Abbiamo spalancato i porti ed aperto i cuori alla disperazione del mondo. Italiani, brava gente, è noto. Unici, in Europa. Non c’è cavillo di Convenzioni e Trattati internazionali che sfugga ai guardiani della bontà nostrana i quali si dannano l’anima, bisogna riconoscerlo, per strappare i migranti alla miseria del terzo mondo ed offrirgli l’opportunità di essere poveri mendicanti del primo mondo, ricco e sviluppato. Segnatamente nelle contrade dei nostri borghi e lungo i viali delle metropoli italiane. Guai ad avanzare qualche riserva sul cuore ipertrofico che si osserva per i quartieri delle nostre città. Si corre il rischio di essere stroncati dai signori del globalismo, interessati ad ammassare miliardi di profitti sostanzialmente esentasse, sopra e dietro i confini della nostra penisola. Basta un “allert” dell’algoritmo e via, che alla parolina storta, sparisce una voce libera da Facebook e da Twitter per sempre, nel disincanto di chi resta; sostituito in tempo reale da un nuovo utente che si registra. E’ così che il fatturato dei colossi del “web”, resta invariato quando non addirittura s’incrementa per la bravura del nuovo arrivato di risultare simpatico al padrone delle ferriere di cavi sottomarini, Zuckerberg. Non è un caso infatti, se anni addietro, decidemmo di avere un nostro giornalino in rete piuttosto che affidarci unicamente ai “social” per far conoscere la nostra. Social ai quali non rinunciamo, ma che utilizziamo per i soli rilanci. Finché durerà. Problemini ne abbiamo avuti anche noi. Quante energie, quante risorse sono impegnate per mettere alla fin fine la gente sulla strada. Non un euro, però investono i guardiani della bontà per informare i disperati che attraversano il Mediterraneo, prima della partenza, della condizione nella quale si ritroveranno una volta sbarcati sulle coste italiane. Siamo convinti che se utilizzassero anche soltanto i fondi riservati dal Ministero dell’Interno all’acquisto di schede telefoniche in “roming”, per informare via sms i poveri africani che scappano dai loro villaggi che qui in Italia li aspetta una vita da marciapiedi forse, alcuni rinuncerebbero a separarsi dalle loro famiglie per rovinarsi la vita e magari deciderebbero di aprire un “resort” di capanne a cinque stelle, per ospitare noi, in vacanza nel loro paese.
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