Vendere l’oro come nel ’74 per battere lo spread. Anche al Belgio è andata bene.

Quando durerà la fiducia dei mercati nelle parole di Draghi? E’ vero che la BCE è indipendente, ma di certo NON potrà comprare titoli avvelenati all’infinito e non è né la prima e non sarà né l’ultima esperienza che ci ha visto prendere fiato dopo un vertice positivo o parole autorevoli per poi farci precipitare nell’incubo dello spettro default. C’è però una proposta che abbiamo già sperimentato negli anni settanta e che ha tirato fuori dai guai in breve tempo il Belgio che aveva un debito pubblico maggiore del nostro: mettere mano alle riserve auree anche se la Banca d’Italia si è sempre opposta con un secco NO sia a Padoa Schioppa, sia a Tremonti. Il Belgio, il cui esempio è citato finanche dal FMI, ha unito ai tagli di bilancio la restituzione di parte del debito con la vendita del patrimonio pubblico ed appunto dell’oro custodito dalla sua Banca Centrale. Gli effetti positivi sono stati duplici perché non solamente ha riacquistato la fiducia dei mercati e di riflesso l’abbassamento dei tassi d’interessi, ma ha concorso al pareggio di bilancio senza strangolare l’economia. Quella di utilizzare le riserve auree che ricordiamolo, sono notevoli, è un’operazione che l’Italia già mise in atto negli anni 1974-78. Oro a garanzia di un prestito per avere risorse congrue tali da permettere il taglio delle tasse ed abbassare la pressione contributiva sul costo del lavoro e non solo, per fare investimenti in infrastrutture e teconologie utili alla crescita. Bisogna convincere Visco che non abbiamo alternative pena uno sfilacciamento sociale pericoloso per la tenuta e la coesione nazionale e così come accade in tutte le famiglie, quando le circostanze lo richiedono si dà fondo all’argenteria per mettere apposto le cose, è venuto il momento di aprire i forzieri. Si lascerà alle future generazioni il compito di ricomporle, non c’è scandalo quando il rischio è il disastro. E’ una soluzione che abbiamo già sperimentato. Al Belgio è andata bene e stava peggio di noi.

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