E’ un’Italia confusa e infelice quella che festeggia oggi, 2 giugno la Repubblica nata dalla resistenza e che ripudia la guerra. E’ la stessa Repubblica che aderisce alla Nato cioè, a quella alleanza militare alla quale ambisce l’Ucraina al fine di garantirsi una linea di deterrenza efficace a contenere per l’avvenire l’espansionismo russo. In sostanza, le medesime ragioni di alleanza che per settant’anni hanno garantita la libertà dell’Europa occidentale e segnatamente dell’Italia dalle mire egemoniche che furono dell’Unione Sovietica. E’ quella stessa alleanza militare alla quale il Governo Meloni ha ribadita la nostra convinta e piena adesione guadagnandosi l’accreditamento presso le Istituzioni internazionali altrimenti interdette.

2 giugno Festa della Repubblica che ripudia la guerra ed aderisce all’alleanza militare NATO

rappresentanza Nato di Bruxelles

Ed è ancora la stessa Repubblica che dopo aver compiuto ogni sforzo per mostrarsi affidabile, arrivata sulla linea del fronte in soccorso di una nazione amica aggredita, con sprezzo del pudore al cospetto dei suoi maggiori alleati e soci europei: Usa, Francia, Regno Unito, Germania, si dichiara pacifista e non esita ad ordinare il dietrofront per celebrare degnamente la Repubblica. Eppure quello che le si chiedeva era di puntare le nostre baionette che abbiamo spedite con parsimonia, verso le postazioni dell’aggressore perché smetta il fuoco sui civili inermi e gli ospedali. Tanto onore ci abrebbe elevati agli altari della Patria Ucraina senza versare una sola goccia di sangue tricolore. Non fosse stato che per rendere un riconoscimento dal profondo del cuore alle numerose badanti che assistono, puliscono e curano amorevolmente i nostri vecchi nel mentre noi siamo impegnati a goderci le ferie.

E sì, la Repubblica fiera, austera e lungimirante ripudia la guerra anche quando a versare il sangue sono gli altri popoli che hanno scelto di morire piuttosto che divenire sudditi. Intanto noi abbiamo la UE, si saranno detti al Governo, che cosa ci potrà mai interessare della guerra? Per mettersi al sicuro, i paesi europei infatti discutono da qualche decennio di ottimizzare le risorse ed allestire una difesa comune della Unione europea. E qui la domanda sorge spontanea, direbbe qualcuno: non sarà che della difesa europea ancora non se ne sia venuti a capo perchè conoscendo l’Italia, la Sua articolazione più bella che il mondo intero ammira ed alcuno osa toccarla poi, finisce che i nostri alleati non si fidano preferendo difendersi magari a mani nude piuttosto che a fianco di un alleato che all’ultimo istante, si tira indietro ed ordina il dietrofront nel nome della pace? Perché a ben guardare, tutto sommato, Repubblica o Monarchia il problema per l’Italia è sempre stato quello di darsela a gambe e cambiare fronte all’ultimo istante utile: morire per Kiev? Figuriamoci, nemmanco per Roma…

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