Pinotti, la più maschia degli italiani. We love you

Roberta-Pinotti-TornadoLa Pinotti almeno sotto il profilo della comunicazione, sta dimostrando di saper motivare e di essere dotata di una buona dose di “ardimento” che non gusta in un ministro della difesa. Il coraggio è una di quelle qualità che ci siamo disabituati ad apprezzare nel governo italiano. Avrete notato che su certi argomenti il Presidente del Consiglio tace e come il ministro degli Esteri che pure si era lanciato in avanscoperta ora abbia ripiegato nelle retrovie dopo le minacce, trincerandosi in un politichese di alta diplomazia e finendo per stancare anche i più temerari dei pacifisti affezionati ai diritti umani. La Pinotti invece, e non è la prima volta, calata nel ruolo di patriota tira fuori gli attributi: l’Isis è un pericolo reale, concreto. Non vorrei l’avessimo sottovalutato. Io ho due figlie e penso che questo tipo di estremismo sia il più subdolo perché è capace di trasformare l’odio in valore e di attecchire nei giovani grazie ad un sapiente uso delle tecnologie informatiche della comunicazione. Ci spaventano con le loro mostruosità per costringerci a cambiare il nostro modo di vivere. L’espansione che l’Isis sta avendo in Libia è molto preoccupante, ma io spiego alle mie figlie che l’Italia ha un sistema di prevenzione efficiente che fino ad ora ha funzionato. Di sicuro però noi italiani abbiamo un rapporto difficile con al nozione di difesa. Un eventuale intervento di terra, dovrà essere spiegato molto bene all’opinione pubblica perché comprenda che non possiamo girarci dall’altra parte se per esempio in Kurdistan, seimila bambine sono prigioniere e rese schiave del sesso a disposizione degli islamisti. E prosegue la Pinotti, senza tanti riguardi per il politicamente corretto dicendosi d’accordo con le critiche di Cameron al multiculturalismo: le tradizioni di un paese vanno rispettate come le sue Leggi e gli immigrati devono ben disporsi e lasciarsi contaminare dal paese che li ospita. Più chiaro di così!… Le parole della Pinotti suonano come un inedito programma di Governo per un paese che si preparasse a raddrizzare la schiena bifida degli ultimi settanta anni. Prendiamo la Spagna, ci rinfaccia di non aver mai avuto i nostri stessi problemi di accoglienzaanche quando a governare era la sinistra con Zapatero. La Spagna rivendica il diritto di difendere le proprie frontiere dal pericolo terrorismo: non possiamo abbassare la guardia, siamo già stati vittime di sanguinosi attentati e dunque non lesiniamo risorse per la sicurezza, sottolinea Ana Belen Vàzquez Blanco, vicepresidente della Commissione Affari Interni del Parlamento Spagnolo. Abbiamo rimpatriato centomila clandestini negli ultimi quattro anni, prosegue, ma è il colabrodo italiano a vanificare i nostri sforzi. L’ultimo episodio, quello del rapimento dei quattro cittadini italiani che lavoravano in Libia, è sintomatico del peso e della considerazione di cui il nostro paese gode  sullo scacchiere internazionale dove con tutta evidenza, è percepito come l’anello debole tra le nazioni europee che può essere facilmente condizionabile. In un primo momento si pensava che fosse opera di delinquenti comuni, mentre si sono successivamente raccolte testimonianze che accreditano la tesi del rapimento politico secondo la quale, il Governo di Tripoli a maggioranza islamista, sa dove sono tenuti prigionieri i lavoratori della Bonatti e per rilasciarli, pretende come moneta di scambio il riconoscimento internazionale da parte dell’Italia. I lavoratori secondo questa fonte, sarebbero tenuti prigionieri in Al Jmeil, nei pressi del confine tunisino.

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