Trump intima alla Federal Reserve di astenersi dal trattare con la finanza apolide che distrugge il lavoro

L’America è una realtà molto più vasta di quella che ci vuole far credere la grande stampa progressista sempre illuminatissima. Basta andare oltre la V Strada per scoprire che Donald Trump gode di un grande sostegno popolare che viene alle sue politiche in tema di sicurezza e soprattutto alla lotta senza quartiere che ha deciso di ingaggiare con la finanza apolide che l’ha fatta da padrona nell’America di Barack Obama impoverendo il ceto medio. Le ragioni per le quali il sistema si è schierato e resiste come mai prima provando a delegittimare l’elezione di Trump, si possono meglio comprendere dalla lettera con la quale la Commissione Servizi Finanziari del Congresso degli Stati Uniti, ha intimato alla Federal Reserve di astenersi dal firmare Trattati e Regolamenti finanziari finché il Presidente eletto non nominerà suoi funzionari delegati con mandato che rifletta nei forum internazionali, il mandato popolare ricevuto con le elezioni. Patrick McHenry, vice Presidente della Commissione, rompendo ogni consuetudine istituzionale che vuole le Banche Centrali indipendenti, ha preso carta e penna ed ha scritto direttamente a Janet Yellen impartendo le istruzioni da seguire nei consessi finanziari internazionali con le quali Trump vuole ristabilire il primato della politica sulla finanza. Non è pensabile che Patrick McHenry, deputato repubblicano, possa aver esposto la Commissione del Congresso di propria iniziativa senza l’assenso del gruppo dei repubblicani che evidentemente è più vicino al Presidente di quanto la stampa correttissima scriva. E’ inaccettabile, si legge nella lettera, che la Federal Reserve pur messa a conoscenza della chiara volontà del nuovo inquilino della Casa Bianca di ricondurre le decisioni regolamentari di ambito finanziario ai poteri della politica, continui a negoziare con strutture segrete dove burocrati globali stipulano accordi come quelli di Basilea 3 senza informare l’opinione pubblica e consultare i decisori politici. Regolamenti che divenuti norme interne obbligatorie, hanno rallentato la crescita e distrutto posti di lavoro in America. E’ fatto obbligo ai regolatori di sostenere l’economia americana ed esaminare con attenzione in quest’ottica, gli accordi internazionali, prosegue McHenry nella lettera al Governatore della Fed. E’ di tutta evidenza quindi, come Trump abbia pestato i piedi a quelli che in Italia chiamiamo i “poteri forti”, cioé, quel reticolo spesso invisibile di centrali decisionali irresponsabili, non investite da alcuna autorità democraticamente rappresentativa, ma che assumono poteri di condizionamento della vita quotidiana di milioni di persone comuni. Poteri che hanno una presenza pervasiva negli apparati ed una egemonia culturale latente nella società e che se avvertono la minaccia di un nuovo potere concorrente, reagiscono con ogni mezzo per disinnescarne le politiche e contestarne la legittimità, come sta accadendo al nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Qualcosa di simile abbiamo anche noi in Europa. L’opacità e l’assenza di conduzione trasparente che domina la finanza, le misure della Trojka e la stessa BCE, sono diventate il terreno fertile per la progressiva ascesa dei cosiddetti partiti populisti, reazione spontanea della gente comune che si sente esclusa ed impotente; la sola che paga sulla propria pelle le spese delle decisioni dei burocrati globalisti di Bruxelles.

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