L’esito del referendum Brexit ha reso “irreversibile il processo di disintegrazione della Unione Europea“. A scriverlo è George Soros, il finanziere filantropo titolare di un fondo speculativo da 30 miliardi di dollari. A noi italiani non rimane che incrociare le dita, Soros è uno che c’ha sempre preso. In passato ha dato prova di grande capacità di analisi, basti ricordare quando le sue previsioni nel 1992, anticiparono la crisi della vecchia Lira. Sull’Italia Soros vede addensarsi le nubi dei prossimi fallimenti bancari: il crollo della Borsa seguito al voto sulla Brexit, ha conclamato la vulnerabilità del sistema bancario italiano e potrebbe determinare già il prossimo anno, l’ascesa al Governo del Movimento cinque Stelle, scrive testualmente. Ci vorrebbe una risposta immediata dei leaders europei, ma lui resta scettico. La Germania finora ha bloccato ogni tentativo di dare credibilità alla Unione Bancaria con l’implementazione di un meccanismo automatico di assicurazione finanziaria. Per l’Italia Il pericolo è imminente, lo pensa anche Giavazzi. Addirittura già da domani lunedì, alla riapertura delle borse gli investitori potrebbero perdere la fiducia individuando nelle banche l’anello debole. Ad agitare i mercati non è tanto il mostruoso debito pubblico, quanto il sistema bancario italiano. Al debito infatti, pone rimedio efficacemente la BCE, ma per le grandi banche di sistema che vedono le sofferenze aumentare costantemente al momento, sottolinea Giavazzi, non ci sono strumenti efficaci. Gli Stati possono intervenire solamente dopo aver azzerato le obbligazioni subordinate che la Consob ha fatto vendere alla clientela dei piccoli risparmiatori comuni. Il problema quindi va risolto subito con un investimento in ricapitalizzazione che dovrebbe aggirarsi intorno ai 40 miliardi di euro per poi rivendere le azioni come già fece la Svezia negli anni ’90 dopo averle risanate, con un ritorno netto per lo Stato. Giavazzi auspicava l’annuncio del Governo italiano per oggi domenica, prima della riapertura dei mercati. Siamo a sera e nulla è accaduto. L’alternativa è l’intervento del Fondo Salva Stati e la resa incondizionata alla Trojka come hanno fatto dopo la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda per salvare le loro banche.
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