Guardatelo, è irriconoscibile. Provato in volto, Soloviev, il gradasso propagandista del Cremlino ieri, nelle ore dell’avanzata della Wagner, teme di veder crollare il suo mondo di illusioni e mentre scappa registra un ultimo accorato appello alla riconciliazione diretto all’uomo che lo ha fatto ricco e potente, Putin:

“ho paura che tu possa perdere il Paese. Richiama tutti a rinsavire, dice, non c’è niente di peggio di una guerra civile”. L’uomo che negli ultimi anni ha incitato all’odio dagli schermi della Tv russa e non solo, più volte è venuto ospite anche in quelle italiane (possiede due ville principesche sul lago di Como) e che non ha esitato ad invocare la guerra atomica per annientare l’Ucraina e distruggere l’occidente, improvvisamente si è fatto pecora. Semmai la storia un giorno dovesse svelarci gl’improbabili meriti di Prigožin, da questi siamo sicuri che potremo imparare una lezione di “trasparenza” impartita pro domo sua, sull’invincibile madre Russia, colosso dai piedi di argilla che da oltre cento anni affascina i somari di casa nostra, del tutto ammutoliti di fronte alla realtà dei fatti che hanno spazzato via mesi ed anni di stucchevole quando non interessata, complice retorica pacifista. La pace si conquista con le armi. Quando non è armata, la pace si trasforma in sopraffazione del più forte. La marcia disperata di Prigozhin se non ha spianato del tutto la via per Mosca, ha però avuto almeno il vantaggio di aver ripulita la Tv italiana, pubblica e privata, che dall’inizio della guerra in Ucraiana ha dato fiato e visibilità a numerosi somari tra i quali oltre che politici e noti giornalisti, ritroviamo anche docenti e filosofe,

costruendone artificiosamente dei personaggi. Soggetti ai quali abbiamo affidata la cura e l’istruzione accademica dei nostri giovani, le cui congetture hanno il solo merito di essere in lista di attesa della ribalta in quell’aria asfittica del compromesso egualitarista che strumentalmente ha saputo agitare il passato fino a farne un ciclo perenne di presente storico occupando gli apparati di sistema, le agenzie educative e la quasi totalità dei mass media divenuti riflettori di una opinione pubblica minoritaria nella società, ma pervasiva, sottile e specializzata nella mistificazione valoriale:

Se Zelensky diventa un ostacolo alla pace, deve essere abbandonato, che cosa abbiano ancora da insegnare personaggi visibilmente carichi di spocchia approssimativa priva di fondamenta scientifiche? Qui non siamo di fronte ad una elaborazione concettuale complessa, ma di fronte all’evidente spaccio di intelligenza col nemico al quale se non si può togliere la parola, almeno va interdetto l’insegnamento nelle pubbliche università non fosse che per assoluta assenza di meriti pedagogici: https://www.youtube.com/embed/KxL_ilYxxSg

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