Se Monti fallisce, a fine aprile sarà la troika ad artigliare l’Italia

A fine mese la Commissione UE verificherà i conti dell’Italia e l’attuazione delle correzioni indicate nei 39 punti della lettera inviata in autunno dal commissario Olli Rehn. Se gli esiti dovessero essere negativi, come già accaduto alla Grecia, all’Irlanda ed al Portogallo, sarà la troika BCE, Fondo monetario internazionale e Commissione UE ad artigliarci e saranno dolori per tutti, in pratica la loro assistenza altro non è che l’esautorazione di sovranità. Non c’è più niente da tagliare secondo Giarda, dalla revisione della spesa non dobbiamo aspettarci miracoli ma solamente una razionalizzazione per meglio garantirci il pareggio di bilancio nel 2013. In sostanza, dopo i tagli di Tremonti e le tasse di Monti non vi sarebbero più zone d’ombra nei bilanci del nostro paese. Gli sprechi secondo il governo sarebbero stati già azzerati ed ulteriori tagli metterebbero in serio pericolo il mantenimento in essere del nostro stato sociale. Non tutti però si dicono d’accordo con questa analisi, secondo i calcoli dei commercialisti di rami da potare ve ne sono ancora infatti, le proiezioni dell’incremento della spesa pubblica dal 2000 al 2006 anno in cui è iniziata l’opera di arresto, danno ancora un margine di 124 miliardi da tagliare nel settore del pubblico impiego, dei trattamenti previdenziali di favore riconosciuti ai montanti retributivi inadeguati, cui si aggiunge la necessità di opporre un argine alla corruzione piuttosto che all’evasione che anzi, secondo alcuni, sarebbe addirittura fattore di crescita del reddito pro-capite come si registra nel sud avvalorando la tesi per la quale una pressione fiscale che procede per regolamentazione spontanea, favorirebbe la crescita