Partiti immobili, governo inesperto. Io sì che m’intendevo di crescita

Chi ricorda la corrente del Golfo? Al confronto il cerchio magico sembrano i soliti ignoti. Era una corrente della DC così chiamata perché eletti tutti in Campania ed il cui consenso elettorale aveva un peso notevole nel partito tanto da essere nominati tutti ministri o sottosegratari del pentapartito: De Mita, Scotti, Gava, Russo, Vito ma fra tutti spiccava Pomicino detto “‘o ministro”. Una bella compagnia non c’è che dire. Impelagati in varie vicende di tangentopoli. Pomicino, l’allora PM Di Pietro, prima lo inquisì poi andò a trovarlo in ospedale colpito da infarto. Quelli che non sono morti, in qualche misura sono stati tutti resuscitati dal berlusconismo e Pomicino è tra questi. Dopo una condanna passata in giudicato, il neurologo che alle corsie degli ospedali ha sempre preferito gli scranni di Montecitorio, si è riciclato alla grande scrivendo per Vittorio Feltri con lo pseudonimo di Geronimo prima ed ora sul Foglio di Ferrara. Ha fatto insomma capolino nuovamente sulla scena attraverso la carta stampata prima, poi come opinionista in alcune trasmissioni TV fino ad arrivare a presiedere un sedicente comitato tecnico presso il Ministero di Rotondi, altro democristiano con l’aggravante irpina. Certo, non è più al Ministero del bilancio ma oggi per tenerlo buono ed ingrazirsi le numerose entrature elettorali come maggiorente della fu DC campana che ancora conserva, gli hanno data una bella poltrona da presidente della Tangenziale di Napoli. Nessuno ha recriminato, Casini è contento, i voti di Pomicino gli fanno da massa critica. Chissà che cosa ne pensa Fini che proprio da qualche ora ha dichiarato che devono tenersi fuori dalla PA coloro i quali hanno condanne passate in giudicato. Ma tanté, il soggetto è abile ed ha una passione sfegatata per gl’incarichi, non riesce a rimanerne fuori e sottosilenzio, ha saputo reinventarsi fino a proporsi come opinionista esperto in economia ma pochi sanno e nessuno ricorda mai che fu proprio il penta partito del quale “‘o ministro” era una punta di diamante, a specializzare i politici in ruberie ed a creare quella montagna di debito pubblico che ci sovrasta e ci soffoca ancora oggi dopo venti anni. La vecchia politica da Berlusconi a Casini che scalzarono i loro padri di tangentopoli grazie alle inchieste del pool di mani pulite, ha avuto bisogno dell’esperienza di Pomicino ed oltre agli incarchi gli riserva anche spazi di visibilità mediatica dove si propone con la spocchia di chi è stato un grande ingiustamente caduto in disgrazia ma che conserva intatte le sue capacità risolutive. Ci perdonerete questa introduzione un pò lunghetta ma converrete che il soggetto andava presentato bene ed approfondito in tutte le sfaccettature insomma, era importante illustrarne il curriculum vitae diversamente, soprattutto i più giovani che sono i veri padroni della rete, potrebbero incorrere in errore come i loro padri e dargli fiducia e fede. Capirete che non potevamo prestarci ad una simile operazione di riciclaggio e siccome nessuno lo scrive, grazie anche alla nostra veneranda età, abbiamo dato fondo ai ricordi da accaniti lettori di giornale e vi abbiamo erudito sul personaggio. Insomma, Pomicino si fa beffa di Monti e ci dice che questo è un governo inesperto, che i partiti sono immobili e che per uscire dalla crisi bisogna congedare 50mila soldati così magari poi lui proporrà di assumerli nella PA ed alla vecchia maniera democristiana prenderà un sacco di voti, poi dopo bisognerà vendere il patrimonio immobiliare dello Stato e destinare i proventi ad abbattere il debito pubblico che anche lui contribuì a formare insieme con Andreotti, Forlani e Craxi e con i risparmi sugli interessi, rilanciare la spesa pubblica evidentemente, materia nella quale gli riconosciamo di essere un esperto assoluto. Monti, sembra dire Pomicino, prendi i tuoi professori e vattene che vengo io ed aggiusto tutto, come facevamo ai bei tempi.

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