Pensionati alla riscossa della ridotta ligure

time-to-organizeComplici le Regionali alle porte, quattro milioni di pensionati su un totale di cinque, possono già cominciare a contare i soldi della restituzione per la mancata indicizzazione al costo della vita decretata da Monti nel 2011. Pur di uscire dalla ridotta ligure infatti, dove l’hanno cacciato le azioni concentriche delle minoranze Dem gufanti Pastorino e la recente sentenza della Consulta, Renzi non ha altra scelta se non quella di recuperare il consenso dei pensionati e quello forse ancora più numeroso dei docenti minacciati dalla buona scuola. Vada come vada in Campania, con il Veneto perso in partenza, in Liguria dove i sondaggi indicano una partita aperta tra la Paita e Toti, una sconfitta eventuale è da scongiurare perché non potrebbe non avere ripercussioni sul Governo. Pensionati alla riscossa quindi, cantino pure vittoria. Messo alle strette il ganassa farà uscire la miliardata che gli occorre per restare in sella analogamente a quanto già sperimentato alle europee con gli ottanta euro in busta paga. Anche vincendo in Liguria però, il pericolo non sarà del tutto scampato. Ad attenderlo saranno i conti da fare con la più arcigna opposizione di sistema rappresentata dalla Corte Costituzionale che dovrà decidere a breve su questioni importantissime sotto il profilo economico come lo sblocco dei contratti del pubblico impiego, la legittimità dell’aggio praticato da Equitalia al 3% sulle cartelle esattoriali ed il prelievo di solidarietà all’8% sulle pensioni superiori ai 90mila euro. Senza sottovalutare l’azione dell’altro partito di opposizione istituzionale, l’Istat che con i suoi comunicati tronca di netto l’effetto annuncite e le ventate di ottimismo sparso a piene mani sulle mirabili riforme messe in campo dal Governo. Vere e proprie docce fredde di dati su disoccupazione e crescita diramati puntualmente a spegnere gli entusiasmi. A luglio prossimo verrà a mancare un altro Continua a leggere

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Renzi spedì Mattarella al colle con l’italicum già in tasca

Renzi-MattarellaNon c’è Severino che tenga, in Italia le condanne fanno curriculum  e sono il requisito indispensabile per avere voce in capitolo, diversamente non si spiegherebbero le frequenti ospitate di Claudio Martelli nei più seguiti programmi di informazione, così come le puntuali interviste di lancio sui maggiori quotidiani ogni volta che mette penna in carta per raccontarci la sua epopea craxiana d’enfant terrible del socialismo liberale. Al sicuro con la sua pensioncina niente male da 7.000 euro mensili che il buon cuore degli italiani non si sogna di negare ad alcuno di quelli che hanno avuto la sventura di rappresentarlo, a 72 anni suonati Martelli dobbiamo riconoscere, mostra però di conservare ancora lucida e fresca la sua abilità da politico navigato e pur utilizzando i vecchi mezzi della comunicazione come libri ed interviste rivela per contenuti ed efficacia lessicale di non aver nulla da invidiare ai twitt di Renzi. Insomma, una battaglia tra giganti imbonitori che a dire il vero il vecchio sembra vincere nei confronti del giovane per completezza di analisi e ricchezza di argomenti. Due fatti molto importanti coglie il delfino di Craxi che i twittatori in voga si sono lasciati sfuggire per troppa fretta e superficialità evidentemente. Il primo è la promulgazione dell’Italicum senza indugio da parte di Mattarella che non sorprende nonostante le riserve di Costituzionalità che la nuova Legge elettorale porta con sé come ad esempio, la facoltà dei capilista di candidarsi in dieci collegi diversi per poi decidere quale secondo favorire optando per un collegio piuttosto che un altro. Non sorprende continua Martelli, perché gli unanimi osanna ricevuti da Renzi per la scelta di Mattarella al Quirinale lasciano “trapelare che si era assicurato precedentemente il consenso” cioè, in buona sostanza: Mattarella è salito al Colle perché ha accettato di portarsi l’italicum in tasca altrimenti, sarebbe restato dov’era, alla Consulta dove per altro si guadagna il doppio, 450.000 mila euro all’anno. Il secondo punto molto rilevante nel quale Martelli probabilmente mette a frutto la sua passata esperienza di Guardasigilli, è Continua a leggere

