Pentaleghismo, PD e Forza Italia reggeranno il moccolo alle corna di Salvini con Di Maio

Due partiti, un solo elettorato indisponibile ad essere governato dal capitale apolide. Dal laboratorio pentaleghista  avviato con le elezioni dei Presidenti delle Camere, potrà venire fuori quella alternativa di sistema in grado di rompere l’asse europeista PD-Forza Italia che ha svenduto per sudditanza, la sovranità del paese e non solo. Pena l’irrilevanza, i vecchi partiti che a vario titolo hanno rappresentato fin qui gli interessi dei poteri forti e che sono stati sbugiardati nelle urne del 4 marzo, si vedranno costretti a reggere in Palamento il peso della corna che Salvini ha saputo mettere con sagace lungimiranza a Berlusconi padrone della destra storica e Di Maio, che con navigata abilità a dispetto delle pulsioni sinistrorse del Movimento, ha saputo fare alle sirene piddine: nella insolita veste di un Ulisse politico, il giovane Luigi ha preferito assecondare lo spirito popolare che aspira all’avventura del cambiamento sostanziale piuttosto che arenarsi nei fondali cheti e fangosi sull’asse Berlino-Bruxelles dove liberi nuotano i famelici squali della finanza globalista. Non da baratti, ma per volontà del popolo è nato un nuovo bipolarismo e non è detto che le urne del 4 marzo debbano per forza di cose abortire, come profetizzano i soloni illuminati del vecchio sistema collassato sotto i colpi delle schede elettorali. Per quanto il PD e lo stesso Mattarella infatti restino zitti ed immobili, raccolti in preghiera affinché negli elettori scemi la rabbia, una collaborazione inedita dettata dalle necessità contingenti tra i due vincitori delle elezioni, potrebbe rafforzare sia il profilo politico del M5S, sia la sperimentata capacità di governo della Lega su scala nazionale e continentale. La risultante di una simile collaborazione tra le giovani forze innovative e l’esperienza della conservazione che si cala nel concreto dei problemi, potrebbe innescare un processo di emulazione continentale ed aprire paradossalmente gli orizzonti ad una nuova Europa dei popoli capace di sostituire gli astratti disvalori imperanti con le valenze avvertite da ciascuna delle nazioni che animano il vecchio continente perché ritorni ad essere per il mondo intero un faro di civiltà definita, comprensibile ed universalmente riconoscibile.

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