Pino Daniele, nero del tutto

Il giovane Pino Daniele…e quann’ passa chistu ferry boat ca luntano ce porta e nun ce fa penzà, primma c’arriva cchiù forte sta botta quaccheduno ci adda purtà’.
It’s a new world and the music from the radio makes you think another world and the music from the video makes you dream
another world but the same thing is going around famme capì’ you si vaco ‘nterra i’ nun me soso cchiù e guardo annanze senza me fermà’ speak american sulamente pe’ pazzià’.
E’ passato chistu ferry boat Pino e ti ha portato per sempre lontano, ma sono ancora in tanti quelli che continueranno a pensare a te. Ieri è arrivata cchiù forte sta botta Pino e quaccheduno non è riusciuto a trattenerti tra noi. Guarderemo avanti comunque senza fermarci e parleremo americano anche solo per scherzare pur di trovare la via per uscire dalla cartolina del sole, della pizza e del mandolino che tante brutture e rassegnazione ci ha regalato. C’hai cantato che da Orte in su c’è un altro mondo cui guardare, un mondo dal quale per farci intendere bisogna scrollarsi di dosso il fardello oleografico. Perché ci prendano sul serio, dalla tradizione strumentalmente manipolata e stravolta, bisogna che si rimuovano le pratiche plateali di costumi ipocriti. C’hai insegnato che non basta agitare il cuore per accreditarsi, ma che la strada del lavoro e del rigore è quella giusta per far valere il proprio talento. Hai spiegato in musica agli scugnizzi che per farsi comprendere anche fuori dal vicolo, è possibile trovare un’armonia sapiente tra idiomi e vernacolo tale da costruire una lingua popolare nuova, originale ed inclusiva, capace di far sentire a casa nel basso un italiano, un europeo ed un americano. Un lavoro straordinario Pinuccio hai compiuto, le tue note hanno fatto crescere un tipo di italiano emancipato che non soffre di complessi, Continua a leggere

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Quirinale, qui si parrà la tua nobilitate caro Matteo

header-vignetta-renzi e berlusconi con la palla al piedeA parlare è Rino Formica, ex ministro socialista delle finanze che ha visto avvicendarsi ben quattro Presidenti al Colle. Fino ad ora sostiene, Renzi ha rottamato, ha mortificato, ha minacciato ed ha potuto governare col voto di fiducia, ma sull’elezione del Capo dello Stato non potrà nulla, i grandi elettori si organizzeranno per bande non per partiti e nel Parlamento italiano ci sono troppi rancori e sete di vendetta tra gli stessi renziani che si sentono messi da parte. L’elezione del successore di Napolitano sarà l’occasione ove parrà tutta la sua nobilitate, sarà la prova per verificare chi è Renzi politicamente: quanto seguito ha, di quale credito gode realmente, quali “amori” ha saputo conquistare in Parlamento. Dopo un anno al timone del Governo, ancora nessuno lo sa. Quello che viviamo, è un momento di eccezionale gravità osserva Formica, ma purtroppo nessuno prende coscienza che il prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere un uomo in grado di farci saltare nel buio verso gli Stati Uniti d’Europa oppure accompagnarci sulla strada del ritorno allo Stato nazionale. Assistiamo invece a traffici di bassa lega tra i due che hanno in teoria i pacchetti di voti necessari per eleggere il nuovo Presidente: il primo è interessato ad un uomo che non gli faccia ombra, il secondo è preoccupato esclusivamente di recuperare l’agibilità politica per salvare le sue aziende. In tutto questo, nemmeno si scorgono gli interessi del Paese. Finiranno per Continua a leggere