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…la buona scuola, una riforma da approvare in fretta…

Vignetta-come difendersi da immigrati islam

…per difendere la democrazia a garanzia del futuro…

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Salvini la spunta, i migranti restano fuori dall’hotel

hotel 5 Lecci primo pianoCon una disoccupazione giovanile al 43,1% ed un disagio abitativo sempre più grave accusato dalle famiglie italiane colpite da 250.000 provvedimenti di sfratti per morosità indotti dalla contrazione dei redditi seguita molto spesso alla perdita del posto di lavoro, ma quali ragioni poteva mai addurre quel tipo che guida la Lega contro l’invasione indiscriminata di migranti e che semina odio tra le popolazioni locali e gli ospiti di riguardo in hotel e residence? Come è potuto accadere che l’Italia, centro della Cristianità e la stessa Repubblica nata dalla resistenza, potessero dimenticare lo spirito di fratellanza e comprensione verso poveri e diseredatiil tanto sangue versato e le tante fatiche spese dagli avi per costruire la civiltà avanzata di questa nazione che ad un tratto si è scoperta razzista al punto da negare il Wi-Fi ai suoi figli migliori  alla stregua di ventenni straviziati? E come è potuto accadere che si siano azzardarti a sistemare gli immigrati in albergo serviti e riveriti da personale specializzato che si preoccupa di curarli e di soddisfare ogni minima esigenza per rendergli il soggiorno gradevole e confortevole? I Carabinieri infatti si sono visti costretti ad intervenire per sedare la veemenza di tanto sconcio. Incomprensibile che tutto questo si verifichi sotto gli occhi pure sempre attenti dell’Europa che detta regole e regolamenti, principi di tolleranza e convivenza tra popoli, parità di genere e rispetto per la donna. Eppure è accaduto, Salvini l’ha spuntata, ha avuto il suo momento di gloria: i migranti sfiancati dal lungo viaggio sono fuori dall’albergo. Raus, via, andate in appartamento. La sala da pranzo costringeva le donne gomito a gomito con gli uomini. Inaccettabile. Seduti a tavola, donne ed uomini si dovevano accontentare di mangiare le stesse pietanze quando nei paesi d’origine, con grande spirito di tolleranza e rispetto per la condizione femminile, alle donne si riservano Continua a leggere

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Il viagra dei potenti, biografia tombale

bisignani con andreottiChi pensa che il carcere peggiori le persone e non sia un metodo democratico idoneo a rieducare e reinserire il reo nella società, dovrà ricredersi. Dopo la triste esperienza della reclusione infatti, non intrallazza più; ops, pardon, non triangola più confessa il costruttore di uomini, confidando nella comprensione del vecchio amico Giancarlo Perna in occasione della promozione del suo nuovo libro scritto a quattro mani con Paolo Madron: i potenti al tempo di Renzi, appena uscito e già stravenduto, sottolinea non senza vanità. Ora scrive libri e sceneggiature per vivere, ambientate nel retrobottega del potere, per legittima difesa. Quello che un tempo un alto Prelato definì “stimolatore di intelligenze”, preferisce delineare il suo profilo come una sorta di  viagra riservato ai potenti, strumento utile alla democrazia. Accidenti! Favorire affari, costruire carriere, escogitare trame e strategie segrete sarebbe addirittura un nuovo galateo patriottico a sentire il triangolatore. Una attività progettuale demiurgica che regala al paese dei fuoriclasse. Un lavoro che in America apprezzano mentre in Italia riducono in manette, quei cattivoni di giudici quando ti pizzicano ad aggirare il libero mercato od a violare le regole per la formazione democratica del processo decisionale. Il triangolatore racconta di essersi scoperto mediatore tra grandi, quando ancora in erba, rientrò dall’Argentina col suo papà, DG della Pirelli. In seguito Continua a leggere

