..la BCE farà tutto quanto è necessario per salvare l’euro. Nel 2015 Mario Draghi caricò il suo bazooka e per due anni ha sparato ogni mese bordate da 60 miliardi di euro sul mercato finanziario rastrellando titoli di Stato per far scendere i tassi e calmierare gli speculatori che avevano scommesso contro l’Italia. Nel 2019 Conte ha scritto una bella letterina ed ha lasciato intendere che anche lui come Draghi non lascerà nulla di intentato. Contro la UE è pronto a sparare col bazooka: paralizzare le Istituzioni europee ponendo il veto sulle nomine se dovesse essere avviata la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Ipotesi che equivarrebbe a dare le chiavi di Palazzo Chigi ai bellimbusti di Bruxelles e del FMI. Roba che solamente ad immaginarla, verrebbe d’istinto allertare i Carabinieri di Ciampino per rispedirli al mittente con volo “charter” destinazione Berlino. Il punto però è che il bazooka di Conte è scarico. Tanto perché, per avere una minoranza di blocco in Consiglio qualificata ad interdire la nomina del prossimo Presidente della Commissione, i veti eventuali di Polonia ed Ungheria sommati ai veti dell’Italia e del Regno Unito, non bastano. I paesi del sud Europa che vanno per stracci infatti, sono retti da Governi socialisti pronti a girare le spalle ai sovranisti italiani nella speranza di ottenere dalla cupola di Bruxelles un trattamento di favore; quelli del nord sovranista invece, hanno già dichiarato che sono per usare il pugno duro contro l’Italia che al momento appare spacciata, se non si piega ai ricatti degli eurocravattari. Le mollezze di Conte, le sue buone maniere servono a ben poco. Nella Lega serpeggia l’idea che tagli per tagli è meglio tener testa alla Commissione. Sia che si faccia una manovra correttiva, sia che si mandi tutto all’aria ed in attesa di nuove elezioni scattino le clausole di salvaguardia, le prospettive resterebbero comunque di tagli ed austerità di bilancio. Tanto vale attestarsi sul Piave della “flat tax” per tentare una fulminea e arditissima avanzata tale da costringere i crucchi a risalire in disordine e senza speranza le valli che hanno disceso con orgogliosa sicurezza. In merito la Merkel tace, come suo solito fa parlare figure di rilievo, ma non investite di responsabilità dirette di Governo. Guntram Wolffè, direttore di Bruegel, pensatoio economico tra i più importanti d’Europa, sostiene soddisfatto che l’Italia è costretta in un angolo tra l’incudine della Commissione ed il martello di un Weidmann che andrebbe a sostituire Draghi alla BCE. Nein, null, la Germania secondo Wolffè sarà tedesca, senza riforme di lacrime e sangue per tagliare il debito e far scendere i tassi, concederà all’Italia.
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