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A sua insaputa dividerà il merito di salvare Berlusconi col nuovo Capo dello Stato

vignetta-header-sfondo, Berlusconi pulisce il tavolo del quirinaleRenzi è stato costretto a rinviare l’iter procedurale del Decreto di Delega Fiscale che ironia della sorte, è intestato: “certezza del diritto”. Scoperto, si è rassegnato a dividere il merito di riabilitare Berlusconi col nuovo Capo dello Stato. E’ bastato un comma di sole quattro righe, il 19-bis scritto con grande perizia giuridica da una penna ignota a farlo indignare: ha rischiato seriamente di salvare Berlusconi a sua insaputa! Era stato infatti scelto con cura il regalo di Natale, a conferma della profonda sintonia tra i due: è depenalizzata a sanzione, la frode fiscale fino alla misura del 3% dei redditi dichiarati. In un colpo solo, il compagno del nazareno sarebbe ritornato in pista candidabile come una verginella al ballo delle debuttanti. Se al Tesoro non s’è trovata impronta, se all’Agenzia delle Entrate si son detti contrari per principio ad ogni indulgenza con gli evasori, allora non resta che il tavolo del Consiglio dei Ministri dove Silvio ha tanti vecchi amici che affiancano il giovane nazareno, per rilevare la paternità delle impronte decisive lasciate sulla Delega Fiscale. Matteo però ammette di “non saperne niente”, me l’hanno fatta sotto gli occhi, “blocco tutto, non c’è inciucio. Aspetteremo che Silvio termini il servizio sociale“. Sceglieremo insieme l’uomo giusto per il Colle ed una soluzione per restituirgli formale dignità politica, la troveremo. Questo non lo troverete scritto nel comunicato ufficioso di Palazzo Chigi rilanciato dalle agenzie, ma lo desumiamo noi tutti qui, animatori di Blogaccio.eu

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Buon anno a voi, ciberBlogacci

buon2015 coi bimbi

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Contro l’Europa e gli obblighi umanitari

contro l'europa, magli for presidentCome noi, “si limita a leggere i giornali” Ida Magli, dove trova tutto quanto le occorre per informarsi, studiare e comprendere i processi sociali e politici per le sue analisi di antropologia culturale. Data giusto venti anni l’inizio della battaglia solitaria ingaggiata contro la costruzione di questa Europa che non c’è perché non c’è mai stato un popolo europeo afferma, nemmeno ai tempi dell’Impero Romano quando a governare era ROMA sopra Parigi, Londra, Francoforte. Quindi, semmai vi fossero dei diritti ad esigere, questi dovrebbero essere rivendicati dall’Italia e non certamente dai burocrati di Bruxelles o dai banchieri di Francoforte. Contro l’Europa innanzitutto per salvare Goethe, Voltaire, Cervantes, Kafka, Pirandello, la ricchezza autentica dei popoli europei ed impedire un’omogenizzazione artificiale che ci viene imposta con l’abbattimento delle frontiere e la conseguente immigrazione di massa da ogni parte del mondo. L’Europa è storia di civiltà risultante dell’itinerario artistico, linguistico, letterario, culturale dei singoli popoli che la compongono, così com’è stata costruita invece è una somma indiscriminata di genti e di popoli che si vuole tenere insieme a detrimento dell’espressione identitaria avanzata necessariamente ridotta e resa prossima di quella rustica degli immigrati che finiranno per cancellarci. La questione umanitaria non c’entra nulla, uno “Stato non ha l’obbligo di essere umanitario, bensì quello di “difendere i cittadini, il territorio, l’indipendenza”. Le navi della marina vanno schierate per delimitare i confini e dissuadere gli scafisti piuttosto che Continua a leggere

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L’italietta di Renzi ci riprova coi soldi a comprare la libertà dei Marò