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La pensione ritarda e Napolitano si dedica al nuovo Statuto dei lavoratori

vignetta-GATTO Renzi fa le fusa a napolitanoChi pensava a Napolitano come ad un vecchio Presidente in pensione per raggiunti limiti di età, ieri si è dovuto ricredere: lavora ancora per il Governo come nemmeno Mattarella osa fare. La disoccupazione aumenta in barba al Job act e quella giovanile raggiunge il limite di guardia? E’ presto per dare un giudizio e svalutare quella Legge, riferisce Re Giorgio padre di Matteo. A preoccuparlo molto di più invece, è l’arroccamento del sindacato in difesa delle conquiste del secolo scorso improponibili oggi, che sono intervenuti mutamenti tali in economia a livello globale da suggerire la necessità di immaginare nuove forme di protezione per il mondo del lavoro. Ci sono nodi molti più importanti da sciogliere per il sindacato prosegue il neo senatore a vita e tra questi, pone l’accento sulla qualità e le forme della prossima crescita economica che non si tradurranno automaticamente in nuovi posti di lavoro come è stato in passato, per tutta una serie di motivi che si possono riassumere con le esigenze di competizione su scala mondiale e le trasformazioni tecnologiche che ci hanno portato in un lungo periodo di transizione verso nuove professionalità che ancora attraversiamo. E’ di questi mutamenti continua Napolitano, che il sindacato dovrebbe prendere atto per poi lavorare alla proposta di un nuovo Statuto dei lavoratori per uscire dalla Continua a leggere

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Accoglienza, dopo le Regionali il via alle requisizioni

appuntamento-con-la-storiaPer nulla imbarazzata, giovedì scorso l’Unione Europea ha perso l’ennesimo appuntamento con la storia: messa di fronte ad un problema epocale come quello della pressione demografica che il sud del mondo esercita sul vecchio continente, ha deciso sostanzialmente di continuare a non far nulla lasciando sola l’Italia a gestire l’incessante flusso migratorio che dall’Africa e dal medio oriente si riversa sulle sponde meridionali del Mediterraneo. Non è assolutamente vero che anche un fenomeno di tali proporzioni non si possa governare. Sarebbe stato importante infatti che l’Europa avesse dato un segnale politico della sua esistenza in vita promuovendo iniziative in accordo con l’Unione degli Stati Africani per favorire lo sviluppo locale, riprendendo un’idea che da anni il leader radicale Marco Pannella perora inascoltato: investimenti mirati ed agevolazioni alla delocalizzazione delle imprese europee verso l’Africa ed il Magreb in particolare; accordi doganali speciali per favorire l’importazione di prodotti made in Africa; invio di missioni nei paesi africani dove maggiore è il deficit organizzativo e strutturale dei sistemi sanitari, scolastici, giudiziari, di sicurezza. Sono solamente alcune delle idee che potevano essere messe in campo dall’UE per invertire la tendenza migratoria e favorire il cambiamento e l’emancipazione di un continente che pure possiede risorse naturali e minerali immense di cui forse solamente la Cina ha compreso la portata, anche se le sue politiche d’investimenti nel settore energetico e dei trasporti, somigliano più ad uno sfruttamento neo coloniale che ad un’opera armonizzata di rapporti e relazioni economiche reciproche finalizzate al progresso ed allo sviluppo. Ancora una volta quindi, per l’Italia è andata buca in Europa: si è capito che tra belle parole e mille promesse, sarà comunque sola a reggere nei prossimi anni il peso dell’accoglienza e del mantenimento di milioni di genti disperate pronte ad aggrapparsi allo stivale pur di godere del minimo vitale che altrimenti nessun altro è disponibile ad offrire loro. Gli sbarchi continui ed incessanti hanno indotto il Ministero degli Interni a diramare una direttiva che impone ai Prefetti il reperimento Continua a leggere

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Il piombo dei partigiani liberò Carla, con in grembo il suo bimbo

