aderisce la sanità, ma gli uffici amministrativi han lavorato a pieno regime

Il sindacato è soddisfatto dell’adesione allo sciopero generale, ma gli uffici pubblici, non sono andati propriamente deserti. A leggere i primi dati registrati dal Dipartimento della Funzione Pubblica finora disponibili, alle ore 19:30 l’adesione degli uffici amministrativi allo sciopero generale del 29 novembre u.s. è in linea con le percentuali di partecipazione degli ultimi anni: 5,57%

Nel pubblico impiego dunque, meno di sei lavoratori su cento hanno scioperato. No, che non vi siano ragioni per scioperare. Qui, tra queste pagine, si scrive e si vuole dibattere di lavoro, ma evidentemente c’è nel comparto del lavoro statale anche una coscienza matura delle condizioni generali di favore nelle quali si opera. Soprattutto tra i professionisti.

lo sciopero è fallito perché le giovani leve sono consapevoli della contemporaneità

Alle giovani leve che stanno popolando gli uffici amministrativi dopo anni di impiego alle dipendenze del privato, che si vedono accreditato puntuale ogni fine mese uno stipendio corrispondente al netto in busta; che godono di ogni diritto e che lavorano con certezza da casa, scioperare procura uno scrupolo che ai vecchi boomers rivendicativi oramai minoranza, nemmeno sfiorati dallo spirito competitivo della globalizzazione, non interessa .

Sfilare otto miliardi al famelico nuovo patto di stabilità, per rinnovare i contratti pubblici, sicuramente non garantisce il recupero pieno del potere di acquisto dei salari falcidiati dalla inflazione e già gravati dalle misure di austerità dei Governi Monti e Draghi, ma per chi viene da anni di precariato alla mercé, quando va bene del padrone, quando va peggio della multinazionale, magari si ritiene fortunato di aver raggiunto un obiettivo: il posto sicuro che gli permette di pianificare la vita ed aprirsi un orizzonte.

I nostri giovani non sono dei scalmanati nella totalità; molti che scelgono il pubblico impiego ragionano, sono giovani modesti che vivono con consapevolezza la contemporaneità ed hanno il vantaggio di non essersi lasciati contaminare dai rottami paterni del ’68 anche perché connessi ed aperti alla realtà del mondo moderno in forza dei nuovi strumenti della comunicazione digitale.

Accertato dunque, dati alla mano il fallimento dello sciopero generale tra le file del pubblico impiego, solidarizziamo senza riserve coi colleghi dei comparti sanità e scuola che insieme alle forze di pubblica sicurezza hanno avuto tutte le ragioni per aderire allo sciopero politico di Landini. La politica può raccontare tutte le balle di questo mondo, ma se la smentita arriva dalle ore di attesa in barella ai pronto soccorso piuttosto che dalle liste dei rinvii (spesso annuali), per visite specialistiche, mantenere il consenso ancora a lungo fregandosene della protesta legittima dei lavoratori e delle utenti, diventerà difficile. Miope, se non rischioso addirittura.

anche per i conservatori e liberali la luna di miele non dura più una vita

Va bene fare i conservatori e magari liberali, ma se poi ci si lascia dettare la linea da una holding aziendale che comprende una banca rappresentata nel Governo votato dagli italiani convinti che il conflitto di interessi fosse stato risolto dalla leader “non ricattabile” e che invece ha ceduto come tutti, come sempre, ritrovandosi senza risorse da investire nella cura della salute dal promesso prelievo degli exstraprofitti pandemici, allora la gente comune potrebbe anche pensare che la luna di miele è finita ed il matrimonio tra Patrioti e liberali è uscito bianco. La sveglia ha suonato, l’Umbria non è stato un incidente di percorso.

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