Si legge che Silvio sia un uomo magnanimo e forse sarà il suo grande cuore la ragione per la quale ovunque vada, trova sempre amici pronti ad aiutarlo. E’ accaduto con Santoro e Travaglio che in una sola serata gettarono alle ortiche tutto il lavoro fatto dalla Merkel e da Sarkozi per disarcionarlo; l’ospitarono a servizio pubblico e gli ascolti andarano alle stelle, ma in due ore non furono capaci di portargli una, che sia stata una domanda che lo avesse messo seriamente in difficoltà. Uscì dallo studio come un leone vincitore che si riappropria dei suoi spazi. Riprese fiato e voti tanti, o almeno quanti bastavano a farlo restare ancora sulla scena. E’ accaduto ancora dopo essere stato condannato in via definitiva per la prima volta dopo venti anni. Ha trovato subito un “grande amico” generoso quanto inconsapevole tra quelli stessi giudici che lo avevano segnato indelebilmente. Con una improvvida telefonata Totonno gli ha ridato l’ossigeno per riprendere fiato e riportarsi in vita politicamente. La fortuna di Silvio è di aver trovato sulla sua strada tanti amici come Totonno ‘e Quagliarella che hanno ceduto all’ebrezza della ribalta. Sia chiaro a tutti coloro che leggono questo foglio digitale che se quello in atto fosse uno scontro di potere piuttosto che, come pensiamo, una storia criminale di politica e malaffare che dura dal 1948 e ch’è stato possibile perseguire tenacemente solo dalla fine dei blocchi contrapposti Est/Ovest da quando cioé, si sono potute liberare in Italia come in altri paesi europei, le energie migliori condizionate dall’equilibrio del terrore, noi siamo comunque dalla parte dei giudici guardiani schierati in difesa contro la tracotanza mafiosa di un potere politico che non accenna a recedere dall’abuso. Avvertiamo però con franchezza la necessità di denunciare coloro i quali sono chiamati ad esercitare la giustizia ed a dar voce alla Legge unico e solo potere di riferimento certo per i cittadini comuni rispetto alla politica che per definizione è d’umore cangiante, dopo un difficile concorso molto più arduo da superare se comparato con le prove da imbonitori che sostengono i politici disposti a tutto pur di sommare giudizi volatili ed essere eletti. Sono maturi i tempi perché l’ordine giudiziario si ricomponga e ritrovi quel contegno che lo fa apparire imparziale nella sostanza e nella forma dei comportamenti. Si eviti di sconcertare l’opinione pubblica minando la credibilità e la fiducia che tutti riponiamo nella giustizia, vitale ristoro delle pene di una società spesso ingiusta e prepotente. Il popolo concede ai suoi giudici poteri straordinari, molto più efficaci che arringare la folla in un comizio o cercare le luci della ribalta in TV e sui giornali. Rigore, sapienza, severità, giustizia, riabilitazione, rinascita non si ritrovano nella confusione e tantomeno nella eccitazione.
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