Svuotati i banchi delle Chiese, tutto è pronto per una nuova impresa: riempire almeno le urne coi voti dei Cattolici. Antonio Spadaro, braccio politico di Francesco, ha già stilato il programma di massima del nuovo partito che avrà il suo leader in Marco Bentivogli, effervescente sindacalista renziano della Cisl, tra i più accorati difensori del “job act”. Uno di quelli che tiene bene il piccolo schermo TV e sa come compiacere le esigenze della globalizzazione per farle digerire al mondo del lavoro, soprattutto a quelli che faticano e si ritrovano esposti alla competizione migratoria delle braccia a basso costo. Tutta bergogliana la filosofia ispiratrice, il cattolicesimo progressista del terzo millennio, vede come fumo negli occhi i tradizionalisti cristiani che sono “peggio degli atei”, ha tuonato il Santo Padre in piazza San Pietro, per il quale la difesa delle integrità etnico-culturali dei popoli, equivale ad una bestemmia. Epperò, compresa l’antifona che le case madri di PD e Forza Italia sono crollate e non riescono ad avere più presa sulla opinione pubblica, la Chiesa bergogliana sembra aver deciso di ridiscendere in campo politico: “è tempo di un partito dei cattolici”, guidato da laici naturalmente, ha intimato il Vescovo emerito di Prato mons. Simoni davanti al segretario di Stato Parolin ed al prefetto per le cause dei Santi, Becciu. Paura, ordine, migrazioni, popolo, democrazia, partecipazione, lavoro sono le clausole del contratto di adesione al nuovo partito di Acli, Movimento Cristiano lavoratori, Azione Cattolica ed una miriade di altre pecorelle moderate smarrite tra cinquestelle e vecchi partiti centristi infiacchiti da decenni di rendita sacrestana pre-fibra e 5G. Perché, sottolinea Spadaro, non possiamo far finta che la rete non esista, se vogliamo salvare la democrazia dobbiamo partecipare al dibattito del popolo piuttosto che decidere in sua vece. Il nuovo partito degli apostoli di Santa Marta, si giocherà l’ultima carta a disposizione per ricodurre all’ovile le pecorelle alla mercé delle forze sovraniste: si dispone al martirio culturale pur di non accogliere qualsiasi cosa che abbia anche solo il benché minimo richiamo alla testimonianza di civiltà nelle oramai secche radici Cristiane dell’Europa. Al bando ogni Crociata, ci arrendiamo e speriamo di sopravvivere al martirio con l’integrazione ad ogni costo, consapevoli, è sempre Spadaro a scrivere, dello spaesamento che provocherà nelle anime il rimescolamento di Fedi e tradizioni altrimenti inconciliabili. Sarà un “flop micidiale, storico, epico,“ ma che forse riporterà i cattolici finalmente rassegnati e rasserenati, in Chiesa la domenica.
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