Carla, uccisa dai partigiani col bimbo in gremboMi chiamo Carla, ho vent’anni, è il 20 aprile 1945 e sono in cerca di mio marito. Lui si è arruolato in uno speciale reparto della RSI. Sono con un’amica, Antonietta, anche suo marito è nella Repubblica Sociale. Sono stanca, la gravidanza mi appesantisce, sono al sesto mese e sento il mio piccolo che scalcia. Forse è un pò preoccupato come me. Il suo papà è in guerra. Ho paura, ma spero. A Cigliano finalmente troviamo i nostri soldati. Abbraccio mio marito, poi i partigiani ci prendono. E’ il 27 aprile, i nostri uomini sono costretti ad arrendersi, “così almeno voi donne vi salverete”, ci dicono. I partigiani fanno dirigere la colonna verso Graglia, camminiamo da quattro giorni, non ce la faccio più, con le mani cerco di proteggere mio figlio nel mio ventre, lo abbraccio. “Ce la faremo piccolo”, gli dico. Antonietta ed io siamo le sole due donne, poi ci sono 26 ufficiali fascisti, ci rinchiudono in una stanza. Sono sul punto di crollare. Aprono la porta, sono ubriachi. Ridono. Hanno in mano dei bastoni. No, non lo faranno. Mio Dio, prendono a bastonate gli uomini disarmati. Non posso guardare. Non possono bastonare anche le donne, non il mio bambino! Il legno mi spezza le ossa, fa male! Un rivolo di sangue mi Continua a leggere

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15 miliardi sull’unghia in arrivo per la Grecia da Mosca e Pechino

russia e cina miliardi alla greciaL’indiscrezione della stampa greca trova conferma anche sull’autorevole settimanale tedesco der spiegel: da Mosca sono in arrivo ad Atene 5 miliardi. Per la Russia si tratta di affari precisa Dmitry Peskov portavoce del Cremlino, il denaro sarebbe un’anticipazione dei diritti di passaggio sul territorio greco del nuovo gasdotto destinato alle forniture europee. La Russia trarrebbe il vantaggio di aggirare l’Ucraina istallando le condotte del gas attraverso la Turchia ed appunto la Grecia. Già martedì prossimo dovrebbe essere firmata l’intesa. Il denaro in arrivo da Mosca sarebbe comunque dato per certo secondo der spiegel, in caso di fallimento dell’impresa come è accaduto in passato con il gasdotto south stream, l’intesa raggiunta prevede la trasformazione della somma a titolo di “prestito segreto”. Nessuna obiezione per bocca del ministro dell’economia tedesca Schäuble, secondo il quale ogni aiuto in soccorso della Grecia è buono purché a pagare non sia il contribuente tedesco evidentemente. A rimpinguare le scorte di liquidità nelle casse greche starebbero per arrivare altri 10 miliardi da Pechino a titolo di anticipazione sui diritti di utilizzo dei porti del Pireo e sotto forma di investimenti nella rete ferroviaria greca. Tsipras e Varoufakis avrebbero infatti mitigato il loro furore statalista ponendo come unica condizione alle privatizzazioni la giusta quotazione di mercato piuttosto che la svendita del patrimonio pubblico. Tirando le somme, Continua a leggere

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Prodi: la resa della Germania per salvare la Grecia

prodi affetta la mortadellaNon so twittare, la mia epoca è finita, ma sto passando gli anni più belli della mia vita. Godo di quel tanto di autorevolezza che basta per essere ascoltato e non ho il peso delle responsabilità. A parlare è Romano Prodi, il rottamato più felice del mondo che avverte: è arrivato il momento della resa per la Germania, dobbiamo salvare la Grecia. L’impazzimento dei mercati rimette in fibrillazione Spagna ed Italia. Noi siamo stati già danneggiati dal rialzo dello spread. Atene non è in grado di pagare il suo debito, basti pensare che il PIL della provincia di Reggio Emilia è superiore a quello della Grecia. Varoufakis è un simpatico incosciente e Tsipras fa promesse impossibili, per uscirne c’è un solo modo: un accordo di tipo politico tra Unione e Grecia. Quando si manifestò, il problema greco era ben poca cosa: 30 miliardi che per le paure ed i problemi interni della Germania, oggi è decuplicato. Si deve ai grandi paesi europei con in testa la Germania se la Grecia ha potuto truccare i conti: impedirono il controllo diretto sui conti degli Stati negando la delega delle funzioni alle Istituzioni Europee. La Germania è terrorizzata dall’inflazione per questo è ossessionata dal rigore e dalla tenuta dei conti. Non capisce che senza crescita i conti non tornano in ordine e mostra tutti i suoi limiti nel rifuggire dall’assunzione di responsabilità per quel ruolo di leadership che le viene dall’essere una grande potenza economica. Il sistema industriale tedesco è infatti il migliore al mondo, permette Continua a leggere

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