the chicken list, ascesa e declino di un Movimento rivoluzionario anticapitalista

Aveva già un piede sull’aereo per gli Stati Uniti Hugo Carvajal, capo dei servizi militari del Governo Chavez al tempo in cui Maduro era cancelliere del Governo Venezuelano, quando l’Autorità Giudiziaria Spagnola presso la quale è ristretto, ha sospeso per 45 giorni le procedure di estradizione autorizzate al fine di prendere in esame la lista dei partiti rivoluzionari finanziati dal Governo Bolivariano in mezzo mondo tra cui figurerebbero Podemos in Spagna ed il giovane Movimento italiano. Ha avuto inizio così, quella che potremo definire la negoziazione tra i Giudici spagnoli ed il pentito del chavismo prima e del maduregno poi a seguire, che promette di vuotare il sacco fornendo riscontri documentali come questo che leggete sulla colonna di sinistra. Quello che si profila quindi all’orizzonte, è un terremoto politico internazionale a cui gli inquirenti spagnoli sono interessati per arrivare a ricostruire evidentemente, i motivi della repentina ascesa ed affermazione di Podemos e quelli italiani, di ricomporrere e fare chiarezza sulle scelte dei governi populisti che hanno pesantemente condizionata la politica estera della Repubblica nell’ultimo decennio, portando il paese per la prima volta nella sua storia post bellica, sulla soglia di posizioni marginali, a lungo antagoniste dell’occidente. Staremo a vedere. Sarà la Magistratura ad accertare i reati di finanziamento illecito e riciclaggio di capitali, una prima certezza, però i documenti prodotti dal generale Carvajal sembrano averla appalesata: quei movimenti che hanno saputo smuovere l’opinione pubblica italiana aggregando consensi trasversali lontano dai partiti tradizionali e le cui posizioni si ritevano superassero gli schieramenti sia di destra, sia di sinistra, erano o sono a seconda dei punti di vista, movimenti rivoluzionari anticapitalisti ben vicini anzi, assimilabili alla sinistra sudamericana di stampo chavista e maduregna, meritevoli dunque di attenzioni da parte del Governo di Caracas. Nero su bianco come si legge nel documento classificato, pubblicato dal quotidiano spagnolo ABC. La nota di accompagnamento della valigetta diplomatica con 3,5 milioni di euro in contanti infatti, che sarebbe pervenuta al Console venezuelano di Milano e da questi trasferita al fondatore del Movimento rivoluzionario anticapitaliasta in Italia, sembrerebbe non lasciare dubbi interpretativi: Maduro intendeva finanziare l’istituzionalizzazione di un movimento di sinistra aggregatore delle piazze e che giunto al Governo, acconciasse le posizioni storiche dell’Italia in ambito europeo ed internazionale, alle politiche affamatrici del popolo venezuelano, che hanno ridotto in carestia il paese terzo produttore mondiale di petrolio. Andiamo un pò a ritroso e proviamo a fare il punto in questa messe di notizie frammentate e confuse tra America latina, Europa ed Italia. Il generale Hugo Carvajal, già capo dei servizi segreti militari di Chavez e poi del Governo Maduro, si schiera a fianco del pronunciamento dell’oppositore Guaidò. Fallito il tentativo democratico di ribaltare il Governo di Maduro, è costretto a ripare all’estero, in Spagna, dove viene arrestato su mandato della Giustizia americana per narcotraffico e vendita di armi alle Farc colombiane per conto del Governo di Caracas. Niente al mondo può essere più pericoloso di un uomo braccato ed infatti, conoscendo la Giustizia americana, Carvajal chiede asilo politico alla Spagna e promette di produrre documenti interessanti che getterebbero uno squarcio di luce sul successo repentino di alcune formazioni politiche così tanto distanti dalla politica tradizionale, come Podemos ed appunto, il Movimento rivoluzionario anticapitalista uno vale zero, italiano. La circostanza della valigetta consegnata al Console nella sede della Legazione milanese del Venezuela, troverebbe conferme da indiscrezioni trapelate in ambienti spagnoli secondo le quali, un funzionario del Consolato si sarebbe imbattutto nella valigetta coi 3,5 ml in contanti, ma sarebbe stato redarguito dallo stesso generale Carvajal di proferir parola, per non compromettere i buoni rapporti col Governo italiano. Nega ogni accusa il Console Gian Carlo Di Martino e soprattutto nega che una valigetta di contanti sia passata per il suo Consolato: Chavez non avrebbe mai permesso di finanziare partiti stranieri, dichiara puntuto. In una intervista esclusiva del giugno 2020, il Console affermava che la politica estera del Venezuela, non contempla ingerenze negli affari interni degli Stati, ma esclusivamente rapporti di ordine commerciale. Proseguiva inoltre, precisando che in particolar modo con la UE, le sole relazioni diplomatiche di un certo peso politico, sono  intrattenute con la Grecia ed in ogni caso, per quanto riguarda l’Italia, l’assonanza di vedute col M5S sia da porre in relazione alla intelligente posizione del Movimento che si richiama al rispetto della Sovranità degli Stati. Eguale stima e simpatia infatti, il Venezuela nutre per Sergio Mattarella che a differenza di altri organi istituzionali, non sarebbe entrato nella querelle della opposizione di Guaidò, preferendo richiamarsi al principio di indipendenza e Sovranità del popolo venezuelano. Posizione, che avrebbe contribuito a smorzare i toni e la pressione internazionale su Caracas, in particolare quella esercitata dalle Istituzioni della Unione Europea che tanto avevano contribuito a sostenere le proteste di piazza in particolare della Comunità italiana venezuelana a corto di viveri e medicinali.

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