Tutti i sondaggi concordano su di un dato: un centrosinistra guidato da Matteo Renzi avrebbe il 45 per 100 dei consensi elettorali alle politiche. Sbarcherebbe direttamente al Governo mentre guidato da Bersani, la miglior perfomance possibile è il 35%. Ecco perché si aggrappano uniti contro il rottamatore e sperano nel porcellum. Renzi è il solo capace di parlare indistintamente a tutti gli italiani, il solo in grado di sviluppare una visione che supera gli steccati senza astio e senza riserve, l’unico in grado di rendere possile il riconoscimento di un ruolo unitario alla rappresentanza elettiva che dovrebbe appartenere ad un Presidente del Consiglio. Eppure, resta oggetto di un impudico ostracismo degli apparati di partito che quasi certamente finirà per rinviare la necessaria mutazione genetica della sinistra italiana e soprattutto l’indispensabile rinnovamento della politica italiana che ci permetta di affrancarci dalle soggezioni dei mercati e dalla condizione di comprimari ritagliata da altri per noi in Europa.
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