Non sorprende che lo spirito libero di queste pagine possa aver destato l’interesse di un autentico liberale quale è il dott. Raffaele Prodomo, professore della Seconda Università di Napoli, componente del Centro interuniversitario di ricerca bioetica di Napoli (CIRB). Dai temi che lo vedono protagonista come studioso ai motivi del suo impegno in politica, il prof. Prodomo ha accettato di rispondere ad alcune domande che un pò fuori dal canovaccio solito, ci rendono un quadro sintetico della crisi che attanaglia l’Europa, l’Italia ed il meridione in particolare.
Professore, quali soluzioni intravede sui temi più scottanti che animano il dibattito bioetico?
I temi bioetici rappresentano l’equivalente moderno delle guerre di religione e quindi esigono una soluzione analoga, ossia la tolleranza e il rispetto della diversità. Non si impone una scelta morale per obbligo di legge!
Da dove nasce l’esigenza dell’impegno in politica di uno studioso?
Uno studioso non vive in una sfera di cristallo, isolato dalla realtà, lo studio serio non può prescindere da un impegno etico politico, nei 20 anni e passa di attività scientifica in campo bioetico ( rinvio al sito www.istitutobioetica.org) ho sempre avuto in mente le ricadute etico politiche dei miei studi, oggi l’impegno politico diretto ne rappresenta una conseguenza diretta, una chiusura di quel circolo tra cultura e vita morale di cui parlava Croce.
Quale contributo originale pensa di portare al Parlamento Europeo e quali azioni sono necessarie per recuperare la fiducia dei cittadini italiani nell’Europa?
In sede europea io penso di poter portare una competenza specifica nel settore, associata a una sensibilità per le questioni riconducibili alla libertà personale che mi orienta in modo generale offrendo un metodo liberale di soluzioni e proposte normative. Si pensi a questioni bioetiche controverse quali aborto e eutanasia, la soluzione liberale non può essere quella di privilegiare posizioni pro o contro ma deve limitarsi a regolare la coesistenza delle diverse opinioni morali. In questo modo forse si recupera fiducia ed entusiasmo per l’Europa, finora troppo schiacciata sulla prospettiva economica, ben inteso che non si intende sottovalutare il ruolo della integrazione economica ma solo riconoscere anche il valore delle istanze culturali. Ricordiamoci che il progetto europeo nasce per ragioni etiche, evitare un terzo conflitto mondiale, e ha radici culturali che affondano nel passato greco e romano del nostro caro e vecchio continente.
Quali sono i settori prioritari che a Suo avviso debbono essere esclusi dai vincoli del Fiscal Compact per far ripartire le crescita?
Il rigore di bilancio va mantenuto ma la stretta deve essere un po allentata per consentire il rilancio effettivo della economia, in particolare nelle regioni meridionali, è indispensabile preparare il terreno attraverso una bonifica radicale che sconfigga il clima di illegalità diffusa che impedisce gli investimenti. La mafia e la camorra si possono battere! Ma non si devono lasciare soli i giudici.
Come pensa che l’Italia possa far valere le sue ragioni in Europa?
Se si sconfigge la criminalità organizzata noi possiamo esibire credibilità maggiore ed avere il peso giusto per imporre un cambiamento nelle politiche economiche che favorisca la ripresa economica.
Perché “scelta europea” e non altri?
Votare SCELTA EUROPEA significa votare per il partito liberale europeo, la terza forza presente, con le carte in regola per attuare riforme che destra e sinistra sono incapaci di proporre. Si prenda il tema della lotta alla disoccupazione, drammatica realtà meridionale, i conservatori non hanno la sensibilità per affrontarlo, i socialisti hanno la sensibilità ma non le ricette giuste, noi liberali invece siamo sensibili al problema ed abbiamo gli strumenti economici per risolverlo.
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