York e nun vò fa l’americano

deMagistris-deBlasioE’ raggiante Giggino, il New York Police Department non gli ha girato le spalle come al suo amico sindaco Bill De Blasio anzi, ringrazia tutti per l’accoglienza ricevuta nella grande mela. I due capitati forse per caso in America perché avrebbero potuto vivere tranquillamente anche nella Mosca di Brežnev od all’Avana di Castro par di capire, hanno tali e tante affinità elettive d’aver annunciato la rivisitazione a quattro mani del manifesto di Marx ed Engels entro l’estate. Sarà una nuova “piattaforma programmatica contro le diseguaglianze, per i diritti civili che guarderà all’ immigrazione ed al meticciato come a valori del nostro tempo”.  Sarà dunque altro dalle storiacce dei Maroni, dei Toti e degli Zaia. Nessuna paura, accogliere tutti, accogliere sempre per non cadere negli stessi errori. A questo punto della conferenza stampa tra i giornalisti seduti, è girata voce che forse De Magistris si fosse stancato di fare il Sindaco, ma era un’illazione perché poi il grande DeMa è ritornato sul concetto ribadendo la sua piena convinzione: i napoletani che emigrarono in America ha raccontato Giggino, furono definiti negroidi ed invece, hanno saputo così bene integrarsi nella società americana da raggiungere livelli preminenti di cui Bill evidentemente è uno degli esempi più riusciti. Certo, tra i musulmani che invadono l’Italia ed i poveri emigranti cattolici d’inizio ‘900 chiamati con regolare visto sul passaporto in un’America in piena espansione economica qualche differenza a proposito di paralleli occhio e croce si coglie: non fosse altro che in tema di tolleranze, di accettazione delle diversità, di rispetto per le altre Fedi, di propositi d’integrazione, dettagli trascurabili tutto sommato, come quello di poter esporre un Crocefisso o mangiare carne di porco pur di sfamarsi. L’uniformità di vedute con Bill non si ferma però alla cultura, prosegue anche in campo economico ha tenuto a sottolineare il grande DeMa. Eravamo nel 2012 e De Magistris dichiarava che il capitalismo era oramai giunto alla sua fase terminale. Siamo nel 2015 e di fronte alla statua della libertà forse sorpreso da un riflusso di soggezione e deferenza all’un tempo, De Magistris ha ridimensionato un pochino le sue previsioni affermando sicuro sorretto dal suo amico Bill, che il capitalismo è in crisi strutturale confondendo la crisi del debito sovrano con il ciclo distruttivo congiunturale del capitalismo rigeneratore, caposaldo dell’economia yankee. Insomma, l’America dei diritti civili gli è piaciuta, quella del benessere e delle opportunità per tutti secondo i propri meriti e capacità, un pò meno. Luigi De Magistris nun vò fa l’americano, proprio non gli riesce… Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in locali, politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Trattativa Stato-Regione: sarà mezzogiorno di fuoco la prima seduta in Campania, promettono i Grillini

Beppe Grillo-Di MaioChe cosa accomuna il sottosegretario di Stato Castiglione in quota NCD al Presidente in pectore della Regione Campania Vincenzo De Luca? Entrambi sono catalizzatori di consenso elettorale, altrimenti detti: portatori di voti. Senza Castiglione in Sicilia non esisterebbe NCD di Alfano a livello nazionale mentre le 110.000 preferenze racimolate da De Luca in provincia di Salerno, garantiscono l’esistenza in vita del PD in Campania. Sono i vecchi arnesi che fanno in larga misura la politica nel meridione d’Italia anche se bisogna osservare che hanno fatto scuola nell’intero paese, a leggere le cronache degli ultimi anni. Una premessa necessaria questa per spiegare con argomenti plausibili il repentino superamento dell’imbarazzo che aveva colto palazzo Chigi alla notizia delle circostanziate accuse mosse dagli inquirenti al sottosegretario e che obiettivamente rendono incompatibile la sua permanenza al Governo.  Che cosa allora ha folgorato Renzi sulla strada del garantismo, quando invece in un recente passato sia il Ministro della Giustizia Cancellieri, sia quello dello Sviluppo Economico Lupi erano stati di fatto dimissionati per opportunità politica senza nemmeno essere iscritti nel registro degli indagati? Ipotesi del tutto plausibili appaiono quelle voci che vorrebbero una trattativa Stato-politica secondo la quale il Ministro degli Interni, in cambio dell’esiziale permanenza al Governo di Castiglione per le sorti del NCD, avrebbe rinunciato alla pronuncia di ineleggibilità di De Luca nel tempo precedente la prima convocazione del Consiglio Regionale della Campania dando modo al contestato neo Presidente di nominare il suo vice scongiurando nuove elezioni e che sicuramente avrebbero visto il PD soccombere. Occasione migliore non poteva presentarsi per il M5S, Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in locali, politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

