Come sta il Movimento 5 Stelle? Difficile rispondere, di sicuro il suo elettorato tiene, almeno a scorrere i sondaggi. Non s’ode più il fragore del boom che squassò la scena politica alle elezioni del 2013, ma tutte le maggiori agenzie di rilevamento concordano sul dato dei consensi attestati al 20%. A mancare però sono i risultati della sua azione politica, tanto rumore per nulla si potrebbe concludere. La gente ha messo tutti i partiti alla prova nel corso degli anni e delusa, ora non sa chi votare, preferisce mantenere in vita la speranza del cambiamento a costo zero. Il sogno di Grillo del ritorno al futuro è comunque precipitato nella dura realtà e quello che si riprometteva di essere un movimento rivoluzionario virtuoso, quando ha scoperto il punto ha potuto calare sul tavolo non altro che un bluff temerario, come ad esempio il dialogo inconcludente del pacifismo ad oltranza di Di Battista. Anche peggio è andata la partita del cambiamento di sistema, la mano giocata al buoio sul vinciamo noi non ha scoperto un punto rivoluzionario, ma portato alla luce soluzioni già percorse ed affiorate nel secolo scorso come quella del parlamentarismo di casta e del sindacalismo autoreferenziale al quale i giovani elettori precari del M5S oppongono un netto rigetto dichiarandosi contrari allo sciopero generale nel 41% dei casi intervistati e favorevoli al job act nella non trascurabile misura del 26%. E’ lo stesso Di Battista punta di diamante del movimento insieme al citoyen vice Presidente della Camera, enfant prodige Di Maio, a confessare: “ora dobbiamo far sì che la gente ci percepisca credibili come forza di governo. E questo evidentemente ancora non è accaduto, altrimenti gli elettori non avrebbero votato in massa il Pd” alle europee. Immaturità di spirito, semplicismo politico od assenza di solidi riferimenti culturali i mali che affliggono i grillini? Prendiamo il caso della senatrice Taverna assalita dal timore di perdere la benevolenza degli elettori suoi nuovi datori di lavoro si pente pubblicamente su Facebook (e dove altrimenti), del grave gesto compiuto per aver salutato Denis Verdini con una stretta di mano. Non paga del ridicolo, la citoyenne Taverna incrocia il suo Denis, gli chiede scusa per averlo rinnegato evidentemente ed appellandosi al buon cuore dell’uomo di mondo domanda comprensione: esigenze politiche, caro Denis devi capire. Sornione risponde Verdini: Fa niente anzi, innamorato pazzo il malcapitato Denis si dichiara disposto a mentire pur di difendere la reputazione della bella Paola: se ci avessero visti, avrei detto ai tuoi elettori che mi sono innamorato di te. Drin, drin, drin, al risveglio il sogno è finito: peccato, poteva essere una bella favola quella del Movimento 5 Stelle.
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