C’è uno strano motivo conduttore che lega Napoli a Palermo: è il filo rosso delle giunte De Magistris-Orlando che hanno fatto della legalità, della trasparenza, del rigore, della buona amministrazione un’operazione d’immagine tale da garantire ad entrambi quel credito elettorale necessario per essere acclamati Sindaci delle loro disgraziate città al punto di aver designati quali componenti nelle rispettive giunte, uomini delle istituzioni dal passato specchiato ciascuno nel suo rispettivo ambito di pertinenza professionale, noto per aver conseguito risultati significativi. A Napoli il magistrato Narducci ad esempio, assessore alla legalità ed alla Polizia Municipale, ma anche il giovane manager dell’azienda di trattamento dei rifiuti solidi urbani Raphael Rossi od il professore di economia Riccardo Realfonso già assessore al bilancio, tutti dimissionari per disaccordi sulle scelte del Sindaco in contraddizione con le promesse elettorali. Defenestrati per NON essere sufficientemente politici cioè, per essere uomini coerenti incapaci di barattare le loro convinzioni con gli umori e le esigenze del corpo elettorale che chiede di vedere ricompensata tanta fiducia con una generosa spesa pubblica oggi come ieri. Stessa sorte sembra essere toccata all’ex generale della Guardia di Finanza e magistrato della Corte dei Conti Ugo Marchetti, già vicesindaco di Orlando a Palermo costretto anch’esso alle dimissioni perché ha ritenuto che un Comune in dissesto con delle vecchie macchine clientelari sull’orlo del fallimento come le Partecipate, NON potesse permettersi il lusso di assumere un nuovo Direttore Generale con stipendio netto da 180mila euro all’anno. Poco importa comunque, queste rispettabili persone che godevano di un credito personale notevole per meriti conseguiti nel lavoro o nelle funzioni esercitate onorevolmente, hanno svolto il loro compito d’immagine: hanno fatto da paravento credibile alla politica divenuta impresentabile, ma quando è venuto il tempo del cambiamento concreto da implementare con scelte serie e responsabili, la politica per perpetuare sé stessa, ha costretto alla rinuncia gli utili ingenui che avevano creduto di poter dare un constributo al cambiamento ed alla riforma dell’etica pubblica.
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