Immigrati e disoccupati, con sufficienza il PD scioglie il partito della nazione

lutto nazionaleAndrea Orlando, ministro della Giustizia da sempre contrario riflette sul progetto renziano di partito della nazione, un’idea addirittura pericolosa a suo avviso. Abbiamo sopravvalutato il risultato delle europee, ora dopo aver registrato alle regionali la gravità del fenomeno astensionismo con la metà degli aventi diritto al voto che non si riconosce nei processi democratici, bisogna ricostruire il PD prevede Orlando. Ai troppi disoccupati, si è aggiunta la sufficienza con la quale abbiamo approcciato il problema dell’immigrazione ed una larga fetta della società che si è sentita esclusa, messa ai margini, privata della rete di protezione dello Stato sociale ha votato per le liste populiste. Il partito leggero non funziona, non bastano un carisma forte e lo sfondamento a centro, bisogna ricostruire l’organizzazione sul territorio ed i luoghi di mediazione, rimprovera Orlando. Per non perdere voti ad esempio, sarebbe stato importante spiegare agli insegnanti ed ai genitori nelle sedi locali, il buono della “buona scuola”.  In campo economico conclude Orlando, occorre ribaltare le politiche della UE e riprendere il filo delle politiche industriali (con investimenti pubblici). A fare la voce grossa col giglio magico sono anche i delriani, i parlamentari della filiera di Graziano Del Rio che si riuniranno in gran segreto prima dell’ufficio di direzione di lunedì prossimo che promette di fare il repulisti delle facce improbabili che non vanno. Si annuncia un terremoto, il capo ha in mente di smontare il partito, i nuovi dirigenti saranno cercati tra gli amministratori locali e non nelle stanze del nazareno o tra i corridoi di Montecitorio. Resta però ancora una perplessità: Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , | Lascia un commento

Berlusconi imprescindibile, si vota nel 2018 e per la Lega verdi praterie

vignetta-header-sfondo-grillo e salvini gonfiano il palloncino dei muscoli antisistemaQuesto Parlamento non andrà a casa prima del 2018, parola di Paolo Romani capogruppo di Forza Italia al Senato. Altrimenti detto: Renzi resta in sella fino al termine della legislatura, Brunetta se ne faccia una ragione. Dovessero mancare i voti della minora PD, sulle riforme noi siamo in grado di chiedere forti modifiche, chiosa Romani che ostenta sicurezza anche sulla Lega: per vincere “ha bisogno di noi”. A livello nazionale evidentemente, perché in Veneto ad esempio, la Lega basta a sé stessa. Forza Italia, data in disarmo prima delle regionali, sembra aver ripreso fiato e medita di riscrivere l’agenda politica dei prossimi anni forte dell’inimitabile, l’unico imprescindibile: Berlusconi. Per i forzisti del cerchio arcoriano è ancora l’uomo della destra liberale, il solo capace di federare i moderati. Salvini si è portato su posizioni che non sono mai state maggioritarie nel nostro paese osserva ancora Romani quindi, anche se la Lega ha doppiato nei risultati Forza Italia, gli equilibri a destra non sono mai definitivi a suo dire, ricordando ai leghisti che Berlusconi è stato molto generoso in passato quando era in auge, cedendo loro le tre più importanti regioni del nord. Solo che in politica, come nella vita, non c’è riconoscenza ed è una lezione amara che s’impara ancora in fasce; strano che Romani uomo d’esperienza sempre accorto e misurato, si lasci andare ad ingenuità di questo tenore. Di tutt’altro avviso l’analisi del voto del prof. Marco Tarchi, noto studioso della destra italiana: sarebbe controproducente per la Lega, annacquare le posizioni di Salvini e sciogliersi in una lista unica con Forza Italia. Non è nel campo dei moderati che deve pescare il suo nuovo elettorato la Lega, molti sono già passati con Renzi. Salvini deve insistere col voto di protesta anche se trova la concorrenza di Grillo, ha davanti a sé immense praterie nel campo dell’astensione dove si sono rifugiati tutti i disgustati dalla polica. Forza Italia è Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , | Lascia un commento

