E’ in arrivo una stangata da 35/40 miliardi di euro perché per restare nella UE, l’Unione chiede un nuovo patto di stabilità che comprenderà anche il debito pubblico e non solamente il deficit. Il debito pubblico italiano è arrivato a cifre iperboliche che sfiorano il 120% del PIL e per rientrare nei limiti di un rapporto fisiologico tra debiti e ricchezza prodotta la UE chiede che scenda al 60%. Saranno tagli alla spesa ed agli investimenti che Tremonti spera di rinviare al 2014 cioè, nella prossima legislatura. Sarà una manovra di soli tagli perché la politica sin qui condotta continuerà a tutelare l’elettorato moderato di riferimento e quindi non saranno aumentate le tasse sui lavoratori autonomi ma la pressione resterà forte e costante sul lavoro dipendente inoltre, c’è un rigetto ideologico per un’imposta sulle grandi fortune come pure è prevista in Francia ad esempio, dove in tempi di crisi chi possiede grandi patrimoni contribuisce in misura maggiore e straordinaria alla salvaguardia dei conti pubblici. Da noi NO, i ricconi devono essere esentati e potranno anche evadere più facilmente perché a pagare sarà sempre e solo il lavoro dipendente che versa lo ricordiamo il 48% dell’Irpef ed inoltre, con più ridotti servizi pubblici le famiglie vedranno aumentare le loro uscite ma non i loro consumi tanto da contrarre ulteriormente la crescita. Prevedibile quindi un aumento della disoccupazione e del lavoro precario. Ci conveniene restare in Europa sogghignava la Lega a proposito degli emigranti respinti dalla Francia? Ci dobbiamo restera in Europa a costi di tanti sacrifici ed inevitabili crisi sociali è invece la domanda che viene spontanea aspettando il nuovo Patto di Stabilità? Si, dobbiamo restarci perché non abbiamo soluzioni ed alternative percorribili ed i tanti sacrifici ed i troppo elevati costi sociali saranno da imputare ai tanti che oggi come ieri erano al governo facendo rotta sul debito per fare andare la nave negli anni ’80 ed oggi siamo noi a doverlo pagare pena il fallimento.
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