C’è tutto un mondo sicuramente al tramonto, nel mentre che affiora all’orizzonte l’alba di un nuovo giorno. Lentamente cala la sera, la si scorge inesorabile dalle finestre dei media. Lo spettro del demiurgo globale lo si vede in carne ed ossa anche solo a sbirciare le piazze dalle finestre di casa. Issa le sue variopinte bandiere, ma si dispone alla lotta aggressiva e pronto si fa trovare al minimo accenno di reazione. A prima vista lo si potrebbe confondere con uno sprovveduto che lotta contro la realtà oggettiva della scienza. Incute quasi tenerezza, ma a ben osservare l’azione pervasiva e concentrica delle sue mosse si comprende la natura neo-elitista di un vasto movimento preordinato ad imporre il governo delle minoranze frustrate sulle maggioranze consolidate dalla storia e dalle scienze. Il fine è del tutto evidente: sovvertire l’ordine delle società avanzate per definizione più facilmente disponibili ai cambiamenti per imporre il governo della fantasia nella pericolosa convinzione di riuscire nella riformulazione sociale in ragione dei desideri impossibili come quello di poter riprogrammare i codici di nascita e finanche di morte; le linee di relazioni a quelle di dissociazione dall’io.
Tutto ed il contrario di tutto nella mistificazione di quel che chiamiamo progresso forse inconsapevole, si vuole sperare. Quel che ci assicura il grande demiurgo globale è una transizione a ciclo continuo che ridimensiona le “penali” del desiderio e ci permette di ritornare ad essere niente a modici prezzi esistenziali ricominciando ad essere cosa o meglio, cosa altra.
Per meglio comprendere questo processo indotto di modificazione genetica della democrazia governata dalle minoranze elitarie, possono venirci in soccorso le analisi degli algoritmi della intelligenza artificale, tema di stringente attuallità nel dibattito pubblico ingenerato dalle tecnologie che simulano i modelli logici umani. Il professore Gilberto Corbellini della Sapienza ha infatti condotto alcune ricerche giungendo alla conclusione che non sia tanto l’intelligenza artificale a diffondere menzogne, quanto la stessa intelligenza umana. Il prof. Corbellini ha esaminato con attenzione gli esiti delle interrogazioni di Copilot, la AI di Microsoft in parallelo a quelli di chatGPT di Google, osservando come i primi offrano risultati del tutto parziali rispetto ai secondi più ricchi e prossimi alla verità. La circostanza, l’esimio professore della Sapienza la fa risalire alla base dati. Quella di chatGPT avrebbe un volume di gran lunga più vasto e completo per cui le elaborazioni finali risulterebbero più ricche ed affidabili.
Ecco, analogamente a quanto accade per la intelligenza artificiale, che cosa sta per accadere ai nostri sistemi sociali affidando alle minoranze il Governo e l’organizzazione relazionale delle nostre vite.