La UE ha un cookie per Garante

vignetta-header-alla ue diamo+di quanto riceviamoGli animatori di questo blog non sono dei professionisti come appalesa d’altronde il tenore degli interventi proposti. L’attività pubblicistica di questo blog muove esclusivamente dal desiderio di impiegare in modo intelligente il tempo libero soddisfacendo la naturale inclinazione per l’informazione retaggio di passati entusiasmi giovanili quando non si avevano a disposizione le moderne ICT e il desiderio di partecipazione al dibattito pubblico era costretto e circoscritto a consessi che mediavano fino a spegnere le voci che oggi chiameremmo “non conformi”. In tre anni il ricavato di queste pagine è stato assolutamente risibile, bastano infatti sette dita per poter contare le poche decine di euro regolarmente dichiarate. Si pensi che i soli costi annuali di registrazione del dominio e dei servizi hosting si aggirano sui cinquanta euro. Ebbene, dopo aver definito in 2,5 cm il diametro delle vongole (e non stiamo scherzando), la Commissione UE non ha trovato nient’altro di meglio da regolamentare scegliendo a caso evidentemente, di accanirsi  su milioni di blogger con assurde prescrizioni che il Garante italiano si è affrettato a recepire frustrando l’attività dei tanti che pubblicano commenti ed opinioni, diritti garantiti dalla Costituzione italiana vigente all’art. 21 se qualcuno non lo rammentasse. Pur di segnalare a tutto il web i cookies come meritano soltanto i peggiori delinquenti che la storia criminale abbia mai conosciuto e non avendo possibilità economiche alcune per rivolgerci ad una agenzia tecnica specializzata,  sabato e domenica ci siamo visti costretti a rinunciare alla amata lettura dei giornali per tuffarci nello studio approfondito dei cookie, vermi criminali a cui basta un clic per mostrarvi video, immagini, interazioni sociali, innocua pubblicità ecc. ecc. Abbiamo speso due giorni per capirci qualcosa e provare a metterci in regola (?), ci siamo sfondate le meningi per riuscire tra cavilli, commi, sanzioni, e soprattutto soluzioni tecniche da costruire artigianalmente noi, anziani ottuagenari che abbiamo impiegato anni prima di passare dal fax alla posta elettronica con un certo successo. Pensate, con milioni di disoccupati, pensionati alla fame, Stati che sono falliti, immigrati che non si sa più dove stipare, a Bruxelles si sono arrovellarti per difendervi dall’imminente pericolo dei cookie diramando dispacci e direttive dettagliatissime. Se questa è una Unione, per una volta permetteteci di scrivere che è una Unione di Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in attualità, economia, politica, società | Contrassegnato , , , , , , , , | Lascia un commento

