Scalfari si ritrova con Berlusconi: non votate Monti

scalfari Stancamente narrativo, prolisso come sempre, Scalfari il fondatore di La Repubblica a forza di scomporre e riconporre pur di esserci finisce per ritrovarsi con Berlusconi nel valutare inutile e pericoloso accordare voti alla società civile e per evitare di gettare nel caos l’italia e la stessa Europa invita a NON votate Monti perché un congruo risultato al Senato impedirebbe al PD di raggiungere la maggioranza e lo costringerebbe in buona sostanza a silenziare le estreme in un alleanza col centro in alternativa, si dovrebbe ritornare alle urne. Sarebbe stato meglio per Monti se si fosse ritirato in buon ordine, avrebbe conservato la benevolenza dei poteri forti che tanto la sua agenda sarebbe stata applicata ugualmente da Bersani e da Vendola. Insomma, per farla breve, Monti sarebbe buono se tornasse utile a Bersani, diventa pericoloso invece perché ha deciso di risolvere i problemi atavici facendo saltare il banco dei partiti che con veti incrociati ideologici od interessati, li hanno tenuti sospesi venti anni in un limbo. Scalfari non si smentisce mai, la vecchiaia lo ha peggiorato: gli piaci se t’accodi come ha fatto Renzi, diventi pericoloso se ragioni ed assumi posizione. Uno invece che pur messo all’angolo avverte ch’è meglio non litigare comunque vada alle elezioni anche in caso di vittoria che garantisca numeri autosifficienti, perché avremo bisogno comunque di Monti per fare le riforme, è il renziano Gentiloni minoranza da poco, appena del 40% nel partito che a stento ha ottenuto dalla nomenklatura il diritto di tribuna. Ricapitolando per far scorrere il fiume di parole di Scalfari: Monti e Bersani hanno la stessa agenda, Scalfari vuole che Bersani chiami Vendola ad applicarla, Vendola dice che quella agenda va invece cancellata e Scalfari ribatte a Monti: la tua agenda va bene, però con te sarà il diluvio. Uno spettacolo di chiarezza e democrazia le parlamentarie del PD dove ogni partecipante sa quel che vuole, ma non sa quel che avrà.

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