A 78 anni dopo aver governato per venti, oramai la sua è una parabola politica discendente. Riconosco che non bisogna sottovalutarlo perché è sempre una forza della natura, ma non credo che gli restino ancora molti anni. Senza Renzi, Silvio è spacciato. A parlare in questi termini è il più americanomorfo tra i fondatori di Forza Italia, quell’Antonio Martino figlio d’arte un pò distratto che con troppa faciloneria dimentica dove non dovrebbe, domande compromettenti come si legge nella sua biografia non sappiamo se autorizzata. Uno capace di arrivare a litigare con la moglie americana sull’amore primigenio per la libertà nella patria d’adozione: gli Stati Uniti d’America. A sentirlo, Berlusconi corre un grosso rischio a dar credito a Renzi, tutto chiacchiere senza distintivo. Promette, ma non realizza: Job act, tutele crescenti e una riforma del Senato che dà voce alle Regioni dove s’annida il malaffare. Andrebbero “bombardate” piuttosto che dargli maggiori poteri. Parole queste che confermano l’opinione di molti: il destino di Silviuccio è nelle mani del ganassa, se solo volesse potrebbe spazzarlo definitivamente via dalla scena politica. Ma non lo farà, Civati che lo conosce bene, si dice sicuro che alla fine troverà una soluzione con Berlusconi ed Alfano. Il Patto del Nazareno già non scricchiola più. Se c’è una certezza sul futuro, è quella che B. non può permettersi di straccialo. Per cautelarsi si è procurato infatti una pistola scarica che consegnerà martedì prossimo nelle mani di Renzi: va bene l‘italicum modificato, purché entri in vigore dopo che sia giunto a conclusione l’intero iter delle riforme istituzionali. In questo modo il ganassa non potrà andare a votare, resterà inchiodato a palazzo Chigi fino al 2018 e Silvio avrà tutto il tempo necessario per curarsi col gerovital e rinascere a nuova vita: fra tre anni gli cresceranno i nuovi dentini…Tutta una farsa, come quella dell’Europa che fa credere al mondo di essere una Unione per fregare i mercati mentre in realtà non ha nemmeno una politica estera ed un esercito per farsi ascoltare. Su questo siamo pienamente d’accordo con Antonio Martino.
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