Girone e La Torre, prendono ordini dalla guardia indianaEccola che ci riprova! E’ sempre lei inconfondibile, riconoscibile, nota nel mondo. Non sfugge ai suoi cliché: snobbata, violata, trattata con sufficienza l’italietta di Renzi ci riprova coi soldi a comprare la libertà dei suoi militari. Libertà ed onore che non è più capace di tutelare altrimenti  così come aveva tentato già Monti senza successo nel 2012 per deficit evidente di prestigio e considerazione internazionale. Stavolta è disposta ad aggiungere anche le scuse ufficiali al governo indiano. Ma sì! Una umiliazione in più che cosa vuoi che sia? Soprattutto quando sei dalla parte della ragione!? La lasciano andare libera in giro l’italietta, a prestare soccorso, a portare aiuto e quando occorre a pagare debiti; se ne servono per accaparrarsi la fantasia ed il gusto del bello i cui echi del glorioso passato ancora riverberano nella qualità dei suoi manufatti, ma quando si azzarda ad alzare anche solo di un tono la voce nel giogo delle potenze, allora è soffocata senza riguardi ben consapevoli ch’è impossibilitata a proporre una reazione per fragilità strutturale delle sue Istituzioni democratiche e per pigrizia culturale dei suoi cittadini infiacchiti ed imborghesiti dal quieto vivere pur di non prendere rischi. Non dobbiamo nemmeno fare uno sforzo di immaginazione per pensare a che cosa sarebbe accaduto se al posto dei due marò del San Marco, l’India si fosse azzardata a trattenere prigionieri due marines americani in missione anti pirateria: ciò che è accaduto dopo la colpevole strage del Cermis ci dice che sarebbero stati assolti da una Corte di Washington e starebbero a godersi il sole delle Hawai felici e contenti di aver giurato fedeltà sulla bandiera a stelle e strisce. Purtroppo per Girone e Latorre, la sola bandiera sulla quale hanno giurato è il Tricolore. Quello nobile e sacro, trattato come uno straccio da piedi da smidollati e farabutti di ogni risma negli ultimi settantanni. Intanto che Renzi istruisce l’ambasciatore sull’affare da concludere assolutamente, a Bruxelles la Mogherini  con la coccarda dell’Europa appuntata sul petto, ancora si trastulla tra carte e contatti dopo  Continua a leggere

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 A Voi tutti

che da anni confermate il gradimento per queste pagine incrementando il contatore delle visite quotidianamente, giunga il più sincero degli AUGURI di  

header_natale_2013

 

 

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Quirinale, nessuno si senta escluso ed a sorpresa sbuca Pertini

vignetta-gufo guarda renzi dal quadroNessuno si senta escluso, è l’ultimo sintomo in ordine di tempo, dell’annuncite cronica. Per tenere a bada le minoranze PD nella faida del Quirinale, il giorno dopo le dimissioni di Napolitano, Renzi anticipa che convocherà un’assemblea permanente dalla quale dovrà venir fuori il profilo del prossimo Capo dello Stato. Sarà una discussione democratica promette, poi come al solito a decidere saranno lui e Berlusconi che gli farà il nome di Amato. Il Presidendete della Repubblica si sceglie con noi e non dovrà essere di sinistra, avverte infatti Toti. Dovrà essere un nome che garantisca al vecchio il rientro in scena con una fedina penale immacolata dalla Grazia e riformata dalla Riforma della Severino evidentemente, lo capirebbe anche un bambino figurasi se non l’ha capito il giovane di casa a Palazzo Chigi. Non può dirlo apertamente è chiaro, per non rischiare un moto rivoluzionario interno. Se i comitati resistenziali del PD dovessero disertare nelle urne, allora ha già pronta la riserva: Prodi è stato messo personalmente in allarme con la recente convocazione a Palazzo Chigi. A quel punto però, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica rischierebbe di trasformarsi in una sorta di referendum Renzi sì, Renzi no. Meglio chiamarsi fuori e delegare alle trattative dirette Guerini. La befana per Renzi quest’anno dotrebbe arrivare con un giorno di ritardo il 7 gennaio, quando si voterà in aula l’italicum2.0 Solo allora potrà prendere una decisione definitiva se accordarsi con Berlusconi o pensare di accendere il forno dei grillini impazienti di vedere all’opera il nuovo direttorio con a capo Di Maio, indispensabile per raggiungere il quorum necessario nel caso in cui Fitto dovesse passare dalle parole ai fatti ed attentare al potere di Berlusconi votando contro i patti coi suoi 40 grandi elettori. Eslusi i fittiani, sottratti metà degli alfaniani, scorporata la Continua a leggere

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Germania: basta chiacchiere, applicate il job act

