Che i due s’intendessero era cosa risaputa, ma dopo le risatine di Barroso e Van Rompuy, per continuare a sperare di salire al Colle Prodi è dovuto scendere in campo e schierarsi con Renzi: “a Bruxelles di più non poteva ottenere dalla Merkel” scrive, la “Germania sta meglio di tutti”, ma è appesa ai 5 milioni di mini jobs e non cresce come vorrebbe. Putropppo la Cancelliera di più non poteva concedere sensibile com’è ai sondaggi: “l’opinione pubblica tedesca infatti, ancora non è pronta per aprire agli investimenti”, se prima l’Italia non adotta riforme strutturali che aspettano da tempo. Ecco perché quello di Renzi in Europa non è stato un viaggio fallimentare, ora non gli resta altro da fare che accelerare sui tagli alle spese, sulle riforme della PA, del lavoro e sull’alleggerimento fiscale continua mortadella, in maniera tale che durante il semestre di presidenza italiano insieme agli altri paesi che hanno gli stessi problemi di crescita, possa interpretare i vincoli europei di bilancio in maniera più intelligente e flessibile tanto da scomputare gli investimenti in ricerca, infrastrutture e politiche di coesione. Quasi a voler dar credito alle parole di Prodi, in un lunga intervista esclusiva Renzi si dice sicuro di non fallire quest’ultima occasione che l’Italia ha per tenersi ancorata all’Europa dove il discredito e lo scetticismo nei nostri confronti nasce dice Renzi, dalle promesse di riforme mai mantenute. Questa è la volta buona: ai mille euro in busta, agli sconti energia e alle riduzioni Irap tempo un mese seguirà lo scardinamento della Pubblica Amministrazione con i 600 milioni di risparmi dal solo taglio delle Provincie ed ancora, la chiusura delle sedi periferiche di Banca d’Italia e dell’Agenzia delle Entrate, di molte Prefetture, il licenziamento dei Dirigenti della PA che NON saranno più assunti a vita, ma tutti inquadrati a tempo determinato con stipendio indicizzato ai risultati ed in generale agli Statali promette che non saranno licenziati perchè il rapporto dipendenti/cittadini è in linea con quello europeo, ma saranno costretti a lavorare di più ed anche i loro stipendi saranno commisurati alla quantità, alla qualità ed all’efficienza del loro lavoro.
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