Dal 6 a 1 al 4 a 3, la svolta del bonus ai pensionati

Renzi Fottemos by Luca PeruzziRegionali, è stata la settimana della svolta questa appena conclusa, non nel senso sperato purtroppo per lui. Sondaggi alla mano ancora mercoledì 20 maggio, Renzi contava  di incassare dalle urne il risultato tennistico del    6 a 1. Baldanzoso il ganassa aveva anche preparato il terreno per scalare il picco dell’auditel andando ospite da Mentana su LA7. La Rai si era perfino premurata di fare spazio al suo monologo spostando la programmazione giornalistica concorrenziale in avanti oltre la mezzanotte. Alla lettura dei dati però, si è capito che i pensionati in attesa della restituzione dei soldi per la mancata indicizzazione sentenziata dalla Corte Costituzionale, non si sono lasciati ingannare dal bonus una tantum ed ecco che si e’ materializzato nelle tabelle di rilevamento il flop di ascolti che lascia poco da sperare da quel che verrà dalle urne. La botta deve essere stata dura, ma l’uomo bisogna riconoscerlo, è di quelli che a parole sanno trovare anche nelle sconfitte motivi per andare comunque avanti: dalle regionali mi basta un 4 a 3. Da qui è partito allora in qualche modo, da buon democristiano, per ragionare sulle cause esogene di un eventuale ridimensionamento: per cambiare linea politica al PD, bisogna vincere il congresso non remare contro e perdere le regionali come in Liguria, dove Pastorino e Cofferati sono i migliori alleati di Berlusconi. Capisco, prosegue, che si fa fatica a sostenere l’avversario interno, io però l’ho fatto con Bersani nel 2012…Sui sindacati gli viene il colpo da KO: la Camusso voleva i giovani precari a vita per questo manifesta a pochi giorni dal voto contro il Job act mentre non scese in piazza contro la riforma Fornero delle pensioni nel 2011. Ed insiste: noi ai pensionati diamo un bonus, non facciamo tagli. Non uno si è ancora alzato a spiegargli che per bonus s’intende un regalo, un premio, mentre i soldi che restituirà ai pensionati sono solamente una parte modesta degli incrementi periodici tagliati illegalmente dal Governo come ha spiegato la Consulta nelle motivazioni della Sentenza. L’ultimo pensierino signori miei è per Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , | 1 commento

Dolce e gentile, Salvini poi un giorno a palazzo Chigi

Salvini in giacca e cravattaMai col Cav, dovranno essere loro a venire sulle nostre posizioni e confluire nella Lega. Prende già un bel impegno Salvini: non farà mai il partito unico del centrodestra con Berlusconi. Quelli che lui chiama moderati, sono esasperati. Hanno le palle piene, sono arrabbiati e danno a me il loro voto. Il centrodestra è dissolto afferma spavaldo il Matteo con la barba ed il giorno che arriverà palazzo Chigi, promette di diventare sempre più dolce e gentile. Le sue non sono parole in libertà, rivela di avere alle spalle un gruppo di lavoro composito: keynesiani e liberisti coordinati da Claudio Borghi, economista no euro. L’Italia precisa Salvini, ha più forza contrattuale della Grecia, il programma di massima è già bello che pronto, una volta arrivati al Governo si comincia a discutere con Bruxellles sui parametri,  sanno bene che se l’Italia dovesse uscire dall’euro, cambia tutto. Sul fronte economico interno, il programma della Lega di Governo è definito più nel dettaglio: flat tax al 15% così da rendere conveniente pagare le tasse piuttosto che evadere e per i furbi ostinati niente scampo, in galera. Quanto al problema dell’immigrazione, è previsto niente di più di quanto già fanno paesi democratici come Canada, Usa, Australia: a ciascun immigrato normale si chiederà chi sei? Che lavoro svolgi? Per l’immigrazione africana, la proposta alla UE sarà di adottare i paesi più poveri; 28 Stati europei investiranno ciascuno in 28 paesi africani per creare lavoro laggiù. Sposa infine la tesi del Cardinale Biffi: meglio Continua a leggere

FacebookTwitter
Pubblicato in politica | Contrassegnato , , , , , , , , , , , , , , , | Lascia un commento