Berenberg Bank, Holger Schmieding2Italiani, ancora lì a cincischiare! Basta con le polemiche, applicate il job act di Renzi ch’è anche meglio del nostro e vedrete che in pochi anni verrà la crescita e ci sarà il miracolo della moltiplicazione dei posti di lavoro. Lo stile è inconfondibile, ma a parlare in questi termini non è Schaüble e nemmeno la Merkel. Stavolta ad impartire l’ordine è Holder Schmieding uno degli analisti economici tedeschi più attenti alle vicende dell’euro nell’area periferica dell’Unione. L’ennesima riprova che il processo di integrazione europeo avanza inesorabile e con esso, arretra la sovranità nazionale. Il modello sociale ed economico che si afferma in Italia è quello della responsabilità e della competitività tipico dei paesi nord-europei e destinato a rimpiazzare il modello rivendicativo dei diritti acquisiti se non interverranno “sconvolgimenti” tali da rompere ogni vincolo dei trattati. Non eravamo abituati e non abbiamo immaginato la piega che potevano prendere gli eventi quando furono firmati i Trattati di Roma. Dove fallirono le panzer divisionen è arrivata con altri strumenti la forza prescrittiva del sistema tedesco che non ha mai rinunciato al progetto egemonico continentale. Ai tedeschi infatti non basta il job act, dalle parole di Schmieding per l’ennesima volta s’intuisce che vogliono il riallineamento dell’architettura istituzionale complessiva dell’Italia compreso quella dell’ordinamento giudiziario. Quelle che sembravano solamente illazioni complottiste, alla luce degli avvenimenti appaiono come un disegno progettuale organico che mira a fare dell’Italia una provincia di Bruxelles su cui Berlino esercita un notevole ascendente. Praticamente, dopo le tasse di Monti che sono servite a saldare i crediti vantati dalla Germania, poi hanno messo il giovane Renzi che con i suoi metodi sbarazzini meglio si prestava a far ingoiare il nuovo edificio politico-economico pensato al di là delle Alpi per correggere i mali endemici della società italiana con le sue degenerazioni e le fragilità di una economia da socialismo reale che applicata ad un contesto democratico inevitabilmente finisce per scadere nella frode e nella corruzione sistemica…

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Le anime PD trovano l’accordo: finiremo commissariati dalla Trojka

Cacciari punta il dito su DalemaSe l’alternativa a Renzi è il governo della Trojka, io mi tengo stretto il Governo Renzi, tiene a precisare D’Attorre, bersaniano di ferro. Il problema però continua, è che sono proprio gli errori di Renzi che rischiano di portarci sotto il controllo della Trojka. A fargli eco è quella sinistra eretica che in Renzi vedeva l’ultima possibilità di redenzione: la situazione economica  è  pericolosissima, finiremo commissariati come la Grecia se non la smettiamo di discutere su riforme inutili che non cambiano una sola virgola nella vita della gente, conferma a distanza Massimo Cacciari. A sconcertarlo paradossalmente sono stati i fischi che la piazza di Bari ha riservato a Dalema, un compagno per il quale non ha mai nutrito simpatia confessa, ma che nella circostanza gli ha fatto un pò pena. Per Cacciari quei fischi non sono stati diretti alla persona, ma  all’intera classe dirigente che ha gestito la baracca in questi anni ed ha ridotto il paese nelle condizioni delicatissime in cui versa.  Né a destra, né a sinistra, né al centro osserva, ci sono punti di riferimento, soggetti autorevoli in grado di guidare il paese fuori dalla crisi con le sue forze. Non sarà certo un vaffa dell’Ugl però a rottamare Dalema che non rinuncia a far politica nonostante le minacciate sanzioni del segretario Presidente del Consiglio: “i cittadini non sono ingenui, non si lasciano ingannare, comprendono le insufficienze e gli errori di questo Governo”. Per Angelo Rughetti renziano della prima ora invece, il Governo ha ben chiaro lo stato del paese, mentre è la vecchia guardia dei Dalema e delle Bindi che non vuole rassegnarsi a svolgere il ruolo di minoranza interna e fa di ogni riforma una questione di coscienza perché sono abituati a galleggiare nello stallo. Nel XXI secolo la disciplina di Continua a leggere

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